martedì 30 novembre 2010

“Luce del mondo”

Anche Giuliano Ferrara e Sandro Magister sono un po’ delusi dall’ultimo libro del Papa.
Ferrara: «[…] le linee del suo insegnamento pastorale perdono in parte quell’attrazione trasgressiva, quel vigore provocatorio e quell’aura di sfida al secolo, sul suo infido terreno, che ci hanno fino a ieri fatto ragionare, magari anche un po’ delirare e, in un certo senso, credere di poter credere.»
Magister: «La non brillante traduzione italiana dell’intervista, punteggiata qua e là da errori grossolani, è già stata oggetto di critiche. […] Il peggio, però, non è lì. È nell’incredibile pasticcio delle pagine finali […]».
***
silvio

lunedì 29 novembre 2010

深深愛你耶穌

«深深愛你耶穌, 深深愛你耶穌, 我愛你耶穌»
«Shen shen ai ni Yesù, shen shen ai ni Yesù, wo ai ni Yesù»
«Ti amo profondamente Gesù, Ti amo profondamente Gesù, io Ti amo Gesù»

***
silvio

Inizio novena

Inizia oggi la novena alla madonna immacolata

                                                     Vergine immacolata prega per noi
***
roberto

FAMIGLIE AL CINEMA

Ecco un bel film che dà il tono giusto per iniziare bene l'Avvento.

              

               Stanno tutti bene

di Kirk Jones, Usa, 2010
con Robert De Niro, Drew Barrymore, Kate Beckinsale, Sam Rockwell
Uscito in Italia il 12 novembre 2010
“Oggi più che mai la famiglia è una realtà naturale, se con questo termine non si intende una cosa fissa, scritta sulla pietra, ma il senso profondo di una relazione fra i sessi e fra le generazioni che costituisce il momento in cui la natura si fa cultura. Il punto è che il diritto naturale deve essere sviluppato su basi culturali appropriate, che oggi mancano perché si preferisce pensare che la famiglia sia solo una costruzione artificiale, che ciascuno può scegliere e fare a piacimento. È un grande inganno”. L'opposizione natura/artificio, evidenziata dalle parole del sociologo Pierpaolo Donati, caratterizza significativamente questa sceneggiatura. Da una parte c'è la naturalezza del padre Frank che spera di rivedere i figli almeno nell'occasione del pranzo natalizio; dall'altra le famiglie, incapaci d'accogliere l'invito perché avvolte in un alone artificioso di piccole e grandi menzogne, costruite per tranquillizzare il papà lontano. L'uomo, vedovo da pochi mesi, decide di mettersi in viaggio, nonostante il cuore debole, perché ha intuito che c'è una verità da scoprire. Attraverso i dialoghi con i figli, sorpresi dal suo arrivo e tutti intenti a celargli la loro condizione di infelicità (divorzio, carriera mancata, gravidanza segreta, omosessualità), emerge la naturale esperienza di famiglia vissuta dal padre. Innanzitutto il desiderio di unità, di legami inossidabili, efficacemente simbolizzati dall'immagine reiterata dei cavi telefonici, installati quando lavorava come operaio specializzato (“Ho tirato 1000 km di cavo alla settimana per far arrivare i miei bambini dove sono ora!”). Poi i ruoli genitoriali ben definiti: lui silente e laborioso, fuori casa dal mattino alla sera, mentre lei tesseva relazioni, ascoltava confidenze e cercava di non preoccupare il marito, a volte tacendo più del dovuto. Infine, nonostante le ristrettezze economiche, la prole è numerosa e cresce sana in una villetta con giardino, ai margini della metropoli. I luoghi invece abitati dai figli abbondano di dettagli artefatti: il finto focolare di Amy, le bugie di Robert, la monumentale Las Vegas di Rosie,  l'assenza misteriosa di David. Quattro figli, un solo matrimonio, due nipoti in tutto. L'opera giustappone icasticamente un modello tradizionale di famiglia a un altro postmoderno, senza moraleggiare né rimpiangere il passato. In ogni caso è il padre a muoversi verso figli immobilizzati dall'ipocrisia, spinto dalla memoria della moglie con cui dialoga dinanzi alla tomba. Frank è interpretato da un malinconico De Niro, mai così misurato nei gesti e nelle espressioni. L'intero cast gode della luce riflessa del grande attore e l'accusa di eccessivo sentimentalismo proviene da chi paragona questo film, che è un remake, con quello realizzato nel 1989 da Giuseppe Tornatore. Si rimpiange soprattutto l'interpretazione crepuscolare di Mastroianni e il presunto lucido pessimismo del regista siciliano. Infatti la pellicola statunitense ha osato mutare, felicemente, la conclusione, mostrando l'amore paterno che ricuce ferite, dona speranza e si rivolge intimamente alla moglie, quasi in preghiera. Nell'originale invece un Mastroianni truccato con baffi posticci e francamente ridicoli ritorna mesto a casa, sconfitto e abbandonato a un destino di solitudine. Dal confronto emerge perfettamente ciò che continua a mancare a tanto cinema italiano che si dibatte fra comicità scurrile e vittimismo d'autore: l'aleggiare misterioso, commovente e pacificatore dello spirito del Natale.
*** 

