mercoledì 30 marzo 2011

Corso a Milano sul Risorgimento

Milano, venerdì 1 aprile 2011

Organizzato dall’AESPI-Associazione Europea Scuola e Professionalita' Insegnante in occasione del 150° anniversario dell'unificazione italiana, presso l'Istituto Professionale "Caterina da Siena", viale Lombardia 89 (scuola capofila del progetto, che vede coinvolte altri Istituti della Lombardia, dell'Emilia, del Lazio e della Puglia), dalle ore 8.30 alle ore 13.30 si terrà un corso-convegno sul tema:


Responsabile organizzativo: prof. Alfonso Indelicato.
Introduce il Prof. Francesco Menna, direttore scientifico del corso.
Interventi, fra gli altri, di:
Luciano Garibaldi, giornalista e saggista ("Vittorio Emanuele II, Re galantuomo e soldato");
Giuseppe Brienza, giornalista, di Alleanza Cattolica ("Italia unita ma non unificata");
Enrico Nistri, docente e saggista ("Italia o italietta?").

Si informa che l'AESPI è ente accreditato presso il MIUR per la formazione del personale della scuola e che pertanto i docenti di tutta Italia che intendono partecipare possono usufruire dell'esonero dal servizio alle consuete condizioni.
Per ulteriori informazioni:
AESPI. Corso Buenos Aires, 2 - 20124 MILANO
tel.: 02/89451825
fax: 02/6430486

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silvio

martedì 29 marzo 2011

Gogna

È vietato riflettere sul mistero del male.
Roberto de Mattei è stato esposto al pubblico ludibrio per aver trattato a Radio Maria nientemeno che di teodicea. Perché i terremoti? Perché Dio permette questo?
Gli ateisti, forconi alla mano, sono subito insorti bacchettando il reo: rispondere a queste domande è contro la Scienza! È una buffonata! I terremoti sono solo fenomeni meccanici, capitooooooo?? Guai a dare spiegazioni che non siano terra terra come le nostre zucche vuote: siamo stati chiariii??!! Buttatelo fuori!
Gianfranco Ravasi, invece, va a genio ai sanculotti. Il gran teologo, per spiegare (ambiguamente) il male, non attinge a Sant’Agostino, San Tommaso, al Magistero. No. Attinge agli atei Cotureau e Camus, all’economista Philippe Nemo, al protestante Bonhoeffer…
Deride pure la teodicea.
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silvio

venerdì 25 marzo 2011

“Martyria Christi - La Fede in Europa oggi”

A proposito del mio articolo, ecco il video del primo incontro della “Cattedra di San Giusto” a Trieste. Ospiti: card. Camillo Ruini e Massimo Cacciari


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silvio

FAMIGLIE AL CINEMA



THE FIGHTER
di David O. Russell, Usa, 2011
Con Mark Wahlberg, Christian Bale (Premio Oscar miglior attore non protagonista),
Melissa Leo (Premio Oscar miglior attrice non protagonista)


