venerdì 30 marzo 2012

Libertà religiosa: rivoluzioni francese e americana a confronto


Uscita nuova traduzione del saggio del diplomatico prussiano Friedrich von Gentz (1764-1832)

di Giuseppe Brienza

A quasi sessant’anni dall’ultima edizione in commercio, quella americana del 1955 (cfr. “The French and American Revolutions Compared”, Regnery, Chicago 1955), è stata appena pubblicata una nuova traduzione dell’opera del diplomatico prussiano Friedrich von Gentz (1764-1832), “L'Origine e i principi della rivoluzione americana a confronto con l'origine e i principi della rivoluzione francese” (a cura di Omar Ebrahime, Milano 2011, pp. 164, € 16,00), apparsa originariamente nel 1800 sul mensile berlinese Historisches Journal. [leggi tutto]

© Vatican Insider

L’antirisorgimentale Indro





«Ci sono gli italiani, l’Italia non c’è». Ovviamente.
Che lo avesse capito o meno, Montanelli confessò il fallimento dell’ideologia risorgimentale.
È del tutto evidente la mediocrità di chi disse «Abbiamo fatto l'Italia, ora dobbiamo fare gli italiani». No, l’Italia non è mai stata fatta, non quella del Risorgimento almeno.
Fuori prospettiva anche il d’Azeglio: «E pure troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’italiani».
Ma pensa tu! Dovrebbero farsi gl’italiani, da sempre protagonisti della storia. Dovrebbero farsi i Michelangelo, i Leonardo, i Vespucci, i Tommaso, i Benedetto, i Dante, i Cicerone, gli Scipione. Ma pensa tu!
Montanelli non dice che il 1870 ci ha ridotto a pagliaccetti, a furfantelli d’italietta marionetta da stadio.

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silvio

martedì 27 marzo 2012

Le preoccupazioni di Benedetto XVI e la Dottrina sociale della Chiesa


di Stefano Fontana

Gli accenti preoccupati di Benedetto XVI

Le grandi difficoltà che la Chiesa incontra nella nostra epoca trovano eco sofferta nelle riflessioni di Benedetto XVI, che meritano da parte nostra una seria attenzione.
Per dare il senso della acutezza delle preoccupazioni dell’attuale Pontefice proporrò un confronto. In occasione dell’apertura del Concilio Vaticano II, l’11 ottobre 1962, Giovanni XXIII disse tra l’altro: «Illuminata dalla luce di questo Concilio, la Chiesa si accrescerà, come speriamo, di ricchezze spirituali e, attingendo al vigore di nuove energie, guarderà con sicurezza ai tempi futuri. [leggi tutto]

© Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân

venerdì 23 marzo 2012

L’ultimo mistico

don Divo Barsotti

Fondatore dei Figli di Dio, diffidava dei teologi e leggeva il Vangelo in ginocchio: don Divo Barsotti nei ricordi del cardinale Caffarra

di Camillo Langone

Cardinale Caffarra, lei ha conosciuto personalmente don Divo Barsotti. Mi racconta?

Fu durante un corso di esercizi spirituali, quand’ero ancora un giovanissimo sacerdote.

© Il Foglio

Unum versus alia

«[…] gli individui non sono mai completamente isolati, non sono così staccati come sembra. Ma che cosa significa questa affermazione […]? La risposta […] [è la comprensione dell’] idea, cioè di quel qualcosa in forza del quale sussiste una relazione tra gli individui tale da rompere il loro isolamento».
P. A. Florenskij, Il significato dell’idealismo, SE, Milano 2012, pp. 34-35

Fondamentale affermazione del realismo, questa, come ricorda Florenskij (p. 34).
Quindi il genere e la specie (universali) potrebbero avere qualcosa a che fare con la sostanza individuata, in senso aristotelico. La sostanza non dovrebbe intendersi solo nell’aspetto universale e dividuo (Platone), ma in-dividuo, nell’ente (Aristotele, Tommaso). Ma non può nemmeno intendersi individuale soltanto - qua il punto - altrimenti si dovrebbe spiegare la somiglianza come semplice nome o concetto (terminismo, nominalismo, concettualismo).
Se dunque un determinato uomo muore (anche supponendo la non sopravvivenza dell’anima), non dovrebbe annichilirsi la sua sostanza, se non nell’aspetto individuale. Quell’uomo cioè non potrebbe uscire dalla sua realtà medesima: lo terrebbe in essere la natura umana (genere) e la specie (homo), a prescindere dalla sopravvivenza post mortem individuale. O addirittura la sopravvivenza post mortem individuale è ragione conseguente alla sostanza concepita come unum-versus-alia (uno e molti, universalia).

