mercoledì 29 giugno 2011

D’accordo, te lo chiedo

Caro Padre Gaetano, non posso chiederti se fai opere di misericordia materiale. Le fai e volentieri ti sostengo, così le faccio anch’io. Ma noi battezzati dobbiamo provvedere innanzi tutto alla carità spirituale. Anche i pagani sono filantropi naturalmente. Il mondo, come sai, non può essere salvato che soprannaturalmente. Com'è noto ti dedichi con profitto anche alla carità spirituale. Curi le anime di giovani reclusi.
Non si dedicano invece a tale carità molti tuoi colleghi. Cerco un confessore e non lo trovo. Entro in Chiesa e c’è sempre la donna delle pulizie. Alla Santa Messa domenicale sembra di essere allo stadio. Ho bisogno di un curato che curi la mia anima: per questo sostengo la Chiesa economicamente.
Anche Corrado Gnerre ti domanda le stesse cose.
Sono in grave difficoltà Padre. Dove sei? Se mi assento dall'ufficio i clienti si arrabbiano e io perdo il lavoro. Cosa dovrei fare se vado in Chiesa e non trovo i tuoi colleghi?
***
silvio

AUGURI SANTO PADRE


Ricorrono oggi in concomitanza  della festività dei S.S. Pietro e Paolo i sessanta anni di ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI
Auguri Santo Padre.

***
roberto

lunedì 27 giugno 2011

Kirill

«[…] per questa sua apostolica fortezza, fu iniquamente cacciato dall'ufficio episcopale, e sostenne con invitta serenità le ingiurie dei confratelli, il biasimo di un illegittimo conciliabolo, prigionie e angosce non poche. Né questo bastandogli, non esitò, per il coscienzioso adempimento del proprio santissimo ufficio, di opporsi apertamente […] alla stessa augusta persona dell'imperatore».
Pio XII parla di San Cirillo d’Alessandria, Orientalis Ecclesiae

Tutt’altro che arrogante e tantomeno perfido, San Cirillo subì le vessazioni di molti dei suoi contemporanei. Nel giorno del suo genetliaco è bene ricordare che fu fortemente un “Padre ecumenico”, nel senso che riteneva una follia il presentarsi dei cristiani al mondo divisi sulla fede. Ma Cirillo non si sognò di cercare l’unità a scapito della fede, venendo a compromessi con l’errore. «Per conseguire tale effetto - dice Pio XII - è assolutamente necessario che tutti, seguendo le orme di s. Cirillo, raggiungano quella concordia di animi […] nell'unica fede cattolica […]».
«Nessuna ingiuria pertanto, nessuna contumelia, nessun insulto mi muove... sol che la fede ne esca sana e salva.»: questo è Cirillo. Diffidare sorridendo delle numerose sue caricature moderne.
***
silvio

martedì 21 giugno 2011

Concilio e conciliarismo - bis


Come ri-volevasi dimostrare, a proposito del Concilio Vaticano II, il male vi penetrò rendendo i pronunciamenti equivoci, ambigui.
Piero Vassallo, citando Polo Pasqualucci, scrive che nel Concilio sono insinuate «formule imprecise e nebulose […] elusive e caliginose». Il Concilio non errò, grazie all’assistenza dello Spirito Santo, ma l’ambiguità rimase.
***
silvio

La scienza moderna è figlia del Medioevo

Giovanni Buridano
Come volevasi dimostrare, il XIII secolo fu il trionfo della scienza e delle scienze.
Ha, quindi, ragione Marco respinti a dire: «La Chiesa Cattolica non è nemica del progresso scientifico. Esattamente il contrario: la scienza è stata promossa e difesa dalla Chiesa cattolica, e questo specialmente nel corso dei presunti “secoli bui” del Medioevo in cui la fede vissuta e immersa nella società, nella politica, nelle arti e persino nell’economia promosse nientemeno che la prima, autentica “rivoluzione scientifica”. La Chiesa addirittura finanziò sistematicamente la scienza, ma tutto fu interrotto dalla Rivoluzione Francese che la estromise».
***
silvio