Il pugilato è probabilmente lo sport più e meglio rappresentato al cinema, capace di ispirare capolavori come Toro scatenato (1980) e Million dollar baby (2004), ma anche tutta una produzione popolare ricca di storie ora epiche ora malinconiche, spesso affascinanti per le realistiche ricostruzioni d'ambiente e il racconto della vita spericolata dei protagonisti (da Lassù qualcuno mi ama, 1956, a Cinderella man, 2005). The fighter s'inserisce in modo più che dignitoso in questa tradizione consolidata. Il film è tratto dalle vicende biografiche di due fratellastri di origine irlandese, Dicky Eklund e Micky Ward. Entrambi pugili celebri dei nostri tempi: il primo però, il più anziano, dopo un avvio promettente, si è rovinato la carriera a causa della dipendenza dal crack, mentre il secondo, allenato dal fratello, ha conquistato il titolo mondiale dei Welter nel 2000.  Girato con uno stile asciutto ed elementare, crudo nel linguaggio e nella descrizione d'ambienti degradati, quasi televisivo nelle riprese dei combattimenti, senza  ricercatezze o enfasi, il film narra anzitutto la storia di una famiglia (oltre ai due maschi ci sono sette sorelle) e degli scontri, anche fisici, necessari per ritrovare relazioni umane più autentiche. In questo senso, come dice il titolo, qui tutti combattono: la madre per strappare il figlio maggiore alla droga e portare quello giovane al successo; Dicky per liberarsi dai rimpianti (oltre che dalla dipendenza) e finalmente riabbracciare il suo bambino senza vergognarsi di sé stesso; il fratello minore per scrollarsi di dosso il giogo di una mamma manager e di un fratello che decidono tutto al posto suo e non capiscono come valorizzarlo sul ring poiché accecati da attese presuntuose ed egoiste. Infine Charlene, la fidanzata di Micky, lotta per preservarlo dall'influenza nefasta dei parenti. Le scene più commoventi sono proprie quelle in cui lui rivendica maggiore autonomia e rifiuta di farsi condizionare dai ricatti psicologici e morali di madre e fratello. Forte dell'amore di Charlene, si allontana da tutti, cerca un nuovo allenatore, poi un altro manager, e comincia a boxare con più serenità e fiducia. Contemporaneamente ci viene mostrato anche il parallelo percorso di rinascita di Dicky, finito nuovamente in carcere dove però matura la convinzione di dover abbandonare la droga se vuole davvero aiutare il fratello. Il dramma si ricompone grazie all'intensa coesione familiare, fonte per tutti di rinnovamento e speranza dopo i chiarimenti: è Micky infatti a dettare le condizioni. Oggi i due fratelli sono una leggenda vivente a Lowell, una cittadina dei sobborghi di Boston nel Massachusetts, dove Ward guida camion per le industrie cinematografiche, gestisce una palestra e, intervistato, si dice soddisfatto del film e dell'adeguata interpretazione di Mark Whalberg, attore
cresciuto in una famiglia disastrata e povera, tifoso appassionato del pugile, tutto intento a immedesimarsi con naturalezza nel suo mito adolescenziale. Peccato che lo sceneggiatore non abbia tenuto conto anche di un altro importante combattimento del nostro eroe, quello spirituale. Nei primi anni '90, in un momento di profonda crisi personale, Micky fu incarcerato per aver difeso con aggressività il fratello arrestato dalla polizia. In prigione riceve quella che definisce un'illuminazione: “Mi sono guardato dentro e ho riscoperto la fede. Ho poi promesso a Dio che avrei rigato dritto se mi avesse aiutato”. Da quel momento ha iniziato a vincere.
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 Luca

giovedì 24 marzo 2011

Ruini e Cacciari a Trieste

Fu il filosofo e scrittore spagnolo Miguel de Unamuno (1864-1936), il cui approccio al cristianesimo è stato piuttosto critico e tormentato, a sostenere che «con Dio o senza Dio tutto cambia». Questa medesima sentenza è stata scelta come titolo per il primo incontro della “Cattedra di San Giusto”. Con quelle parole, Unamuno intendeva evidenziare che un riferimento al trascendente e al divino è necessario alla ragione umana. Non è un caso che il ciclo della “Cattedra” di quest’anno, dedicato al tema “Martyria Christi - La Fede in Europa oggi”, sia cominciata con una riflessione sulla ragionevolezza della fede. Se, infatti, come auspicato dal nostro arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, la “Cattedra” vuole affrontare problematiche «di viva attualità per comprendere il nostro contesto culturale, sociale e religioso», tale comprensione può avvenire meglio dove fede e ragione si illuminano reciprocamente. [leggi tutto]

Silvio Brachetta - © Vita Nuova

Padre Pio dove mai sei finito?

Rino Cammilleri cerca di confessarsi ma…
Una delle tante disavventure. I confessionali sono vuoti, si sa. I piani pastorali, se non parlano di queste cose, di cosa mai parleranno di così importante? Bah…
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silvio