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silvio

martedì 20 marzo 2012

Musica sacra alla Cattedra di S. Giusto

Fëdor Michajlovič Dostoevskij

di Paolo Rakic

«La bellezza salverà il mondo». Con questa frase enigmatica, ma anche fortunata del grande scrittore russo Dostoevskij, l’Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi ha concluso una serata suggestiva. Frase che ha in sé un potere evocativo del pensiero umano che nei secoli cerca di penetrare il senso delle cose, per giungere alle soglie della Bellezza pura. Una Bellezza capace di ricomporre il disordine caotico della realtà e restituire il mondo ad una unità armonica, secondo il principio platonico per cui «il bello è lo splendore del vero».
Una sorta di “buona notizia” che invita il mondo ad essere mondo e la bellezza ad essere bellezza, nel punto d’incontro dell’arte.
L’arte, nelle sue forme rappresentative, ha cercato di essere questa linea mediana che chiama in causa una potenza infinitamente superiore. È l’idea di una “bellezza che salva”, che evoca un “qualcosa d’altro” più lontano e fa emergere un significato di bene nella realtà.
Non perché un’opera artistica, qualunque essa sia, “salverà il mondo” con tutta la sua bellezza struggente, ma perché questa è preludio di un Mistero, per il quale il «cuore esige una risposta dentro la realtà, che la risposta è data: il Fatto che Cristo disegna il volto di questa emergenza del divino nella storia». [leggi tutto]

© Vita Nuova

lunedì 19 marzo 2012

Imparare da San Giuseppe


Il santo falegname secondo il fondatore dell'Opus Dei

di San Josemaría Escrivá

San Giuseppe è realmente un padre e signore che protegge e accompagna nel cammino terreno coloro che lo venerano, come protesse e accompagnò Gesù che cresceva e diveniva adulto. Dall'intimità con lui si scopre inoltre che il santo Patriarca è maestro di vita interiore: ci insegna infatti a conoscere Gesù, a convivere con Lui, a sentirci parte della famiglia di Dio. San Giuseppe ci insegna tutto ciò apparendoci così come fu: un uomo comune, un padre di famiglia, un lavoratore che si guadagna la vita con lo sforzo delle sue mani. E anche questo fatto ha per noi un significato che è motivo di riflessione e di gioia.
(È Gesù che passa, 39)


Maestro di vita interiore, lavoratore impegnato nel dovere quotidiano, servitore fedele di Dio in continuo rapporto con Gesù: questo è Giuseppe. Andate da Giuseppe. Da Giuseppe il cristiano impara che cosa significa essere di Dio ed essere pienamente inserito tra gli uomini, santificando il mondo. Frequentate Giuseppe e incontrerete Gesù. Frequentate Giuseppe e incontrerete Maria, che riempì sempre di pace la bottega di Nazaret.
(È Gesù che passa, 56)

Fede, amore, speranza: sono i cardini della vita di Giuseppe, come lo sono di ogni vita cristiana. La dedizione di Giuseppe risulta da questo intrecciarsi di amore fedele, di fede amorosa, di speranza fiduciosa. La sua festa è dunque un'ottima occasione per rinnovare il nostro impegno di fedeltà alla vocazione di cristiani, che il Signore ha concesso a ognuno di noi.
(È Gesù che passa, 43)

Guarda quanti motivi per venerare San Giuseppe e per imparare dalla sua vita: fu un uomo forte nella fede...; mandò avanti la sua famiglia - Gesù e Maria - con il suo lavoro gagliardo...; custodì la purezza della Vergine, che era sua Sposa...; e rispettò - amò! - la libertà di Dio, che non solo scelse la Vergine come Madre, ma scelse anche lui come Sposo della Madonna.
(Forgia, 552)

