venerdì 23 marzo 2012

Unum versus alia

«[…] gli individui non sono mai completamente isolati, non sono così staccati come sembra. Ma che cosa significa questa affermazione […]? La risposta […] [è la comprensione dell’] idea, cioè di quel qualcosa in forza del quale sussiste una relazione tra gli individui tale da rompere il loro isolamento».
P. A. Florenskij, Il significato dell’idealismo, SE, Milano 2012, pp. 34-35

Fondamentale affermazione del realismo, questa, come ricorda Florenskij (p. 34).
Quindi il genere e la specie (universali) potrebbero avere qualcosa a che fare con la sostanza individuata, in senso aristotelico. La sostanza non dovrebbe intendersi solo nell’aspetto universale e dividuo (Platone), ma in-dividuo, nell’ente (Aristotele, Tommaso). Ma non può nemmeno intendersi individuale soltanto - qua il punto - altrimenti si dovrebbe spiegare la somiglianza come semplice nome o concetto (terminismo, nominalismo, concettualismo).
Se dunque un determinato uomo muore (anche supponendo la non sopravvivenza dell’anima), non dovrebbe annichilirsi la sua sostanza, se non nell’aspetto individuale. Quell’uomo cioè non potrebbe uscire dalla sua realtà medesima: lo terrebbe in essere la natura umana (genere) e la specie (homo), a prescindere dalla sopravvivenza post mortem individuale. O addirittura la sopravvivenza post mortem individuale è ragione conseguente alla sostanza concepita come unum-versus-alia (uno e molti, universalia).

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silvio

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