mercoledì 23 marzo 2011

venerdì 18 marzo 2011

Una bella giornata per la libertà religiosa

Crocifisso. Introvigne (OSCE): Una bella giornata per la libertà religiosa


(ANSA) - VIENNA, 18 MAR -  “Una bella giornata per la libertà religiosa”: è il primo commento del sociologo Massimo Introvigne, Rappresentante dell’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) per la lotta all’intolleranza e discriminazione contro i cristiani dopo la sentenza della Grande camera di Strasburgo sul crocifisso. Introvigne ha ricordato gli interventi del suo ufficio OSCE contro la sentenza di primo grado della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, e i ringraziamenti di Papa Benedetto XVI all’attuale governo italiano per il suo impegno per rovesciarla. “In questa materia – spiega Introvigne – è la prima volta che una decisione assunta all’unanimità in primo grado da sette giudici su sette è rovesciata in sede di ricorso. Questo conferma il carattere aberrante e ideologico della prima sentenza, e conferma la tesi fondamentale secondo cui i diritti delle maggioranze non sono meno importanti e degni di tutela dei diritti delle minoranze”. “Il fatto che un campione del laicismo come il giudice italiano Vladimiro Zagrebelsky, che aveva contribuito alla prima sentenza, dal gennaio 2010 non faccia più parte della Corte – ha notato Introvigne – ha certamente contribuito all’esito positivo”.
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roberto

giovedì 17 marzo 2011

UNITA' SI / RISORGIMENTO NO

Purtroppo questa idea universale capace di riunire il mondo,che si incarnava nel Sacro Romano Impero è andata in crisi e i nazionalismi ci avrebbero travolto.Quindi da cattolici possiamo dire con un aforisma - massima enunciante una regola pratica o una verità-
                                                                        UNITA' SI / RISORGIMENTO NO
la bandiera italiana va amata?
Certo, anche se non ha una legittimità di origine, l'ha ricevuta con l'immenso. sangue versato nella I guerra mondiale  dai soldati italiani  EDUCATI NELLA FEDE CATTOLICA
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roberto

Oh Ausonia com’eri bella!

«Prendete, per esempio, il conte di Cavour - non è un’intelligenza, non è un diplomatico? Io prendo lui come esempio perché ne è già riconosciuta la genialità e inoltre perché è già morto. Ma che cosa non ha fatto, guardate un po’; oh sì, ha raggiunto quel che voleva, ha riunito l’Italia e che ne è risultato: per duemila anni l’Italia ha portato in sé un’idea universale capace di riunire il mondo, non una qualunque idea astratta, non la speculazione di una mente di gabinetto, ma un’idea reale, organica, frutto della vita della nazione, frutto della vita del mondo: l’idea dell’unione di tutto il mondo, da principio quella romana antica, poi la papale. I popoli cresciuti e scomparsi in questi due millenni e mezzo in Italia comprendevano che erano i portatori di un’idea universale, e quando non lo comprendevano, lo sentivano e lo presentivano. La scienza, l’arte, tutto si rivestiva e penetrava di questo significato mondiale. Ammettiamo pure che questa idea mondiale, alla fine, si era logorata, stremata ed esaurita (ma è stato proprio così?) ma che cosa è venuto al suo posto, per che cosa possiamo congratularci con l’Italia, che cosa ha ottenuto di meglio dopo la diplomazia del conte di Cavour? È sorto un piccolo regno di second’ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale, [...] un regno soddisfatto della sua unità, che non significa letteralmente nulla, un’unità meccanica e non spirituale (cioè non l’unità mondiale di una volta) e per di più pieno di debiti non pagati e soprattutto soddisfatto del suo essere un regno di second’ordine. Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del conte di Cavour!»
Fëdor Michajlovič Dostoevskij, citato da Storia Libera

«Lo Stato Italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, seppellendo vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono di infamare con il marchio di briganti.»
Antonio Gramsci, 1920

