martedì 27 dicembre 2011

MANIFESTO-COMUNICATO DI ALLEANZA CATTOLICA SUL GOVERNO MONTI

Non si tratta di una crisi economica ma di una vera guerra contro l'Italia.In molti ad oggi colgono la brillante analisi di Alleanza Cattolica.
°°°
roberto
Alleanza  Cattolica

Sul governo Monti
Roma, 5 dicembre 2011.
Dopo l'annuncio di gravosi provvedimenti economici, che fra l'altro – e ancora una volta – non comportano quei sostegni alle famiglie con figli a carico che molti avevano auspicato, persone molto per bene, ugualmente leali al bene comune dell'Italia e ispirate dalla dottrina sociale della Chiesa, rischiano oggi di dividersi fra loro sulla questione se, dopo le dimissioni del presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi, chi aveva sostenuto il suo governo debba oggi appoggiare l'esecutivo guidato dal sen. Mario Monti e appoggiato anche dal Partito Democratico e dal Terzo Polo, o debba insistere per immediate nuove elezioni. Sembra importante che amicizie politiche e culturali, talora antiche, non si rompano su questo punto e che si ricordino alcuni aspetti essenziali.
1. Almeno dal 2008 è in corso una guerra mondiale più difficile da capire di altre, perché combattuta non su campi di battaglia militari – almeno non principalmente, perché non mancano episodi di questo genere, come la guerra in Libia – ma nelle borse, nelle banche e nel sistema finanziario internazionale. Che questa sia una modalità delle moderne guerre dette «asimmetriche», a proposito delle quali la parola «guerra» è usata in senso proprio e non solo metaforico, è stato chiarito dagli stessi ideatori della nozione di «guerra asimmetrica», i colonnelli dell'esercito della Repubblica Popolare Cinese Qiao Liang e Wang Xiangsui, che nel loro libro Guerre senza limiti. L'arte della guerra asimmetrica tra terrorismo e globalizzazione (trad. it. a cura del Generale Fabio Mini, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 2001), talora presentato come «la Bibbia dei nuovi conflitti», oltre all'esempio del terrorismo citano precisamente quello delle aggressioni attraverso tecniche di tipo finanziario. Dopo che la crisi del 2008, seguita dall'elezione di un presidente degli Stati Uniti particolarmente inadatto a governarla, ha dimostrato che per la prima volta dopo la fine della Seconda guerra mondiale l'egemonia statunitense può essere messa in discussione, si è scatenata una guerra asimmetrica di tutti contro tutti per cercare di sostituirla con «qualche cos'altro», dove i principali contendenti sono la Cina, alcuni Paesi arabi – che si muovono anche secondo una logica di tipo religioso –, e il BRI, sigla riferita a Brasile-Russia-India, Paesi che si considerano le potenze economiche emergenti del futuro e formano il cosiddetto BRIC con la Cina, con cui però hanno interessi non coincidenti.
2. Per cercare di giocare un ruolo in questa guerra, dove l'Europa parte da una posizione piuttosto marginale, Germania e Francia – la prima più forte economicamente, la seconda assai più debole, ma con una rete migliore di contatti politici e d'intelligence internazionali con alcuni dei protagonisti principali, in particolare con il mondo arabo tramite l'alleanza con il Qatar, Paese molto importante anche perché del mondo islamico controlla, e spesso manipola, l'informazione tramite la rete televisivaal-Jazzira – hanno deciso di presentarsi come «direttorio» e di cercare di egemonizzare l'intera Unione Europea, attaccando con manovre piuttosto brutali e spericolate – talora pericolose anche per loro – le economie europee che presentavano un certo grado d'indipendenza, a cominciare da quella italiana, sia tramite un attacco finanziario sia attraverso il colpo portato agli interessi energetici più indipendenti tramite la guerra in Libia e il tentativo d'inserire cunei nei rapporti fra alcuni Paesi europei e la Russia.
3. Questa autentica guerra non è stata capita, se non da pochi osservatori particolarmente acuti rimasti inascoltati, in un'Italia persa nelle sue beghe politiche nazionali. Pur di scalzare il governo Berlusconi, qualche volta senza capire che cosa stava succedendo ma altre volte capendolo fin troppo bene e rendendosi quindi colpevoli di un vero e proprio tradimento, forze politiche di opposizione, poteri forti economici e culturali ostili per diverse ragioni al governo, e grandi giornali sostanzialmente infeudati a questi poteri, hanno agito oggettivamente da quinte colonne di questo attacco straniero al nostro Paese.
4. Indebolito non solo dalle quinte colonne – il cui ruolo proditorio e antinazionale va comunque denunciato senza infingimenti – ma anche da comportamenti privati del presidente del Consiglio – perseguiti da magistrati ostili e messi in piazza dai media portavoce dei poteri forti con modalità discutibili e talora scandalose, ma non da loro inventati –, da una notevole litigiosità interna e da una qualità e capacità di comprensione di scenari internazionali complessi rivelatesi alla prova dei fatti spesso gravemente insufficienti, il centro-destra – come dimostra per esempio la vicenda della Libia – non è stato in grado né di resistere alla guerra scatenata contro l'Italia né di spiegare agli italiani che una guerra era in atto.
