martedì 20 marzo 2012

Musica sacra alla Cattedra di S. Giusto

Fëdor Michajlovič Dostoevskij

di Paolo Rakic

«La bellezza salverà il mondo». Con questa frase enigmatica, ma anche fortunata del grande scrittore russo Dostoevskij, l’Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi ha concluso una serata suggestiva. Frase che ha in sé un potere evocativo del pensiero umano che nei secoli cerca di penetrare il senso delle cose, per giungere alle soglie della Bellezza pura. Una Bellezza capace di ricomporre il disordine caotico della realtà e restituire il mondo ad una unità armonica, secondo il principio platonico per cui «il bello è lo splendore del vero».
Una sorta di “buona notizia” che invita il mondo ad essere mondo e la bellezza ad essere bellezza, nel punto d’incontro dell’arte.
L’arte, nelle sue forme rappresentative, ha cercato di essere questa linea mediana che chiama in causa una potenza infinitamente superiore. È l’idea di una “bellezza che salva”, che evoca un “qualcosa d’altro” più lontano e fa emergere un significato di bene nella realtà.
Non perché un’opera artistica, qualunque essa sia, “salverà il mondo” con tutta la sua bellezza struggente, ma perché questa è preludio di un Mistero, per il quale il «cuore esige una risposta dentro la realtà, che la risposta è data: il Fatto che Cristo disegna il volto di questa emergenza del divino nella storia». [leggi tutto]

© Vita Nuova

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