lunedì 10 gennaio 2011

FAMIGLIE AL CINEMA



Le Cronache di Narnia – Il viaggio del veliero
di Michael Apted, Gran Bretagna, 2010
Interpreti principali: Ben Barnes (Re Caspian), Skandar Keynes (Edmund), Georgie Henley (Lucy), Will Poulter (Eustace Scrubb),


“Supponiamo che ci sia una terra come Narnia e che il Figlio di Dio, come è diventato uomo in questo mondo, diventi lì un leone. A quel punto immaginiamo cosa può accadere”. Così rispose lo scrittore C.S. Lewis (1898-1963) ai curiosi che volevano conoscere la genesi del suo mondo fantastico. Ed ecco ciò che è accaduto: un ciclo di sette romanzi pubblicati tra il 1950 e il 1955; la riproposizione di simboli universali di culture differenti, orientati a ritrovare un senso pieno in Cristo-Aslan; tre film usciti all'inizio del secondo millennio che ripercorrono fedelmente le gesta romanzesche della famiglia Pevensie, due sorelle e due fratelli misteriosamente catapultati in un universo parallelo. Mentre nella realtà primaria infuria la II Guerra Mondiale, in quella secondaria i giovani protagonisti ingaggiano la loro battaglia che ha tutte le caratteristiche di un ascetico combattimento spirituale (“Se volete sconfiggere le tenebre fuori dovete prima sconfiggere le tenebre dentro di voi”). Nel primo film l'incoronazione finale dei protagonisti riconosce a ciascuno la felice conquista di una virtù esercitata con particolare impegno: Peter (“il magnifico”), Susan (“la dolce”), Edmund (“il giusto”) e Lucy (“la valorosa”). Fede, speranza e carità sono invece attributi di Aslan che, di volta in volta, ne rende partecipi i personaggi incontrati, attraendoli a sé e trasfigurandoli. In questo terzo film, capace di ridestare l'incanto del primo, dopo un secondo più avventuroso e superficiale, compare un nuovo ragazzo, il cugino Eustace, arcigno e incredulo. Insieme a Edmund e Lucy ormai adolescenti, anche il suo sarà un viaggio di formazione, molto particolare e doloroso, per imparare a vincere le tentazioni più insidiose. A differenza di Tolkien, di cui fu amico stimato, in Lewis è evidente l'intenzione didascalica, a scapito della spontaneità della storia e della caratterizzazione dei personaggi. I film però risentono meno di questi difetti di scrittura e le vicende acquisiscono in vivacità e freschezza. Bisogna sperare che la saga cinematografica continui e lasci sempre più trasparire i tratti evangelici. Uno domina su tutti: la regalità sacra cristiana. Se nella storia del mondo antico, e non solo, chi comanda spesso si presenta come una divinità e vuole essere adorato, Narnia invece è governata secondo altri principi: i re sono umani mediatori tra cielo e terra, sanno che la vera regalità sta nell'amare e servire il popolo seguendo il modello di Aslan, il leone re, figlio dell'Imperatore, simbolo potente della regalità di  Cristo. Come ci ha ricordato il Papa nell'omelia della veglia di Natale: “Questo bambino è veramente l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Il suo regno si estende veramente fino ai confini della terra.[...] Questo bambino ha acceso negli uomini la luce della bontà e ha dato loro la forza di resistere alla tirannia del potere. In ogni generazione Egli costruisce il suo regno dal di dentro, a partire dal cuore”. Ma questo deve poi tradursi in compito per trasformare la società, come spiega Aslan, riconducendo i giovani a casa: “Io veglierò su di voi, sempre. Nel vostro mondo ho un altro nome. Dovrete imparare a conoscermi con quello. È questa la ragione che vi ha portati a Narnia: perché avendomi conosciuto un po' qui riusciate a conoscermi un po' meglio anche lì". Ecco svelato il mistero: Narnia è un luogo dello spirito dove la fantasia si purifica meditando la regalità di Cristo in noi, per poi diffonderla, fortificati, intorno a noi.
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Luca

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