5. Le cifre ormai catastrofiche dell'attacco finanziario – da non confondersi con le cifre dell'economia reale, che però in questo scenario di guerra mondiale diventa sempre meno rilevante –, il quotidiano passaggio di aziende di eccellenza italiane in mani straniere, l'evoluzione della situazione in Libia, assai meno rassicurante per gl'interessi italiani di quanto si voglia far credere, mostrano che la guerra è stata perduta. Chi non si rende conto di questa circostanza, o si rifiuta di vederla, ha poi difficoltà a capire tutto il resto.
6. Nelle nuove guerre non sono previste occupazioni del territorio sconfitto – se non, ancora, economiche – ma è previsto il commissariamento dei vinti attraverso un governo che risponda ai vincitori, i quali ne dettano le condizioni di funzionamento: un «governo Badoglio» o se si preferisce – ma le vicende storiche furono diverse – un «governo Pétain».
7. Se è vero che abbiamo perso la guerra, non possiamo sfuggire a questo tipo di governo. Lo può votare, sotto pressione dei vincitori, il Parlamento. O lo possono votare gli elettori, i quali però non saranno molto più liberi dei parlamentari perché le potenze vincitrici ripeteranno loro tutti i giorni che o «voteranno bene» o «staranno puniti» con altri durissimi attacchi che li impoveriranno oltre il limite del tollerabile, con gravi conseguenze anche per l'ordine pubblico: gli «indignados» insegnano. È possibile che i vincitori della guerra abbiamo referenti e preferenze diverse quanto alle persone: c'è chi conosce da anni il sen. Monti, chi accetterebbe l'on. Pier Luigi Bersani o magari il sindaco di Firenze dottor Matteo Renzi dopo un passaggio elettorale – in cui peraltro ben potrebbe candidarsi lo stesso sen. Monti, verosimilmente riscuotendo un vasto consenso –, perfino chi a suo tempo ha fatto delle promesse all'on. Gianfranco Fini o chi frequenta il dottor Luca Cordero di Montezemolo. Quella che può essere in discussione però è la scelta delle persone, non della politica, che è stata già dettata dai vincitori e che in gran parte è contenuta nella nota lettera della Banca Centrale Europea.
8. Che il «governo Badoglio» a sovranità limitata e sotto vigilanza dei vincitori sia nato subito con il sen. Monti ovvero rinasca dopo un passaggio elettorale con i carri armati – metaforicamente ma non troppo – fuori dei seggi non è forse l'elemento decisivo, e non dovrebbe dividere chi ha davvero a cuore le sorti della patria. Pochi o nessuno sanno davvero che fare, ma un buon punto di partenza è prendere atto che la guerra è stata perduta. Continua fra altri e con altri scenari, che forse in futuro potranno darci qualche vantaggio. Quanto ai «governi Badoglio» – che vengono comunque, con o senza elezioni – il dilemma che si pose durante e dopo la Seconda guerra mondiale in vari Paesi di volta in volta sconfitti – se stare dentro un governo sostanzialmente imposto dallo straniero, con lo scopo di alleviare le sofferenze della popolazione e iniziare a ricostruire una presenza politica forse in futuro autonoma, o testimoniare una protesta rimanendone fuori – fu risolto diversamente da persone ugualmente di buona fede. Sarebbe bene che le persone di buona fede, pur compiendo di nuovo scelte diverse, non si dividessero neppure ora, ma trovassero un momento di raccordo nello spiegare al Paese che c'è stata una guerra, che l'abbiamo persa – per colpa delle quinte colonne e dei traditori, da denunciare incessantemente, ma anche perché i «buoni» a lungo non l'hanno capita, e gli stessi passaggi finali, la cui inevitabilità era già evidente nell'estate del 2011, sono stati avviati con notevole ritardo – e che occorre operare perché una nuova classe politica s'impegni nella lunga, faticosa e dolorosa opera della diplomazia, della ricostruzione e forse domani perfino della rivincita. Come ha ricordato nel suo viaggio apostolico in Sardegna del 2008, Papa Benedetto XVI, contro il «nichilismo diffuso» (Omelia, Santuario della Madonna di Bonaria, 7-10-2008) la politica «necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile» (ibidem), così come necessita – come Alleanza Cattolica si permette di richiamare – di una rinnovata e corale «grande preghiera per l'Italia», che riprenda quella proposta dal beato Papa Giovanni Paolo II (1978-2005) nella Meditazione con i vescovi italiani presso la tomba dell'Apostolo Pietro il 15 marzo 1994. Fare tutto questo con un piede dentro o con entrambi i piedi fuori dai «governi Badoglio» – forse più di uno – che ci attendono non è irrilevante, ma non è l'elemento decisivo.