Padre e Signore
San Giuseppe, Padre e Signore nostro, castissimo, limpidissimo, che hai meritato di portare in braccio Gesù Bambino, e di lavarlo e abbracciarlo: insegnaci a trattare il nostro Dio, a essere puri, degni di essere altri Cristi.
E aiutaci a percorrere e a indicare, come Cristo, i cammini divini - nascosti e luminosi -, dicendo agli uomini che, sulla terra, possono avere costantemente un'efficacia spirituale straordinaria.
(Forgia, 553)

Si merita il tuo affetto
Ama molto San Giuseppe, amalo con tutta l'anima, perché è la persona, assieme a Gesù, che ha amato di più la Madonna e che più è stato in rapporto con Dio: colui che più lo ha amato, dopo nostra Madre.
- Merita il tuo affetto, e ti conviene frequentarlo, perché è Maestro di vita interiore, ed è molto potente presso il Signore e presso la Madre di Dio.
(Forgia, 554)

San Giuseppe, Padre di Cristo, è anche Padre tuo e tuo Signore. - Ricorri a lui.
(Cammino, 559)

© Zenit, www.it.josemariaescriva

domenica 18 marzo 2012

Natura cercasi


Interessante riflessione sulla legge morale naturale di Stefano Fontana, urge sempre più farla conoscere.

Nella pagina di Biopolitica di questo numero di Vita Nuova presentiamo e commentiamo una notizia sconvolgente. Come si sa, i fautori della vita contro l’aborto sostengono che la vita umana è un unico sviluppo che inizia dal concepimento e non conosce più svolte qualitative, nemmeno quella della nascita.
Quel bambino che ora è in mano all’ostetrica non è diverso dal feto che qualche minuto prima era nel ventre della sua mamma. Questo argomento della continuità è il cavallo di battaglia nelle argomentazioni dei partigiani della vita. Ora, è accaduto che due scienziati italiani operanti a Melbourne in Australia hanno scritto un articolo su una rivista di etica medica in cui adoperano l’argomento della continuità per affermare il contrario della vita.
Essi dicono che dato che è possibile eliminare il feto in caso di gravi malformazioni per le stesse ragioni deve essere anche possibile eliminare il neonato, perché tra il feto e il neonato non c’è soluzione di continuità, è un unico processo che continua e quanto si può fare prima della nascita deve potersi fare anche dopo.
La proposta è quindi l’aborto post-natale o l’eutanasia neonatale. Un tempo si chiamava infanticidio. La cosa è sconcertante soprattutto per questo rivolgimento luciferino della verità e per l’utilizzo dello stesso tipo di argomento dei pro life per motivare l’uccisione legalizzata di un neonato.
In Inghilterra i vescovi di quel Paese hanno scritto una Lettera pastorale contro il matrimonio omosessuale che si vuole introdurre per legge e contro il cambiamento della definizione di famiglia. Nel Regno Unito gli omosessuali godono già di notevoli diritti, ma l’intento è evidentemente di distruggere la famiglia, più che garantire riconoscimenti civili agli omosessuali. Anche in questo caso viene meno nella consapevolezza collettiva di una struttura fondamentale della legge naturale: il matrimonio eterosessuale.
La sconvolgente novità dei nostri tempi è che la fede cristiana non ha quasi più davanti a sé la legge morale naturale con cui dialogare ed è ormai costretta a rifondarla essa stessa, perché sta sparendo dalle coscienze, dall’educazione, dalle leggi. Nell’articolo suddetto e nelle proposte di leggi come quella inglese la natura non esiste più.
Il cristianesimo non può fare a meno del concetto di natura. Senza la natura non c’è la creazione, senza la natura non c’è il peccato delle origini che è una corruzione della natura umana, senza la natura non c’è l’incarnazione, senza la natura corrotta non c’è la redenzione e senza la natura redenta non c’è la salvezza. Cosa sarà del cristianesimo quando il concetto di natura sarà sparito dalle nostre menti? Come faremo ad intendere che Cristo è una sola persona in due nature? La società postnaturale sarà per forza anche una società postcristiana. Davanti alle notizie che richiamavo sopra, sembrano non esserci dubbi che sarà anche postumana.
La fede cristiana, nella sua lunga diffusione nei secoli, ha sempre trovato davanti a sé culture e società che si erano allontanate dalla legge morale naturale, oppure che la conoscevano in modo limitato e confuso, ma mai società che l’avessero negata di principio. Il compito nuovo del cristianesimo è di riumanizzare l’uomo parlandogli di Cristo, ricostruire la sua natura parlandogli della sopranatura. Ricordargli “chi è” mentre gli si annuncia chi è destinato a diventare.