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silvio

Il Magistero via sicura


Oggi si parlano troppe lingue nel popolo cristiano e  preoccupa la polverizzazione  di valutazioni e atteggiamenti  ancora pervasi da  schemi culturali e ideologici che si pensavano superati. Benedetto XVI  sta indicando una chiara linea ai cattolici ma soprattutto ai politici cattolici,  quella di fondare la loro formazione sul Magistero per una corretta visione del rapporto tra Chiesa e mondo. Il Magistero via sicura per evitare false e ideologiche interpretazioni, circa  come e quali , devono essre i valori che donano  vera dignità all’uomo. .Senza questi valori non è possibile un’adeguata crescita umana, sia personale che comunitaria, e di conseguenza si rendono inutili anche quei principii “non negoziabili” i quali non esauriscono certo  tutto l’insegnamento del cristianesimo. Questi valori sono essezialmente quatto:
la  Verità, la giustizia, la libertà, la carità.
Agire secondo Verità significa sconfiggere quella relativizzazione dei valori e dei principii – secondo  l’ ìideologia del relativismo - che negando la verità della morale naturale cristiana  arriva a togliere all’uomo anche la libertà. Gesù afferma :”la verità vi farà liberi”. Si nota dunque la stretta correlazione tra libertà e verità. Vivere nella menzogna porta alla distruzione non solo personale ma anche della società. Società e Stati che hanno vissuto per decenni nella menzogna alla fine sono crollati , ne sono un esempio il crollo dei regimi comunisti e dell’Unione Sovietica.Vivere senza menzogna è stata la lezione di Solzhenitsyn.
Al contrario dell’ideologia del  liberalismo che si fonda sull’arbitrio - libertà da Dio - l’uomo è creato con il  - libero arbitrio - ovvero può rimettere la sua libertà in Dio, rinunciando all’arbitrio.  Questa è la vera libertà che realizza l’uomo e la società. La libertà  oltre che essere un diritto è una virtù interiore,  è la ricompensa di uno sforzo,  va riconquistata non sugli altri ma su se stessi. Questo sforzo intellettuale e morale  va esteso a tutta la società e l’uomo riesce a compiere tale sforzo nella misura  in cui si fiderà di nostro Signore, nella consapevolezza che” il Suo giogo è dolce e il suo peso leggero”.
La giustizia è anch’essa una virtù, che consiste nella costante e ferma volontà di dare - non solo al prossimo - ma anche a Dio, ciò che è loro dovuto. Quale senso di giustizia si può dunque fondare dall’l’esclusione di Dio?  Come  potremmo  dire ai “padroni”, citando (Col 4,1-) ” Voi padroni date ai vostri servi ciò che è giusto perché anche voi  avete un padrone in cielo”
Ma la giustizia non è tutto, infatti se è vero che la persona matura il senso della propria dignità quando viene trattata con giustizia, è ancor più vero che si fa originariamente esperienza della  propria dignità quando si riceve più di quanto ci è dovuto . E’ l’immeritato che ci fa capire che valiamo qualcosa,  e davanti a Dio non vantavamo certo nessun credito per esigere di essere creati. Ecco il fondamento metafisico della carità .
Ma  non può esserci carità - o strane forme di “perdonismo”- che scavalchi la giustizia; la stessa carità infatti esige e presuppone -  anche se poi la supera - la giustizia, e quest’ultima è, a sua volta, la misura minima della cartà.
Il Magistero vera via per la vera dignità  dell’uomo .
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roberto

mercoledì 16 marzo 2011

Carità soprattutto di verità per questi nostri fratelli

«Di fronte a questa realtà [dell’immigrazione, ndr] bisogna saper coniugare solidarietà e rispetto delle leggi, affinché non venga stravolta la convivenza sociale e si tenga conto dei principi di diritto e della tradizione culturale e anche religiosa da cui trae origine la Nazione italiana.»

Inoltre il Papa parla di «cura delle anime», di «predicazione», di «annunciare tutta, tutta la volontà di Dio, anche la volontà scomoda». Il sacerdote è chiamato all’apostolato, «molto diverso da una semplice funzione sociale».
Apprezzo molto queste parole, ma sono un po’ tardive. Questi ultimi decenni sono stati martellati da ben altri consigli, da parte di gran parte dell'episcopato: accoglienza, accoglienza, accoglienza (sociale)… dialogo, dialogo, dialogo (su che?)… E l’annuncio di Gesù Cristo agli infedeli? E la chiamata alla conversione? Questo era ed è prioritario. Nessuna traccia s’è vista e sentita di quanto ora dice Benedetto XVI.
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silvio