Luca

venerdì 26 novembre 2010

Invidia

Per gli immanentisti l’invidia è un sentimento negativo a volte anche buono, ma non sanno come combatterlo  e sarebbero stati i cristiani a scatenarlo nel mondo In grassetto le mie considerazioni a questo testo del filiosofo

Invidia 

Quel sentimento inutile che ferisce e paralizza
A differenza della lussuria, della superbia, della gola, l'invidia è forse l'unico vizio che non dà piacere. Eppure è molto diffuso e ciascuno di noi ne ha fatto esperienza per aver invidiato o essere stato invidiato. Evidentemente le sue radici nascoste affondano in quel nucleo profondo dove si raccoglie la nostra identità che, per costituirsi e crescere, ha bisogno del riconoscimento. (Del riconoscimento da parte dell’uomo o di Dio?. Chi confida nell’uomo è in balia dell’uomo chi confida in Dio sa di essere sempre riconosciuto, perché Dio ci ha creati dal nulla, liberamente e quindi per amore) Quando questo manca, la nostra identità si fa più incerta, sbiadisce, si atrofizza, e allora subentra l'invidia che vorrebbe concedere, a chi è incapace di valorizzare se stesso, una salvaguardia di sé nella demolizione dell'altro. Più che un vizio, l'invidia è un meccanismo di difesa, un tentativo disperato di salvaguardare la propria identità quando si sente minacciata dal confronto con gli altri. (L’invidia non è un meccanismo, un servomeccanismo che compensa gli errori ma un cattivo uso della libertà) [leggi tutto]
***
roberto

mercoledì 24 novembre 2010

Bonum certamen certavi



«Stretti tra accuse di proselitismo, dialogo interreligioso e perdita della propria identità culturale, i cattolici sembrano aver dimenticato che uno dei loro principali doveri è quello dell’apostolato. […] Ci sono molti modi di fare apostolato, senza necessariamente suonare alle porte delle case con gli opuscoli in mano. Uno è quello suggerito da Suhard: “Essere suoi testimoni non significa necessariamente fare della propaganda né fare sensazione. Può significare semplicemente ‘fare mistero’: vivere in maniera tale da essere incomprensibili se il Dio di Cristo non esistesse.”»
Adriano Stagnaro, © Anime Fiammeggianti

Veramente ottimo questo sito di apologetica cristiana, che scopro solo adesso.
L’Autore di Anime Fiammeggianti, Adriano Stagnaro appunto, è purtroppo in cura per la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Leggendo il sito si comprende perfettamente la differenza di prospettiva di chi ha fede rispetto ad un normale ideologo radical chic…
Una preghiera speciale di pronta guarigione per questo valoroso combattente.
***
silvio

martedì 23 novembre 2010

Interrogativi

Sì, d’accordo, padre Federico Lombardi chiarisce che «il Papa non aveva voluto prendere posizione sul problema dei profilattici in generale».
Va bene, «il profilattico appare in ultimo luogo come scappatoia», mentre è ben più auspicabile che si applichi «astinenza e fedeltà».
Niente da dire: «il Papa non riforma o cambia l’insegnamento della Chiesa, ma lo riafferma».
Detto questo, con i confessionali vuoti, con i tabernacoli sradicati e buttati in un angolo, con la liturgia ridotta a intrattenimento, con la fede estinta, con i chierici che non obbediscono più, era proprio necessario parlare dei preservativi?
Due i messaggi che sono passati, dopo la pubblicazione dell’ennesimo libro di Ratzinger (ne serviva un altro?): la Chiesa ha finalmente autorizzato il preservativo e gli ebrei non devono più essere evangelizzati.
***
silvio