Stefano Fontana © Vita Nuova

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roberto

giovedì 15 marzo 2012

Fornero !?

"Il governo ha avuto dalla Fiat rassicurazioni sul mantenimento dell’attuale piano di investimenti e sulla permanenza in Italia", ha ribadito il ministro del Lavoro, Elsa Forneronel corso di una informativa a Palazzo Madama replicando così a chi, negli ultimi giorni ha chiesto un intervento dell'esecutivo. Tuttavia, la titolare del Welfare ha subito precisato che, per quanto il governo ritenga le imprese vitali per il Paese ma, non gli spetta il compito di dir loro cosa devono o non devono fare. (Elsa Fornero)  
(Fiat, la Fornero frena: "Non spetta a noi dire alle imprese che fare"-il Giornale .it-)

Bene , diciamo noi, infatti la dottrina sociale della Chiesa insegna:

 Il compito fondamentale dello Stato in ambito economico è quello di definire un quadro giuridico atto a regolare i rapporti economici, al fine di « salvaguardare... le condizioni prime di un'economia libera, che presuppone una certa eguaglianza tra le parti, tale che una di esse non sia tanto più potente dell'altra da poterla ridurre praticamente in schiavitù ». L'attività economica, soprattutto in un contesto di libero mercato, non può svolgersi in un vuoto istituzionale, giuridico e politico: « Essa suppone, al contrario, sicurezza circa le garanzie della libertà individuale e della proprietà, oltre che una moneta stabile e servizi pubblici efficienti ». Per assolvere il suo compito, lo Stato deve elaborare un'opportuna legislazione, ma anche indirizzare in modo oculato le politiche economiche e sociali, così da non diventare mai prevaricatore nelle varie attività di mercato, il cui svolgimento deve rimanere libero da sovrastrutture e costrizioni autoritarie o, peggio, totalitarie
352 (compendio della dottrina sociale) 

Le ricordiamo anche che:

1) Nessun potere può abolire il diritto naturale al matrimonio né modificarne i caratteri e la finalità. Il matrimonio, infatti, è dotato di caratteristiche proprie, originarie e permanenti.Nonostante i numerosi mutamenti verificatisi nel corso dei secoli nelle varie culture, strutture sociali e attitudini spirituali, in tutte le culture esiste un certo senso della dignità dell'unione matrimoniale, sebbene non traspaia ovunque con la stessa chiarezza. Tale dignità va rispettata nelle sue caratteristiche specifiche, che esigono di essere salvaguardate di fronte ad ogni tentativo di stravolgimento. La società non può disporre del legame matrimoniale, con il quale i due sposi si promettono fedeltà, assistenza e accoglienza dei figli, ma è abilitata a disciplinarne gli effetti civili. -
  216(compendio della dottrina sociale) 

2) I genitori hanno il diritto di fondare e sostenere istituzioni educative. Le autorità pubbliche devono far sì che « i pubblici sussidi siano stanziati in maniera che i genitori siano veramente liberi nell'esercitare questo diritto, senza andare incontro ad oneri ingiusti. Non si devono costringere i genitori a sostenere, direttamente o indirettamente, spese supplementari, che impediscano o limitino ingiustamente l'esercizio di questa libertà ». È da considerarsi un'ingiustizia il rifiuto di sostegno economico pubblico alle scuole non statali che ne abbiano necessità e rendano un servizio alla società civile: « Quando lo Stato rivendica a sé il monopolio scolastico, oltrepassa i suoi diritti e offende la giustizia... Lo Stato non può, senza commettere un'ingiustizia, accontentarsi di tollerare le scuole cosiddette private. Queste rendono un servizio pubblico e, di conseguenza, hanno il diritto di essere aiutate economicamente ».
 241(compendio della dottrina sociale) 