lunedì 14 marzo 2011

venerdì 11 marzo 2011

Chiesa,storia e Contro-Rivoluzione

Giovanni Cantoni

Tra i maggiori meriti di Alleanza Cattolica vi è quello di aver saputo leggere tra gli eventi della storia, intuire quali sarebbero stati i problemi della Chiesa, studiarne a fondo le cause e fare formazione. Formare formatori. E’ il motto stesso di Alleanza Cattolica a spiegare come  un’associazione di laici abbia “sfornato” nel corso degli anni una folta schiera di docenti universitari, sociologi ,politici, giornalisti, impegnati  nelle maggiori  testate giornalistiche e radifoniche nazionali. Questo grazie al suo fondatore e anima spirituale Giovanni Cantoni , che ritengo essere tra i maggiori intellettuali italiani contemporanei. Tra  le sue intuizioni oltre a ad averci fatto  conoscere alcuni tra i più importanti pensatori cattolici iberoamericani, da Plinio Corrèa de Oliveira a Nicolàs Gòmez  Dàvila ed averli aiutati a compiere -come si compiace di dire- i l “quinto viaggio di Colombo”, vi è anche la redazione del “Dizionario del Pensiero Forte” le cui singole  voci sono apparse su Il  Secolo D’Italia dal 1996 al 2000.e che tornerà sulla rivista Cristianità, oltre ad essere già presente sul sito ufficiale di Alleanza Cattolica. Intuizione che ha avuto anche un recente richiamo di Benedetto XVI in un discorso a Concesio nel 2009. Nel  libro scritto  con Francesco Pappalardo “Magna Europa –L’Europa fuori dall’Europa” - Cantoni spiega che il vecchio continente agonizzante può ritrovare la propria anima grazie  a quelle riserve spirituali della Cristianità iberoamericana. L’opera di Plinio Corrèa de Oliveira - “Rivoluzione e Controrivoluzione”- che compendia molto bene la dottrina controrivoluzionaria  in forma di tesi,  è un riferimento importantissimo per ia formazione dei militanti di Alleanza Cattolica.  Questo manuale  battezza  il nome “Rivoluzione”in modo chiaro e forte e si pone efficacemente  in posizione speculare alla tesi di A.Gramsci, quella della filosofia della praxis che corrisponde  proprio al nesso : Riforma protestante + Rivoluzione francese. La controrivoluzione tuttavia, non significa ritorno all’antico stato di cose ma piuttosto  la rettifica dello stato in cui siamo caduti, avendo come orizzonte di riferimento la promessa della Madonna di Fatima :
Finalmente il mio cuore immacolato trionferà” promessa che Alleanza Cattolica custodisce con fierezza.
Tratto da Cristianita-355
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roberto

lunedì 7 marzo 2011

Contributi

Pubblico due interessanti commenti ad altrettanti nostri post (qui, qui), di Michele e Gloria Piras.
Chiedo scusa a Michele: non sono riuscito ad attivare il suo commento per un mio errore di convalida. Me ne scuso e lo riporto qua di seguito.

«Il concetto di "Rivelazione progressiva", per il semplice fedele, può essere visto secondo due prospettive. Nell'economia della salvezza, a partire dalla creazione a tutto l'A.T. si può individuare il completamento della rivelazione in Cristo. Se, ad es. dalla legge mosaica del taglione al trionfo della legge dell'amore, si può parlare di una gradualità, si individua però che già nel Pentateuco tale primaria legge di amore era espressa, ma l'umanità aveva bisogno di tempo per capirla e farla sua: Dio procede infatti secondo la natura che ha dato all'uomo. Spesso però nell'uomo prevale la durezza del cuore. Perciò l'Incarnazione è il compimento della rivelazione in Cristo. Di fatto siamo in cammino per accogliere sempre più profondamente la Verità che è Gesù Cristo. Allora, passando alla seconda prospettiva, è la capacità dell'uomo di comprendere la rivelazione divina, che è progressiva. La Chiesa stessa riconosce gli errori di comprensione evidenti nelle sue scelte storiche umane, quali le Crociate o la condanna di G. Galilei.
D'altra parte, anche nella vita del singolo uomo vediamo che, secondo l'esperienza la crescita e l'unità della persona, la comprensione della Rivelazione è progressiva, come la sua apertura alla Grazia divina.»
Gloria Piras

«La libertà religiosa come difesa dagli stati laici è solo l'affermazione della propria volontà soggettiva, nei limiti "geografici" della convivenza umana. Limiti che non possono essere fissati dai privati cittadini (altrimenti si correrebbe il rischio che uno si imponga sull'altro), ma sono stabiliti dal "dio mortale" chiamato Stato. Va notato, comunque, che gli stessi stati laici cadono in un'aporia affermando l'autodeterminazione della volontà come valore supremo, per poi vedersi costretti a limitarla in caso di "conflitto" (facendola decadere dalla sua posizione "suprema"). Inoltre la stessa libertà religiosa, laicamente intesa, non viene praticata dallo stato laico. Perché vietare, ad es., i sacrifici umani (se la vittima è consenziente) oppure quelli animali, se la religione che professo li prevede?»
Michele