sabato 24 dicembre 2011


                           Auguri di un Santo Natale e felice anno nuovo

giovedì 22 dicembre 2011

sposati e sii sottomessa

Ho avuto il piacere di conoscere la scrittrice Costanza Miriano ad una presentazione del suo libro "sposati e sii sottomessa" -Vallecchi editore- che consiglio vivamente.Il fascino del libro si basa sull'interpretazione di quel "sii sottomessa"che è poi l'autentica interpretazione che ne da la dottrina cattolica. In tempi dove questi insegnamenti da parte degli uomini di Chiesa vengono meno conformandosi alla vulgata politicamente corretta, (mi vengono in mente le parole di S.Pietro"Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna “) un plauso per queste pubblicazioni e per questi autori. Scrive l'autrice... "Per smussare gli angoli c'è un solo modo. Dovrai imparare a essere sottomessa, come dice S.Paolo. Cioè messa sotto perchè tu sarai la base della vostra famiglia , tu sarai le fondamenta. Tu sosterrai tutti, tuo marito e i figli, adattandoti, accettando, abbozzando, indirizzando dolcemente. E' chi sta sotto che regge il mondo non chi si sente sopra gli altri". E ancora scrive : ...La donna ridiscutendo il suo ruolo ha messo in discussione anche "quel suo talento innato” -come dice Cesare Pavese- quella "disposizione originaria, un assoluto virtuosismo a conferire al finito un senso.La donna concilia l'uomo e se stessa col mondo, è in armonia con l'esistenza in una misura che l'uomo non conosce. Poiché la donna spiega la finitezza, essa è la vita profonda dell'uomo: una vita tranquilla e nascosta, come è sempre la vita delle radici" Trovo bellisssima questa citazione di Cesare Pavese , lo scrittore piemontese non si può definire propriamente cattolico ma è un chiaro esempio di animo colto e sensibile che coglie ciò che la ragione umana può comprendere. Bellissima anche la citazione di Chesterton contro la presunta noia del matrimonio:..Non è vero niente conosco un sacco di infelici esecutori dei propri pruriti. Invece come scriveva Chesterton " Non c'è niente di più trasgressivo ed eccitante dell'ortodossia". Il matrimonio è divertente , è naturale ,risponde ai nostri bisogni e ai desideri di felicità.... Un libro divertente, ironico e simpatico come lo è l'autrice Costanza. *** roberto

martedì 20 dicembre 2011

Ohi ohi ohi


In questo caso, fa bene il governo nordcoreano a imporre il pianto collettivo per la morte di Kim Jong Il.
Quando Gesù disse “Guai a voi…” - in aramaico, ovviamente - usò il genere letterario dell’«oi». L’espressione era usata in Palestina per le cerimonie funebri. Gesù intendeva dire che il destino degli ipocriti è la morte eterna. Quindi era da piangere il (per sempre) defunto.
“Guai” (“oi”), filologicamente, è un lamento funebre per i morti. È simile all’italiano “Ahi”, “Ohi”, che esprime dolore. È bene, infatti, essere addolorati per la sorte eterna del dittatore passato al giudizio di Dio.

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silvio

venerdì 16 dicembre 2011

Scuola di Sacra Scrittura


di Silvio Brachetta

Per il mese di gennaio 2012 è previsto l’avvio del secondo ciclo della Scuola diocesana di Sacra Scrittura, dedicato ad introdurre il Nuovo Testamento. È nota, a coloro che hanno seguito un qualche suo corso, la dedizione del sacerdote Antonio Bortuzzo nel promuovere lo studio della Bibbia e la lettura frequente dei Testi sacri. Docente di Sacra Scrittura al Seminario interdiocesano e all’Istituto superiore di scienze religiose di Trieste, don Bortuzzo non si limita però all’esercizio dell’attività accademica. Egli organizza, a volte, giornate di approfondimento biblico o letture pubbliche, proponendo alle persone la Parola di Dio. Chiediamo direttamente a don Antonio Bortuzzo qualche informazione in merito.