sabato 18 giugno 2011

L’Osservatore vede e non provvede

Per una volta che Repubblica centra il segno, è bacchettata a dovere.
«È ora di mettere al bando le armi di distruzione di Messa», dice Michele Smargiassi. E rincara: «le canzoncine devote che si ascoltano ogni domenica in tutte le parrocchie della penisola tra l'introibo e il missa est sono quasi sempre desolanti, banali, lagnose o bizzarre, talora ridicole e a volte perfino sbadatamente eretiche». È la pura realtà dei fatti.
Ma invece di ringraziare Iddio per cotanta inaspettata e veritiera profezia, invece di provvedere allo sfacelo, invece di cospargersi il capo di cenere, l’Osservatore Mondano risponde piccato: «Se la musica liturgica diventa un pretesto per litigare». La buttano sull’offesa.
Il Filotei pensa che «cantare il gregoriano non è vietato ed è anzi auspicabile e possibile». Ma il Concilio Vaticano II non auspica il canto gregoriano. No, il Concilio non auspica. Comanda, ordina di cantare il gregoriano: «La Chiesa riconosce il canto gregoriano come canto proprio della liturgia romana: perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale» (Sacrosanctum Concilium n.116).

Ma al Filotei e all’Osservatore Mondano l’obbedienza non piace. Semmai la pretendono dagli altri.
***
silvio

giovedì 16 giugno 2011

Giganti della fede manzoniani

Finalmente il Gay pride a Milano. Il figlio di Giandomenico Pisapia - il Giandomenico griffe delle trasmissioni di Renzo Arbore - riesce ad ottenere il voto all’unanimità della sua giunta.
Ricordiamo che fanno parte della giunta due esponenti della Caritas, un democristiano e due cattoadulti. In totale cinque spostatori di montagne, indispensabili al cattolicesimo.
Vista la loro fede non avranno certo i problemi occorsi a de Mattei. Saranno invece il fiore all’occhiello del card. Tettamanzi e della CEI, nota fucina della fede.
Noi invece, gente di poca fede e dalla dura cervice, continuiamo a credere a San Paolo: «E non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il Regno di Dio».
***
silvio

martedì 14 giugno 2011

Concilio e conciliarismo

Riccardo - blog Il Pubblicano - mi segnala un interessante articolo su Messainlatino, circa il Concilio Vaticano II.
Di seguito faccio una sintesi di quanto ho ponderato sull’argomento qua sul blog.

1) Non trovo corrette le varie classificazioni circa i concili. La Scuola Bolognese di Alberigo parla di Concili generali, ecumenici, ecc… Già Baget Bozzo era stato critico con tale prassi. Ora De Mattei e Gherardini distinguono in Concilio pastorale o dogmatico. Non concordo: ogni Concilio è un “unicum” a sé stante. I motivi della convocazione sono sempre i medesimi e cioè un ribadire il dogma (o definirlo) e un elenco di provvedimenti pastorali.
2) Trovo impossibile pronunciare un giudizio sulla fallibilità o infallibilità dei documenti del Concilio Vaticano II. Sono, difatti, testi estremamente ambigui, equivoci, vaghi, confusi. Per la parola del Cristo non posso che confessarne l’infallibilità, in quanto la Chiesa non può fallire. La Dignitatis Humanae, ad esempio, è uno dei più discussi pronunciamenti conciliari, ma anche e provvidenzialmente uno dei più ambigui. È possibile trarne ortodossia o eterodossia, a piacimento. Insomma, l'ambiguità conciliare è il grande problema, ma paradossalmente anche l'ancora di salvezza della Chiesa.
3) Questo significa che il “fumo di Satana” è penetrato abbondante nel Tempio, ma non corrodendone l'ortodossia. È entrato rendendo il Magistero caotico - non erroneo. Agli errori del postconcilio, quindi, è possibile rispondere in modo ortodosso anche utilizzando (scaltramente) gli stessi documenti del Concilio Vaticano II.
4) Solo un Papa può pronunciarsi sulla retta interpretazione di un Concilio. Finora i Papi da Giovanni XXIII a Benedetto XVI parlano di continuità, ma non hanno fornito argomenti esaustivi a favore di questa tesi. Fin tanto che un Pontefice non si esprimerà in modo esaustivo, la questione resta insoluta (ed insolubile).
***
silvio

giovedì 9 giugno 2011

FAMIGLIE AL CINEMA



THE TREE OF LIFE
di Terrence Malick
Produzione: India, Gran Bretagna, 2011
Interpreti: Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain

