Un equivoco
grossolano non ancora sufficientemente chiarito
di Don Lucio Luzzi
Succede quasi sempre dopo un periodo di asservimento, di
totalitarismo, di statalismo, come è accaduto in Francia nel ‘700, in Italia e
Germania nel ‘900, al termine di assolutismi e dittature.
Ciò spiga ma non giustifica il fenomeno.
E’ una ingenuità affermare che l’uomo nasce libero. Si nasce
condizionati in mille maniere; alla propria identità, al sesso, all’ambiente
dove ci si viene a trovare e ad altro..
La libertà è una aspirazione specifica dell’uomo come tale.
Ma si tratta di un’aspirazione che per realizzarsi imporrà a lui innumerevoli
sforzi; anzitutto contro se stesso e i propri istinti; e poi contro i fattori
esterni tendenti ad influenzarne lo sviluppo: QUINDI UN PUNTO DI ARRIVO NON DI PARTENZA.
Gli sforzi più duri dovrà impegnarli proprio contro se
stesso, perché ogni tendenza disordinata, ogni vizio, minerebbe alla radice la
piena disponibilità di sé a se stesso.
Gli altri sforzi saranno quelli che dovrà dedicare
all’opposizione verso ogni pretesa della società d’ impedirgli la propria
indipendenza contro ogni condizionamento ingiusto.
Appunto ingiusto.
Perché l’uomo è stato definito anche un animale socievole,
quindi nato per vivere insieme ad altri, con i quali confrontarsi e aiutarsi
reciprocamente.
Il gorilla è del tutto autonomo e resta coni suoi simili
solo fino a che lo richiedono le sue esigenze biologiche.
Sa ciò deriva che non posso ritenermi libero da fare
tutto ciò che voglio; neppure a livello di vita privata, perché anche in
questo settore sono condizionato necessariamente da esigenze mie corporali e
psicologiche che non dipendono totalmente da me e da quelle sociali, dalle
quali non posso solo chiedere ma anche dare. E donandomi limito la mia
autogestione. Ma non donandomi, chiudendomi in me stesso, non sarei più libero,
bensì più vicino al suicidio morale.
E’ stato affermato che la mia libertà arriva dove si scontra
con quella degli altri.
Se vado oltre, non sono più un uomo libero, ma un libertino,
e come tale non sarei più un essere ragionevole, ma un bruto.
Da quanto detto risulta che la libertà è un dono di Dio
all’uomo, ma come ogni altro suo dono, deve diventare una conquista personale.
E siccome la libertà è un dono supremo per l’uomo, esige
tanta autodisciplina, per rimanere tale e svilupparsi convenientemente.
Oggi per la libertà intendiamo il diritto di dire e di fare
quello che ci pare e piace, disattendendo che anche altri hanno lo stesso
diritto, stiamo scatenando lotte senza frontiere: guerre preventive, lotta di
classe, vincoli sociali, professionale, matrimoniali, spezzati appena non
rientrano più nel proprio tornaconto, con tutto il resto che i nostri generosi
mass media ci ammanniscono ogni giorno, la servizio di scuderie che sembra
abbiano un solo interesse: quello di scardinare ogni ordine morale, a vantaggio
delle loro speculazioni..finanziarie.
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