venerdì 28 gennaio 2011

Memoria liturgica di san Tommaso d'Aquino

In adorazione discorrendo sull'essere
La teologia secondo san Tommaso d'Aquino

di Inos Biffi

«Nelle attuali ricerche o, come si dice, nel dialogo sul monoteismo - riguardo al quale la fede cattolica professa l'esistenza di un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo - è diffusa la discussione sull'essenza di Dio e sulla possibilità di nominarlo e quindi sul valore dei nomi che vengano attribuiti.
Quanto alla denominazione di Dio: parrebbe che nessun nome gli convenga e che nessuna idea ci si possa fare di lui, a motivo della sua trascendenza assolutamente inarrivabile e inattingibile e quindi inconcepibile dalla conoscenza umana, pena la sua riduzione ai confini e quindi ai limiti umani. Ed è come dire che di Dio non si può avere nessun concetto e che ogni concetto a suo riguardo sia destinato a essere equivoco: di Dio non si può parlare, ma solo tacere.» [leggi tutto]

© L’Osservatore Romano
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silvio

giovedì 27 gennaio 2011

Temere la dannazione altrui è una mentalità?

«Contro questo mostro dell’idolatria cinese, terribile con le sue tre teste (confucianesimo, taoismo e buddhismo), che tiranneggia da migliaia di anni tanti milioni di anime trascinandole negli abissi dell’inferno, si è levata la nostra Compagnia per fargli la guerra… al fine di liberare le anime disgraziate dalla dannazione eterna.»

Matteo Ricci

Stupefacente che questa citazione venga riproposta dal missionario don Piero Gheddo e liquidata come una «mentalità» ormai sostituita dal «dialogo». Ora, la motivazione del Ricci - salvezza dall’inferno - può essere avversata, ma è del tutto evidente. Quella invece del neo-Spirito di Assisi è vaga al punto da risultare incomprensibile. La motivazione dovrebbe essere il «dialogo della vita», se si capisse cos’è e a cosa serve. Se per caso fosse «la salvaguardia della pace, della giustizia, dell’aiuto ai poveri e della libertà religiosa per tutti», non servirebbe certo scomodare la Chiesa: basterebbe una politica illuminata o qualche ente filantropico. Obiettivi perseguibili senza la Grazia, alla portata anche di taoisti o indù.
No. La Chiesa ha il mandato di predicare il Vangelo, “fino all’effusione del sangue” (“usque ad effusionem sanguinis”), per una vocazione soprannaturale e fuori dalla portata di qualsiasi istituzione mondana o religione. L’unico fine della Chiesa è «di liberare le anime disgraziate dalla dannazione eterna», come giustamente dichiara il Ricci assieme a tutti i santi. Non è una «mentalità», ma un mandato irrevocabile e irreformabile.
L’autentico Spirito di Assisi - di San Francesco - è storicamente noto: convertire noi stessi ed i pagani a Cristo. Nessuno, poi, può accusare San Francesco (peccatore tra i peccatori) o Matteo Ricci (cinese tra i cinesi) di mentalità arrogante o fondamentalista, tanto fu dolce il loro dire ed il loro fare. Nulla di arrogante in essi, al contrario di molti dei predicatori contemporanei…
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silvio

mercoledì 26 gennaio 2011

“Buon compleanno Eugenio Corti E perdona la critica, se puoi”


Eugenio Corti

Articolo di Luca Doninelli

«Lo scrittore ha compiuto 90 anni. Ma l’establishment culturale ancora lo ignora Le sue colpe? È stato anticomunista, è cattolico e ha creato un capolavoro del Novecento

In questi giorni ha compiuto novant’anni uno dei personaggi più grandi e misteriosi della letteratura italiana dell’ultimo mezzo secolo: Eugenio Corti. Sono diverse, in Italia, e specialmente in letteratura, le figure difficili da catturare secondo i parametri storico-letterari vigenti - le figure, voglio dire, di cui si riconosce il valore, questo sì, ma per aggiungere però, subito dopo, che sono «di difficile collocazione», come se il problema fosse quello di collocarli, di prender loro le misure: cosa che si fa, solitamente, quando si deve fabbricare una bara.
Ma il caso di Eugenio Corti è comunque il più emblematico di tutti, perché Eugenio Corti ha commesso l’errore più imperdonabile: quello di avere scritto il capolavoro che tutti i letterati italiani aspettavano.» [leggi tutto]
© Il Giornale
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silvio

venerdì 21 gennaio 2011

Il politico cattolico, la laicità e il cristianesimo

Articolo di mons. Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo di Trieste