Palma d'oro al Festival di Cannes 2011 

Se preferite le storie ben raccontate, non andate a vederlo perché qui non c'è storia. Da chi lo ha amato è stato definito un poema visivo, un film-saggio, estatico e profetico; pellicola snob e noiosissima, piena di spocchia d'autore, da chi l'ha odiato. Il regista Terrence Malick, nato a Waco in Texas nel 1943, ha realizzato finora cinque film in quarant'anni, tutti oggetto di culto, sia per il silenzio che circonda la sua vita (non rilascia interviste, non si mostra in pubblico da decenni, predilige una narrazione visionaria e contemplativa), sia per le sue passioni intellettuali (è stato professore universitario di filosofia, occupandosi soprattutto del pensiero di Martin Heidegger). Molti vedono in lui un Kubrick redivivo e un maestro, non solo di cinema. Protagonista del film è la famiglia di Jack il quale, mentre deambula ingabbiato in gelidi grattacieli dove presumibilmente lavora, rammenta eventi lontani: gli atteggiamenti aggressivi di un padre autoritario, la leggerezza solare e rassegnata della madre, i giochi e i dispetti fatti al fratello minore, morto improvvisamente a diciannove anni. Tutto è raccontato secondo una logica sincronica: presente, passato e futuro s'ingarbugliano seguendo il tracciato onirico del regista, creatore assoluto che prova a fornire risposte ai quesiti esistenziali dei personaggi: “Dov’eri Tu? Hai lasciato morire un ragazzo. Tu lasci che succeda qualsiasi cosa. Perché dovrei essere buono se Tu non lo sei?”. La famiglia è un microcosmo che dà senso e identità, nel bene e nel male, è un fatto connaturato alla vita stessa dell'universo. S'intuisce l'affetto grande della madre verso i figli e il suo tentativo di alleggerire la gravità del padre. Monta però inesorabile l'odio dell'adolescente Jack che pensa, per un attimo, anche alla possibilità di ucciderlo: un'eco de La rabbia giovane (1973), film assurto a simbolo della ribellione sessantottina, anche perché il motto di allora (più o meno metaforico) “Uccidiamo il Padre”, in quel primo film di Malick viene rappresentato esemplarmente. Infatti il giovane Kit uccide il papà della ragazza con la quale fugge per un viaggio trasgressivo e autodistruttivo. In The tree of life si cerca invece una via per la riconciliazione. Nell'estenuante prologo naturalistico e psichedelico, probabilmente simbolo dell'imponenza e del mistero della natura (ma anche della sua sovrana indifferenza) e nel criptico finale, si lascia intendere una sorta di elaborazione del lutto da parte della famiglia che riabbraccia il figlio morto (sogno? aldilà? spirito?) in una landa deserta lambita dal mare. Quell'energia cosmica spirituale al centro di un certo cinema contemporaneo (Into the Wild, Avatar, Hereafter) si ripresenta come soluzione pacificante dopo una carrellata di belle immagini che fanno della natura una divinità da ammirare esteticamente e in cui annegare le proprie sofferenze, accettandone lo scorrere del tempo che tutto consuma e rigenera, all'insegna del Caos. Le preghiere e le citazioni iniziali nulla hanno a che fare con la redenzione di Cristo, anche se il linguaggio si presta ad ambiguità: ad esempio per l'uso della parola “grazia”, da interpretare come spontaneità, eleganza, naturalezza e non dono di un Dio personale. Scusate se uso la prima persona, non è il mio stile, ma confesso di essere stato, a vent'anni, un cinefilo incallito e allora questo film l'avrei consigliato. Vent'anni dopo sono un cinefilo pentito e attendo con ansia l'uscita di X-Men: L'inizio.
***                 
 