Visto che il ministro Fornero:

Parlando alla Commissione Affari Costituzionali e Lavoro della Camera, esponendo il suo programma per le pari opportunità, ha espresso con forza il suo impegno contro la discriminazione di omosessuali e transgender: “Un dato che è sotto gli occhi di tutti è il grave ritardo culturale, di apertura mentale, che il nostro Paese rappresenta in tema di pari opportunità… La diversità è un valore, deve essere tra le cose che i bambini imparano da piccoli. I semi si gettano tra bambini e soprattutto nelle scuole”, e su questo ha parlato di collaborazione già avviata con il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo: “Bisogna superare i ritardi culturali enormi, anche geografici”, ha concluso.
Dunque, questo governo ha deciso di mettere la questione omosessuale al centro della sua azione, e non – contrariamente a quanto si dice – per eliminare presunte discriminazioni, ma per imporre la “normalità” dell’unione omosessuale. In altre parole, non si tratta di intervenire legittimamente per evitare eventuali discriminazioni
(Riccardo Cascioli- La Bussola Quotidiana - Siamo ritardati culturail)
°°°
roberto

martedì 13 marzo 2012

L’isola - imperdibile

Остров (Ostrov)
di Pavel Lounguine, Russia, 2006
   

Uniti contro Viktor Orbán, il conservatore cattolico


Dall’approvazione della Costituzione, una sovraesposizione mediatica dell’opposizione al governo ungherese

di Giuseppe Brienza

Dall’entrata in vigore della nuova Costituzione ungherese lo scorso 1° gennaio, il governo di centro-destra del premier Viktor Orbán, già leader del dissenso anticomunista, e del suo partito Fidesz–“Unione Civica Ungherese”, è al centro di una riviviscenza di critiche e di sovraesposizione mediatica. Negli ultimi mesi molti giornali, televisioni e riviste d’orientamento laico-liberale e progressista europee gli hanno infatti rivolto commenti contrari espressi con toni e contenuti solitamente evitati ai giudizi politici relativi a politiche e posizioni di governi in carica, tanto più aderenti all’Unione europea. [leggi tutto]

© Vatican Insider

venerdì 9 marzo 2012

Intervista al card. Carlo Caffarra


di Silvio Brachetta

Quando nel 2003 il Card. Giacomo Biffi lasciò la guida della Chiesa di Bologna, al suo posto è sopraggiunto il Card. Carlo Caffarra, uomo altrettanto schietto e annunciatore del Vangelo senza troppi imbarazzi. Perdita provvidenzialmente compensata, dunque. Il Card. Caffarra, attuale Arcivescovo metropolita di Bologna, è noto da tempo dentro e fuori la Chiesa per il suo modo risoluto di comunicare e per la sua capacità d’eludere imprudenti compromessi tra verità di fede e semplici opinioni private. Parla molto anche del Papa — del regnante Benedetto XVI e dei predecessori - e ne ripropone spesso e con entusiasmo le iniziative pastorali e il Magistero.
Parla cioè dei principi etici non negoziabili, di Dottrina sociale della Chiesa, della necessità che l’Europa riscopra le proprie radici cristiane, della difesa della famiglia e del matrimonio: temi e impegni pastorali carissimi al Santo Padre. In occasione della sua presenza a a Trieste per la Cattedra di San Giusto, il Card. Carlo Caffarra ha rilasciato volentieri un’intervista circa il mistero di Gesù Cristo. [leggi tutto]

© Vita Nuova

La riedizione del Codice di Camaldoli


di Silvio Brachetta

Quasi tutti i Pontefici, nel corso dell’ultimo secolo, hanno voluto esporre la Dottrina sociale della Chiesa mediante lettera enciclica, a cominciare da Leone XIII che redasse la Rerum Novarum (1891).
Già dai primi lustri del Novecento il laicato cattolico, in seguito a questi e altri generi di pronunciamenti magisteriali, elaborò con dedizione le linee guida necessarie per una nuova prassi politica e sociale applicata soprattutto nel secondo dopoguerra. Fruttuosi, in modo particolare, furono gli incontri tra intellettuali cattolici a Malines (Belgio, 1927) e a Camaldoli (Italia, 1943), durante i quali fu tentata una codificazione della Dottrina sociale. [leggi tutto]