«Per il politico cattolico la laicità è un valore acquisito e da difendere. Essa significa che la sfera politica è indipendente da quella ecclesiastica e che politica e religione sono ambiti distinti. Il cristianesimo ha contribuito molto a fondare l’autentica laicità. Infatti il cristianesimo non è una religione fondamentalista. Il testo sacro cui esso si ispira non va letto alla lettera, ma interpretato; l’autorità universale del papa libera i cristiani dalle eccessive sudditanze politiche nazionali; la costruzione del mondo è stata affidata da Dio alla libera e responsabile partecipazione dell’uomo. Ciò però non significa che la società e la politica siano totalmente altro dalla religione cristiana, che non abbiano con essa niente a che fare. La società ha bisogno della religione in quanto tale e possiamo anche dire che la società ha bisogno in modo particolare della religione cristiana se vuole mantenersi su livelli di sana laicità.» [leggi tutto]
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silvio

giovedì 20 gennaio 2011

Moralità, moropatie e moralismi

«La Chiesa spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica in qualunque settore amministrativo, politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l'impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità».
Tarciso Bertone

Certamente il porporato si riferisce all’impegno morale, legale e giudiziario di contrastare l’aborto e il divorzio, di impedire lo sfascio delle famiglie, di ostacolare l’eutanasia e le forme di suicidio assistito, di frenare liberisti e keynesiani, di promuovere la sussidiarietà e l’iniziativa privata dell’associazionismo.
Si riferisce a questo, vero? Perché, se non si riferisse a questo, sarebbe grave.
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silvio

Messori: “Il buon politico viveur è meglio del cattivo moralista”

Articolo di Andrea Tornielli

«“Resto sbalordito quando sento invocare un anatema o una scomunica della Chiesa su Berlusconi per le ben note vicende”.
Vittorio Messori, scrittore cattolico autore di best-seller sulla storicità dei Vangeli, del libro intervista a Giovanni Paolo II (Varcare le soglie della speranza) e prima di un dialogo con l’allora cardinale Ratzinger che ha segnato un’epoca (Rapporto sulla fede), si dice “allergico” a ogni moralismo e a ogni confusione.» [leggi tutto]
© Et-et di Sebastiano Mallia
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silvio

mercoledì 19 gennaio 2011

Professione teologo

Quelli che riflettono sull'invisibile

di Inos Biffi

«Elaborare una teologia per il nostro tempo, che risponda alle attese del mondo, che ne assuma il linguaggio e le aspirazioni: è l’incombenza abitualmente assegnata a quanti fanno di professione il teologo.
Intanto giustifichiamo questo modo di esprimersi: fare di professione il teologo. Qualcuno parla di carisma o di ministero del teologo, il che può anche aver senso, se si intende mettere in luce che la teologia è un servizio nella Chiesa. Solo che si deve subito aggiungere che non si diventa teologi per grazia o per una speciale missione ricevuta, ma perché si ha una particolare capacità e attitudine a riflettere sulla fede o a esplorare il mistero cristiano; se a questo ci si dedichi assiduamente come a un lavoro arduo ed esigente, facendone una laboriosa scelta di vita.
Oggi si è molto larghi e facili nel concedere o nel concedersi il titolo di teologo: nella storia della teologia troviamo un criterio ben differente.
Tommaso d’Aquino era di parere diverso. Egli riteneva che la professione del teologo - o, come egli la definisce, l’officium sapientis - sia impresa che oltrepassa le possibilità umane (proprias vires excedit) e può esercitarsi solo affidandosi alla bontà divina (assumpta ex divina pietate fiducia).» [leggi tutto]
© L’Osservatore Romano
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silvio

mercoledì 12 gennaio 2011

“Ecumenismo stanco?”