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silvio

venerdì 4 marzo 2011

Per comprendere il berlusconismo


Le difficoltà a capire il “berlusconismo” non vengono solo dall’estero, neanche la sinistra italiana e i suoi intellettuali, viste le ricorrenti sconfitte, lo hanno ben compreso. La scienza politica ci fornisce cinque categorie sociologiche che ci permettono -se non di risolvere -  almeno di descrivere il fenomeno.
 La prima categoria è la nozione di “ destra”: Non vi e’ una sola destra ma almeno tre, ne abbiamo gia’ trattato qui. Alla destra naturale, cattolica  detta controrivoluzionaria, rispettosa della legge morale naturale sia verso l’alto (Dio) sia verso il basso (corpi intermedi) si affianca una destra di matrice liberale e una destra di matrice socialista, che rifiuta  l’inveramento del socialismo nel comunismo marxista. Queste destre in Italia sono socialmente diffuse anche se per molti anni non hanno trovato una forte rappresentanza politica. E’comunque un fatto chiaro  che gli italiani non vogliono la sinistra  esplicitamente al potere.
La seconda categoria e’ l’operazione fusionista: Il fusionismo nasce in Francia nel XIX secolo, come tentativo di riunire  tra loro diverse destre monarchiche, divise sia da questioni dinastiche che dottrinali.Questo fusionismo capeggiato dagli Orleans fallisce,  invece negli Stati Uniti ha successo, riesce ad unire destre cristiane, liberali e persino libertarie e porterà spesso il partito repubblicano alla vittoria. Berlusconi in Italia ha composto un’ autentica opera fusionista.
Terza categoria è il nemico comunista: Le operazioni fusioniste funzionano se vi e’ una sostanziale  presenza di un avversario, altrimenti si renderebbe difficile tenere unite persone che non si amano. Gli avversari, naturalmente, dicono come in un disco rotto  che i comunisti non ci sono piu’. Ma l’apparato egemonico della sinistra, nella cultura, nell’educazione , tra alcuni magistrati, non e’ stato smantellato, anzi i comunisti di oggi incorporando temi radicali su vita e famiglia sono diventati un partito radicale di massa, quindi peggiori dei vecchi comunisti.
Quarta categoria è il carisma: L’operazione fusionista ha bisogno di un leader carismatico. Il carisma e’ molto difficile da definire ma alquanto semplice individuare. Berlusconi ha indubbiamente carisma ,come lo aveva del resto Regan. Il carisma di stampo fusionista consiste nel farsi sentire da tutti vicino, da nessuno come identico. Chiunque stia dalla parte di Berlusconi vede in lui qualcosa di se stesso. A volte il carisma viene inglobato nel sistema istituzionale, nel caso di Berlusconi no, e la legittimazione elettorale le deriva proprio dal suo carisma. Il sociologo Max Weber  aveva anche previsto i conflitti tra i diversi tipi di autorità nelle società moderne; quella legale –burocratica (istituzioni), la tradizionale (Chiesa Cattolica) e carismatica.
 Infine la quinta categoria: l’ethos italiano. Il concetto di ethos  appartiene ad ogni nazione, è il carattere nazionale formato nel tempo dal deposito di vizi , virtù , dalla lingua, religione e cultura. Berlusconi e’ un arci- italiano, egli sa che l’Italia è cattolica ed ha sempre avuto un’ attenzione, non solo formale, ai principi non negoziabili e non si è mai scagliato contro i crocifissi. I suoi stessi vizi, sono vizi storici e purtroppo ampiamente diffusi tra gli italiani. Alla luce di queste cinque categorie, capiamo qualcosa che spesso gli stranieri e molti intellettuali nostrani non capiscono. Berlusconi ha successo perche’ in Italia le destre sono socialmente diffuse nel corpo sociale, perché le ha sapute mettere insieme con una operazione fusionista indicando con chiarezza il nemico, il comunismo che per molti intellettuali è scomparso, invece per la maggioranza degli italiani c’è ancora, perché alle varie componenti fusioniste ha offerto un leader carismatico ed ha mostrato una sintonia non retorica con l’ethos nazionale.

Tratto da Il berlusconismo oltre il bunga bunga di Massimo Introvigne
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roberto