Professore, a chi è rivolto l’insegnamento?
A chiunque. Non sono necessari titoli di studio, né particolari abilità. Non ci sono neppure limiti di età. È un corso rivolto all’approfondimento della Sacra Scrittura. [leggi tutto]

© Vita Nuova

Il vescovo di Trieste lancia una iniziativa per la formazione politica dei fedeli

di Giuseppe Brienza

Una denuncia di tutte quelle «forze che a livello internazionale stanno programmando un brutale e continuo attacco alla vita e alla famiglia», è stata lanciata da quattro esperti cattolici, due europei e due ispanici, nell’introduzione del Terzo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo, curato dal vescovo di Trieste monsignor Giampaolo Crepaldi e da Stefano Fontana, rispettivamente presidente e direttore dell’Osservatorio Internazionale “Cardinale Van Thuân”, appena pubblicato dall’editore Cantagalli. Il peruviano Diego Arias Padilla, il francese Philippe de Saint Germain, lo spagnolo Fernando Fuentes Alcantara e lo stesso Fontana, hanno identificato fra le più pericolose di queste forze in quelle «agenzie culturali che impongono un pensiero unico sui temi della libertà individuale, delle relazioni tra i sessi, della visione della procreazione». [leggi tutto]

© Vatican Insider

venerdì 9 dicembre 2011

Ici-Chiesa, confusione anche ministeriale


di Riccardo Cascioli
© La Bussola Quotidiana (09-12-2011)

Ci mancava anche il ministro Riccardi ad aggiungere un po’ di confusione sul tema Ici e Chiesa. E’ vero, le sue parole pronunciate durante un’intervista in un programma tv della Rai sono state volutamente forzate: non ha detto “la Chiesa paghi l’Ici”, come hanno titolato alcuni giornali online; ha detto che gli edifici ecclesiastici adibiti ad attività commerciali già pagano l’Ici, e che se ci sono abusi tocca ai Comuni vigilare. Ma non c’è dubbio che le parole di Riccardi restano ambigue e fonte di ulteriore confusione, in un momento in cui è stato rilanciato il tormentone dell’Ici per attaccare la Chiesa.

Per la esatta e puntuale spiegazione dell’argomento Chiesa-Ici rimandiamo ad un articolo già da noi pubblicato mesi fa e preparato dall’avvocato Marco Ciamei, che spiega sinteticamente l’attuale situazione legislativa e risponde ai più diffusi luoghi comuni. Qui però vogliamo riprendere almeno un paio di questioni fondamentali che sarebbe bene che un ministro della Repubblica spiegasse ogni volta che deve intervenire sul tema, e non per difendere la Chiesa ma per ristabilire la verità e fare chiarezza.

Primo: non esiste alcuna legge che privilegia la Chiesa. L’esenzione dall’Ici prevista dalla legge riguarda tutti gli immobili utilizzati da un “ente non commerciale” e destinati “esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive”. In pratica c’è un’esenzione che riguarda tutto il mondo no profit ed è circoscritta a otto attività ben definite dalla legge. Al di fuori di queste attività, anche gli enti non commerciali pagano l’Ici. Sarebbe davvero curioso – ma sarebbe giusto dire discriminatorio - se con una legge ad hoc si escludessero soltanto gli immobili ecclesiastici dall’esenzione.

Secondo: “commerciale” non vuol dire “a fine di lucro”. Ed è su questo termine che si gioca il grande equivoco. Da un punto di vista tecnico, infatti, “commerciale” è tutto ciò che chiede un corrispettivo a fronte di un servizio, quale è ad esempio una retta per la frequenza della scuola materna. Ma questo tipo di attività commerciale rientra giustamente nell’esenzione perché è tra le otto categorie previste dalla legge. Quindi per questo genere di attività commerciali la Chiesa – come tutti gli altri enti no profit – non deve pagare l’Ici. La tassa sugli immobili viene pagata invece per altri tipi di attività commerciali, come ad esempio quella alberghiera. Ma anche qui bisogna essere chiari: un pensionato per studenti fuori sede o per l’ospitalità di parenti di malati ricoverati in ospedali lontani dalla residenza, non è assimilabile a un albergo. E’ invece una struttura ricettiva complementare, di carattere sociale, che rientra nelle otto attività suddette. E del resto soltanto un pazzo accecato dall’ideologia può sostenere che un pensionato per studenti fuori sede sia “concorrente” di un albergo.

Detto questo, i cattolici che oggi si stracciano le vesti per questo nuovo attacco pretestuoso e vergognoso alla Chiesa, guardino bene gli effetti in Parlamento di questa nuova campagna promossa dai Radicali. E ci pensino la prossima volta che sponsorizzano il finanziamento “illecito” di Radio Radicale a spese dei contribuenti.

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roberto