   Luca

mercoledì 8 giugno 2011

LA SOCIETA' PERFETTA

In continuità con  con la grande lezione dei classici greci e latini il magistero della Chiesa in genere e la dottrina sociale in specie considerano la Chiesa e lo Stato come società perfette, la famiglia come società non perfetta vediamo:
la famiglia è una societas naturalis, è una società naturale,  non è una società perfetta, perché non può sopravvivere da sola .
Lo Stato, è una società naturale, e si tratta di una società perfetta, nel senso che basta a se stessa all’interno della quale l’uomo trova i propri mezzi per conseguire il proprio fine naturale e indirettamente  quella stessa salvezza soprannaturale che è il fine della Chiesa.
 La Chiesa è società soprannaturale perfetta,  perchè  sufficiente a sé stessa , per conseguire il suo fine che è la salvezza delle anime, ha ricevuto dal suo fondatore divino tutti i mezzi, i sacramenti, la dottrina, la Santa Messa, le grazie necessarie.
Ora per comprendere il corretto rapporto tra famiglia e lo Stato è necessario introdurre il principio di sussidiarietà che presuppone un rapporto tra società di ordine superiore e inferiore.
Le società di ordine superiore devono porsi in atteggiamento di aiuto (subsidium) quindi di sostegno e promozione rispetto alle minori in modo che i corpi intermedi possano svolgere le funzioni che le competono senza essere assorbiti e sostituiti ad aggregazioni sociali superiori Stato in primis .Essre dunque società perfetta e quindi di ordine superiore non significa manipolare una società non perfetta di ordine inferiore .La famiglia e il principio di sussidiarietà rimangono quel baluardo che ogni singolo uomo ha dinanzi alle prevaricazioni della grande società, della società civile, baluardo di difesa contro ogni forma di collettivismo.
***
roberto

lunedì 6 giugno 2011

IL PAPA TORNA SULLA COSCIENZA



Benedetto XVI ha visitato il 4 e 5 giugno la Croazia, accolto da uno straordinario entusiasmo di popolo, mettendo al centro delle sue riflessioni come «tema centrale» quello della coscienza. Il Papa ne aveva già parlato in occasione del viaggio apostolico nel Regno Unito del 16-19 settembre 2010, nel corso del quale aveva beatificato il cardinale John Henry Newman (1801-1890). Qui un nostro articolo.
Tutti celebrano la libertà di coscienza. Ma per il pensiero maggioritario della modernità l’appello alla coscienza, declinato in modo soggettivistico, significa che ciascuno fa quello che vuole, seguendo i suoi impulsi e i suoi desideri. L’intera società, ha affermato Benedetto XVI al suo arrivo all’aeroporto di Zagabria, finisce allora per essere dominata dalla «poca stabilità» e «segnata da un individualismo che favorisce una visione della vita senza obblighi e la ricerca continua di “spazi del privato”». Per la grande tradizione classica e cristiana, al contrario, la coscienza è il luogo dove si ascoltano la verità e il bene, la voce che non incita a fare quello che si vuole ma quello che si deve, quanto la ragione indica come conforme al vero e al buono. Da queste due opposte nozioni di coscienza nascono due civiltà, due concezioni della famiglia, due Europe.
 Questa separazione della coscienza dalla verità porta fatalmente a «una crescente disgregazione della famiglia», a una «mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria, o addirittura sostitutiva del matrimonio», a una politica che nega «l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale, il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio e la necessità di provvedimenti legislativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli», che il Papa ha voluto ricordare anche al presidente italiano Giorgio Napolitano nel messaggio che gli ha indirizzato al momento di lasciare l’Italia verso la Croazia.
 Il Pontefice ha detto che «è nella formazione delle coscienze che la Chiesa offre alla società il suo contributo più proprio e prezioso», con un’influenza diretta anche su una politica che sia «non falsamente neutra, ma ricca di contenuti umani, con un forte spessore etico», sempre ispirata alla «dottrina sociale della Chiesa». E questo contributo «comincia nella famiglia».
Far prevalere l’idea corretta della coscienza contro le distorsioni del soggettivismo è un compito oggi molto difficile, «in una società che cerca di relativizzare e secolarizzare tutti gli ambiti della vita»
 Questo sforzo – ha affermato nella stessa occasione – non potrà essere soltanto intellettuale. Potrà riuscire soltanto grazie alla vita spirituale, alla preghiera, «ai Sacramenti, specie all’Eucarestia». Sempre attento alle ricorrenze, Benedetto XVI ha ricordato «i 600 anni del “miracolo eucaristico di Ludbreg”», un evento centrale nella storia cattolica della Croazia. Nel 1411 nella cittadina croata di Ludbreg il vino nel calice di un sacerdote che dubitava della presenza reale nell’Eucarestia si trasformò miracolosamente in sangue.

Tratto da "la bussola quotidiana" di M.Introvigne
***
roberto