sabato 20 novembre 2010

Pensiero della Domenica - 123


A cura del sito “Vie dello Spirito

Solennità di Gesù Cristo Re dell'Universo

La Chiesa oggi, ha cambiato il colore liturgico; è terminato ormai il colore verde che ci ha accompagnato per tutta la lunga serie delle domeniche estive. In questa domenica il celebrante indossa i paramenti di colore bianco, perché è la grande Festa di Cristo Re.
Leggendo la Bibbia si rimane sconcertati perché il linguaggio di Dio è completamente differente dal nostro. Per noi il concetto di Re è sinonimo di superiorità, predominio, potenza. Il simbolo della regalità è qualcuno che domina, che comanda, che è superiore agli altri, ai sudditi. Ora sentire parlare Cristo che dice, io sono re, fa una certa impressione e ne fece tanta a suo tempo, che fu motivo di scandalo, tanto è vero che lo denunciarono, lo portarono in tribunale, perché aveva osato dire che Lui era il vero Re, invece di Cesare. [leggi tutto]
***
Don Lucio Luzzi

giovedì 18 novembre 2010

Fini nel Paese delle meraviglie. Vera e falsa destra

Chi pretende che il significato delle parole sia indipendente dalla realtà non è soltanto grottesco ma è anche pericoloso. Va combattuto seriamente.
Ecco un bell'articolo di Massimo Introvigne, da integrare per approfondire magari con il libro di Giovanni Zenone
Il giornalista Massimo Gramellini non è certo un uomo di destra. Ma è difficile dargli torto quando, sulla prima pagina de La Stampa del 17 novembre, scrive che quelli proposti da Gianfranco Fini come elenchi dei valori della destra «non erano elenchi, ma frasi fatte». La questione può apparire priva di senso in un’epoca di «dittatura del relativismo» – l’espressione, com’è noto, ricorre spesso nel Magistero di Benedetto XVI – in cui ognuno dà alle parole il significato che più gli aggrada. Il dittatore segreto del mondo che ci circonda è il malvagio Humpty Dumpty di Attraverso lo specchio (1872), il fortunato seguito che Lewis Carroll (1832-1898) diede al suo Alice nel Paese delle meraviglie (1865). Nel sesto capitolo di Attraverso lo specchio troviamo questo dialogo fra Alice e Humpty Dumpty:
«Quando io uso una parola, – disse Humpty Dumpty in tono d'alterigia, – essa significa ciò che appunto voglio che significhi: né più né meno.
-Si tratta di sapere, – disse Alice, – se voi potete dare alle parole tanti diversi significati.
-Si tratta di sapere, – disse Humpty Dumpty, – chi ha da essere il padrone. Questo è tutto».[leggi tutto]
***
roberto

mercoledì 17 novembre 2010

Naufragio contrastato debolmente


Il Papa fa quello che può. Certo ci vorrebbe un’azione a vasto raggio più incisiva.
Parlo delle spinte anticattoliche interne alla Chiesa, dell’ormai quotidiano contrasto all’errore dilagato in tutto il corpo ecclesiale.
Prima questione: strapotere delle Conferenze episcopali. Benedetto XVI insiste sul problema.
L’occasione è stata la visita “ad limina Apostolorum” dei presuli brasiliani. Ma le parole del Pontefice sono dirette ad ogni Conferenza episcopale nazionale che deve «evitare di collocarsi come una realtà parallela o sostitutiva del ministero di ognuno dei vescovi […] né costituire un intermediario fra il vescovo e la Sede di Pietro».
Certo, è prevista una «cooperazione sempre più stretta e concorde» tra la Conferenza episcopale e i vescovi. Il singolo vescovo, però non deve «abdicare alla responsabilità principale di pascere come pastore proprio, ordinario e immediato la sua Chiesa particolare».
Seconda questione: sembra incredibile, ma come direttore del coro pontificio della Cappella Sistina è stato nominato un modernista. Come possono accadere queste cose?
Secondo il pretino postconciliare «la musica liturgica precedente il Concilio Vaticano II era solo un “ornamento” estrinseco alla celebrazione. Il gregoriano e la grande polifonia puro accessorio, mentre “pertinenti” e “costitutive” della liturgia sarebbero certe canzonette oggi in uso» (Sandro Magister).
La medicina esiste, ma non è applicata: scomunica a tappeto come il napalm in Vietnam.
***
silvio