© Vita Nuova

mercoledì 7 marzo 2012

L’annuncio dell'inizio del processo di Beatificazione di Mons. Luigi Giussani


“Dichiarazione” di don Matteo Fabbri, Vicario della Prelatura dell'Opus Dei per l'Italia

di Giuseppe Brienza

«L’annuncio dell’inizio del processo di beatificazione di monsignor Luigi Giussani è fonte di grande gioia e ci fa essere grati a Dio». Così esordisce la “Dichiarazione” di don Matteo Fabbri, Vicario della Prelatura dell’Opus Dei per l'Italia, diffusa all’indomani della richiesta di avvio della beatificazione dell’ideatore di Comunione e Liberazione. Don Giussani, nato a Desio nel 1922 e morto a Milano nel 2005, ad avviso del massimo rappresentante in Italia dell’Opera fondata da san Josemaría Escrivá (1902-1975), «seppe mostrare con le sue parole e il suo esempio che in Cristo trovano compimento tutte le aspirazioni umane, avvicinando alla fede molti giovani, famiglie e persone di ogni tipo» (in “Newsletter. Ufficio Informazioni dell’Opus Dei in Internet”, 29 febbraio 2012). [leggi tutto]

© Vatican Insider

martedì 6 marzo 2012

“Una strana lettura della Chiesa italiana dopo il Concilio”


di mons. Giampaolo Crepaldi
Arcivescovo-Vescovo di Trieste

Ho letto il saggio di don Saverio Xeres dal titolo “La Chiesa italiana nel passaggio culturale degli ultimi decenni”, contenuto in S. Xeres e G. Campanini, Manca il respiro. Un prete e un laico riflettono sulla Chiesa italiana, Ancora, Milano 2011, pp. 11-84. Don Saverio Xeres è professore straordinario di Storia della Chiesa presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e nel Seminario vescovile di Como, inoltre insegna Introduzione alla teologia all’Università Cattolica di Milano. Devo dire che non ho compreso alcuni passaggi fondamentali del suo discorso. Siccome sono ragionamenti che continuamente ricorrono nelle riflessioni sul Concilio e il postconcilio, vorrei segnalare le mie perplessità, per contribuire, nel mio piccolo, a raggiungere qualche chiarimento. È infatti preoccupante che, su questi temi, si parlino ormai sistematicamente due linguaggi diversi. [leggi tutto]

© www.zenit.org

domenica 4 marzo 2012

Ma ci fa o ci è?

Allora, la Hack avrebbe discettato volentieri su quant’è giusta l’eutanasia, su quanto fanno bene i gay a sposarsi, su quant’è utile distruggere gli embrioni, ecc…
Però avrebbe voluto parlare di queste cose il prossimo Venerdì santo, in un teatro parrocchiale.
Non è uno scherzo: la simpatica astrofila pensava sinceramente che i padroni di casa avrebbero consentito lo sproloquio.
No, non credo affatto che la Hack sia fanatica, arrogante e presuntuosa. Cioè non penso proprio che la Hack ci faccia.
 
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silvio

venerdì 2 marzo 2012

Divorzio e bambini: cresce la consapevolezza sulla gravità dei traumi


Aumentano in Italia esperienze e pubblicazioni sugli “effetti” sui figli

di Giuseppe Brienza

Che il divorzio faccia male ai genitori, ma che sono soprattutto i bambini a soffrirne di più, è realtà di cui si sta prendendo sempre maggiore coscienza in Italia, come dimostra la promozione di nuove attività di “auto-aiuto” e la pubblicazione di apposite ricerche sul tema.
Dal primo punto di vista vanno citate le recenti esperienze dei “gruppi di parola”, vale a dire luoghi di scambio e di sostegno tra bambini/e o ragazzi/e che vivono l’esperienza della separazione dei loro genitori. [leggi tutto]

© Vatican Insider