«L'abito non fa il monaco»? Non proprio.
«Dall'aspetto si conosce l'uomo; dal volto si conosce l'uomo di senno. Il vestito di un uomo, la bocca sorridente e la sua andatura rivelano quello che è.» (Sir 19, 26-27)
Il vestire trasandato, l'odio per la divisa, le pose radicaloidi e il saltellare esagitato del rivoltoso manifestano infantilismo, stoltezza, capriccio puerile.
Non così si regolava il conte Monaldo Leopardi (padre del Giacomo poeta), misconosciuto cristiano eroico e virtuoso, il quale fece una «morte da santo».
Come un militare che va in battaglia, vestiva «dall'età di diciotto anni sempre e completamente di nero». Portava «sempre la spada al fianco [...] aveva un cappello a larghissime falde [...] scarpe con grosse fibbie di metallo bianco, era da capo a piè tutto a nero e portava sotto il braccio sinistro una maniera di grosso breviario». (dal “Catechismo filosofico” di Monaldo Leopardi)
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