venerdì 2 dicembre 2011

Libertà non è libertinaggio


Un equivoco grossolano non ancora sufficientemente chiarito

di Don Lucio Luzzi

Succede quasi sempre dopo un periodo di asservimento, di totalitarismo, di statalismo, come è accaduto in Francia nel ‘700, in Italia e Germania nel ‘900, al termine di assolutismi e dittature.
Ciò spiga ma non giustifica il fenomeno.
E’ una ingenuità affermare che l’uomo nasce libero. Si nasce condizionati in mille maniere; alla propria identità, al sesso, all’ambiente dove ci si viene a trovare e ad altro..
La libertà è una aspirazione specifica dell’uomo come tale. Ma si tratta di un’aspirazione che per realizzarsi imporrà a lui innumerevoli sforzi; anzitutto contro se stesso e i propri istinti; e poi contro i fattori esterni tendenti ad influenzarne lo sviluppo: QUINDI UN PUNTO DI ARRIVO NON DI PARTENZA.
 
Gli sforzi più duri dovrà impegnarli proprio contro se stesso, perché ogni tendenza disordinata, ogni vizio, minerebbe alla radice la piena disponibilità di sé a se stesso.
Gli altri sforzi saranno quelli che dovrà dedicare all’opposizione verso ogni pretesa della società d’ impedirgli la propria indipendenza contro ogni condizionamento ingiusto.
Appunto ingiusto.
Perché l’uomo è stato definito anche un animale socievole, quindi nato per vivere insieme ad altri, con i quali confrontarsi e aiutarsi reciprocamente.
Il gorilla è del tutto autonomo e resta coni suoi simili solo fino a che lo richiedono le sue esigenze biologiche.
Sa ciò deriva che non posso ritenermi libero da fare tutto ciò che voglio; neppure a livello di vita privata, perché anche in questo settore sono condizionato necessariamente da esigenze mie corporali e psicologiche che non dipendono totalmente da me e da quelle sociali, dalle quali non posso solo chiedere ma anche dare. E donandomi limito la mia autogestione. Ma non donandomi, chiudendomi in me stesso, non sarei più libero, bensì più vicino al suicidio morale.
E’ stato affermato che la mia libertà arriva dove si scontra con quella degli altri.
Se vado oltre, non sono più un uomo libero, ma un libertino, e come tale non sarei più un essere ragionevole, ma un bruto.
Da quanto detto risulta che la libertà è un dono di Dio all’uomo, ma come ogni altro suo dono, deve diventare una conquista personale.
E siccome la libertà è un dono supremo per l’uomo, esige tanta autodisciplina, per rimanere tale e svilupparsi convenientemente.
Oggi per la libertà intendiamo il diritto di dire e di fare quello che ci pare e piace, disattendendo che anche altri hanno lo stesso diritto, stiamo scatenando lotte senza frontiere: guerre preventive, lotta di classe, vincoli sociali, professionale, matrimoniali, spezzati appena non rientrano più nel proprio tornaconto, con tutto il resto che i nostri generosi mass media ci ammanniscono ogni giorno, la servizio di scuderie che sembra abbiano un solo interesse: quello di scardinare ogni ordine morale, a vantaggio delle loro speculazioni..finanziarie.

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