Pietro Valdo
Riporto qui un breve articolo di Emilio Bracco, membro della Comunità ecclesiale valdese di Trieste. L’articolo, di cui al titolo, è comparso in una circolare della Comunità, che periodicamente mi viene inviata su mia richiesta. Devo precisare che i protestanti di Trieste, visto il numero esiguo degli appartenenti, sono riuniti in un gruppo più ampio: Chiese Evangeliche Elvetica, Metodista e Valdese di Trieste e Diaspora. Conosco personalmente Emilio - persona di grande spessore umano - il quale mi ha fatto un po’ conoscere la realtà valdese tergestina.
L’articolo è importante perché manifesta gli ostacoli, francamente enormi, che rallentano (anzi, bloccano) il cosiddetto dialogo ecumenico. [leggi tutto]
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silvio

martedì 11 gennaio 2011

“Mandato di cattura” fogliante per Claudio Magris

Imperdibile Pietrangelo Buttafuoco che, su Il Foglio, gliele canta a dovere a Claudio Magris - epigono della deceduta cultura tergestina.

Questa la sintesi della traduzione del Magris al confino, da parte di un drappello di arditi: «Un manipolo di squadristi, su ordine della Polizia fogliante, marcia nottetempo su Trieste per un’azione meritoria: la traduzione in side-car dello scrittore alleato del luogo comune».
Il “mandato di cattura” è varato «affinché l’Italia sia mondata dalla piaga conformista» e da «sedimenti di untuoso e immorale umanitarismo imbecille».
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silvio

lunedì 10 gennaio 2011

Cinque brevi letture per cominciare bene la settimana

Vi suggerisco un percorso impegnativo, ma i testi sono brevi e quella di Alleanza Cattolica su Facebook è una scuola che non chiude mai.

1. Cominciate con i battesimi del Papa di domenica nella Cappella Sistina.

2. Continuate con la controversia sul tricolore.

3. Il che vi farà venire voglia di sapere cosa pensa Marco Invernizzi, di Alleanza Cattolica, delle esternazioni del presidente Napolitano sul Risorgimento.

4. Fate un intermezzo con il film "Hereafter" di Clint Eastwood, commentato e criticato da Luca Finatti, di Alleanza Cattolica.

5. Concludete con un piatto forte: il discorso del Papa del 10 gennaio al Corpo Diplomatico sulla libertà religiosa, per me un'agenda anche per il mio incarico all'OSCE.

In Jesu et Maria

Massimo Introvigne

Dittatura delle minoranze

A proposito delle più volte menzionate “installazioni”, alle quali oramai l’arte contemporanea fa culto di adorazione assoluto, proporrei un articolo di Luca Beatrice, che redige il certificato di decesso della pittura.
Decesso decretato - come nel caso di tutte le rivoluzioni - da una sparuta e sovietica intellighenzia, non supportata dal buon senso della gente, che continua a preferire l’acquisto di quadri. Beatrice non parla di installazioni, ma di un fenomeno distruttivo interno alla pittura. Fenomeno, direi, prodotto da quelle stesse avanguardie paranoiche innamorate della  becera e violenta provocazione.
Siamo in piena dittatura, insomma. Nell’arte spadroneggiano le minoranze bolsceviche, così come - in campo politico - l’Europa è sotto sequestro ideologico di un pugnetto di giacobini.
Peggio dei barbari, hanno saccheggiato la bellezza e la civiltà.
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silvio

FAMIGLIE AL CINEMA



Le Cronache di Narnia – Il viaggio del veliero
di Michael Apted, Gran Bretagna, 2010
Interpreti principali: Ben Barnes (Re Caspian), Skandar Keynes (Edmund), Georgie Henley (Lucy), Will Poulter (Eustace Scrubb),


“Supponiamo che ci sia una terra come Narnia e che il Figlio di Dio, come è diventato uomo in questo mondo, diventi lì un leone. A quel punto immaginiamo cosa può accadere”. Così rispose lo scrittore C.S. Lewis (1898-1963) ai curiosi che volevano conoscere la genesi del suo mondo fantastico. Ed ecco ciò che è accaduto: un ciclo di sette romanzi pubblicati tra il 1950 e il 1955; la riproposizione di simboli universali di culture differenti, orientati a ritrovare un senso pieno in Cristo-Aslan; tre film usciti all'inizio del secondo millennio che ripercorrono fedelmente le gesta romanzesche della famiglia Pevensie, due sorelle e due fratelli misteriosamente catapultati in un universo parallelo. Mentre nella realtà primaria infuria la II Guerra Mondiale, in quella secondaria i giovani protagonisti ingaggiano la loro battaglia che ha tutte le caratteristiche di un ascetico combattimento spirituale (“Se volete sconfiggere le tenebre fuori dovete prima sconfiggere le tenebre dentro di voi”). Nel primo film l'incoronazione finale dei protagonisti riconosce a ciascuno la felice conquista di una virtù esercitata con particolare impegno: Peter (“il magnifico”), Susan (“la dolce”), Edmund (“il giusto”) e Lucy (“la valorosa”). Fede, speranza e carità sono invece attributi di Aslan che, di volta in volta, ne rende partecipi i personaggi incontrati, attraendoli a sé e trasfigurandoli. In questo terzo film, capace di ridestare l'incanto del primo, dopo un secondo più avventuroso e superficiale, compare un nuovo ragazzo, il cugino Eustace, arcigno e incredulo. Insieme a Edmund e Lucy ormai adolescenti, anche il suo sarà un viaggio di formazione, molto particolare e doloroso, per imparare a vincere le tentazioni più insidiose. A differenza di Tolkien, di cui fu amico stimato, in Lewis è evidente l'intenzione didascalica, a scapito della spontaneità della storia e della caratterizzazione dei personaggi. I film però risentono meno di questi difetti di scrittura e le vicende acquisiscono in vivacità e freschezza. Bisogna sperare che la saga cinematografica continui e lasci sempre più trasparire i tratti evangelici. Uno domina su tutti: la regalità sacra cristiana. Se nella storia del mondo antico, e non solo, chi comanda spesso si presenta come una divinità e vuole essere adorato, Narnia invece è governata secondo altri principi: i re sono umani mediatori tra cielo e terra, sanno che la vera regalità sta nell'amare e servire il popolo seguendo il modello di Aslan, il leone re, figlio dell'Imperatore, simbolo potente della regalità di  Cristo. Come ci ha ricordato il Papa nell'omelia della veglia di Natale: “Questo bambino è veramente l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Il suo regno si estende veramente fino ai confini della terra.[...] Questo bambino ha acceso negli uomini la luce della bontà e ha dato loro la forza di resistere alla tirannia del potere. In ogni generazione Egli costruisce il suo regno dal di dentro, a partire dal cuore”. Ma questo deve poi tradursi in compito per trasformare la società, come spiega Aslan, riconducendo i giovani a casa: “Io veglierò su di voi, sempre. Nel vostro mondo ho un altro nome. Dovrete imparare a conoscermi con quello. È questa la ragione che vi ha portati a Narnia: perché avendomi conosciuto un po' qui riusciate a conoscermi un po' meglio anche lì". Ecco svelato il mistero: Narnia è un luogo dello spirito dove la fantasia si purifica meditando la regalità di Cristo in noi, per poi diffonderla, fortificati, intorno a noi.
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Luca

venerdì 7 gennaio 2011

Ettore Gotti Tedeschi a Trieste

Ettore Gotti Tedeschi, economista ed attuale presidente dell’Istituto per le opere di religione (Ior), esordisce con una battuta: «Perché siamo in crisi economica? Perché non abbiamo avuto buoni preti che hanno insegnato dottrina». Ma al di là della battuta, Gotti Tedeschi ha pochi dubbi sul fatto che a monte di ogni crisi - non solo economica - vi sia un crollo dei valori morali cristiani. In particolare, egli sostiene che il naufragio economico occidentale sia conseguenza primaria della rinuncia irresponsabile a fare figli. Assunto, questo, che l’insigne economista ha inteso dimostrare durante la conferenza dal titolo “Sviluppo economico e inverno demografico”, ultimo appuntamento del ciclo “Cattedra di San Giusto 2010”. L’incontro si è svolto il 16 dicembre presso la Sala Maggiore della Camera di Commercio di Trieste, alla presenza dell’Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, delle autorità cittadine e del pubblico. [leggi tutto]

Silvio Brachetta © Vita Nuova

lunedì 3 gennaio 2011

Viva la morte

«Quattro giorni prima di rendere la sua anima a Dio per tre volte esclamò forte: “Viva la morte”. “Perché?” gli chiese la suora che lo assisteva. “Perché è principio della vita”.»

Vale veramente la pena conoscere la vita e l’opera di questo grande parroco di Castelletto di Brenzone sul lago di Garda.
Sei anni di grandi sofferenze - dal 1917 al 1922 - prima della sua santa morte. Morte non più nemica, ma sorella: dono della Provvidenza, assieme al tempo, per la nostra beatitudine eterna. Ho recentemente avuto a che fare con le Piccole suore della Sacra Famiglia, da lui costituite in ordine religioso.
Originali il suo esempio e i suoi insegnamenti.
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silvio