lunedì 31 agosto 2009

La tunica di Cristo

Una delle molte e immense stupidaggini che si odono ovunque è l’adagio «l’abito non fa il monaco», a giustificazione ipocrita dell’odio nei confronti della divisa.

Il principio è talmente assimilato e digerito nella Chiesa che, di fatto, la maggioranza del basso clero ha gettato alle ortiche la veneranda divisa talare. Molti dell’alto clero (vescovi e cardinali) l’hanno invece mantenuta, continuando tuttavia a ritenere incompatibile l’abito assieme al monaco. La loro scelta è conforme soltanto all’opportunità mondana di conservare un segno visibile di potere.

Ma come fare, ormai, a discernere se l’abito faccia o non faccia il monaco, se non c’è più l’abito? Fariseo cieco, era invece da conservare l’abito, che avrebbe rivelato quanto e se il monaco fosse veramente tale.

Sarebbe stato evidente, allora, che il monaco saggio non lo fosse per l’abito e che lo stolto fosse monaco solo per il fatto di possedere un abito.

Senz’abito, adesso, i saggi si confondono con gli stolti, a tutto danno dei monaci - i quali, nemmeno più visibili, spesso rigettano abito e vocazione - e dei fedeli che si perdono tra i pastori senza tunica e senza vincastro.

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silvio

domenica 30 agosto 2009

Pensiero della Domenica - 85

A cura del sito “Vie dello Spirito


XXII^ Domenica del Tempo ordinario


“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano”


In molte circostanze della vita è indispensabile per noi l’apparenza; come diciamo noi in gergo popolare “salvare la faccia...” e in questo modo cerchiamo di nascondere i nostri lati negativi, facendo apparire quello che ci può dare consenso, considerazione, apprezzamento. Ma abbiamo bisogno, tante volte, di soffocare la nostra coscienza tentando di farla tacere senza riuscirci mai. Allora cerchiamo di stordirci, con la nostra fantasia, e ci formuliamo giudizi giustificativi per sentirci tranquilli del nostro operato; ma riaffiora inesorabilmente la voce della coscienza che diventa un tormento. [leggi tutto]

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Don Lucio Luzzi

venerdì 28 agosto 2009

Ieri santa Monica, oggi sant’Agostino (suo figlio)

Abbiamo un breve ma pepatissimo ritratto di Santa Monica, a cura di Camillo Langone.

E una meditazione di Plinio Corrêa de Oliveira su sant’Agostino di Tagaste, tradotta da Massimo Introvigne.

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silvio

mercoledì 26 agosto 2009

Sfacelo dell’Ordine carmelitano

Purtroppo mi è accaduto di dover constatare quello che già era noto.

Invitato da un amico, vado a fare gli esercizi spirituali organizzati dai carmelitani (Ordo Fratrum Discalceatorum). Arriva il predicatore (Dottore in teologia carmelitano, Rettore del Teresianum) e ci informa che… lui è dell’opinione che l’«inferno è vuoto». La predicazione successiva è, ovviamente, un misto di banalità e di noia del sapore dell’acqua distillata.

Anche se ormai sono vaccinato contro i negatori dell’inferno, la cosa mi ha comunque abbattuto. Abbattuto nel vedere il Carmelo ridotto in questo stato.

Ma non volendogliela dare vinta, un po’ per consolarmi, un po’ per cercare comunque di salvarmi nonostante i don Chichì post conciliari, mi sono messo a rileggere la Vita di Santa Teresa d’Avila e La notte oscura di San Giovanni della Croce.

Il predicatorucolo da quattro soldi ne sa certo più di Santa Teresa (discesa all’inferno) che invece afferma: «Da quelle visioni mi nacque anche la terribile pena che provo al pensiero delle molte anime che si dannano, specie quelle dei luterani […] io non so come possiamo avere un momento di pace, se consideriamo quante mai anime il demonio trascina ogni giorno con sé, a un supplizio che non avrà mai fine» (cap. XXXII).

Non è l’inferno ad essere vuoto, ma le zucche dei novatori, dilagati purtroppo anche tra i carmelitani.

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silvio

martedì 25 agosto 2009

“Ruunt saecula, stat Veritas”

Sono reduce dalla lettura di Stat Veritas di Romano Amerio (Lindau) che, assieme ad un contingente sempre più numeroso di autori, ha intrapreso una battaglia all’ultimo sangue contro il nullificante congedo dalla verità vattimiano, che incarna il monoblocco ideologico mondiale contemporaneo.

Se in Iota unum Amerio elencava le variazioni dottrinali conciliari e post conciliari, in Stat Veritas rileva almeno 55 proposizioni fortemente equivoche relative alla Lettera apostolica Tertio millennio adveniente di Giovanni Paolo II (1994). [leggi tutto]

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silvio

giovedì 20 agosto 2009

La mandria nullificata dal Niente assolutista e impiccione

«Oggi, dopo vent’anni da piazza Tienanmen, in Cina ci troviamo con lo stesso regime oppressivo. La corruzione è dilagante. C’è più ricchezza, ma solo per pochi.

L’informazione è censurata. Le nuove generazioni non conoscono i valori e il senso della vita. La prospettiva democratica si allontana sempre più».

Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong


A proposito di Stato Etico giacobino e impiccione, non dimentichiamo che la Cina è un esempio da imitare per i mangiapreti nostrani. Non solo la Cina maoista, finita al museo ad opera dei cinesi medesimi (il “Libretto rosso” si può reperire a fatica solo al mercato delle pulci), ma soprattutto la Cina contemporanea, che ha sostituito il social-comunismo con il Niente Dispotico.

Che la Cina sia ostaggio di una despoligarchia impicciona è un'evidenza. Ma quali ne siano i contenuti ideologici non traspare, se non una miscela edonistica/utilitaristica, né i tiranni sono ansiosi di fornire una qualsiasi spiegazione. Al popolo orientale, così come all'occidentale, è riservato un nutrimento a base di cialtronerie spirituali, mass mediate dal potere. Un brago suino, pieno di pastone tiepido, che la mandria affamata - anestetizzata ai sapori - divora con quotidiana e soddisfatta ingordigia.

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silvio

martedì 18 agosto 2009

“Baget Bozzo e Saleri contro Dossetti: un'interpretazione sociologica”

Ricevo da Massimo Introvigne e pubblico.


“Senza Dossetti il quadro politico italiano attuale (…) sarebbe assolutamente inimmaginabile”. Così scrive il politologo e dirigente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl) Pier Paolo Saleri (a p. 225) nella parte da lui redatta del volume cui decise di dare vita con don Gianni Baget Bozzo (1925-2009) prima della scomparsa del sacerdote, giornalista e studioso genovese. L’opera vede ora la luce con il titolo Giuseppe Dossetti. La Costituzione come ideologia politica (Ares, Milano 2009). Lavoro rigoroso e parte a pieno titolo della letteratura scientifica sul tema, il testo è pure un j’accuse nei confronti di don Giuseppe Dossetti (1913-1996), la cui influenza sulla politica italiana e sulla Chiesa Cattolica è per gli autori – al di là delle intenzioni e della dimensione intima e spirituale della persona, di cui Dio solo è giudice, e cui neppure io intendo minimamente mancare di rispetto – indubbiamente e profondamente negativa. [leggi tutto]

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silvio

lunedì 17 agosto 2009

Ecco a dove porta il calabraghismo ecumenico - bis

Zitti, zitti: è uscita la sentenza, in edizione integrale, che ha trattato gli insegnanti di religione cattolica come pezze da piedi.

Abbiamo l’elenco completo dei ricorrenti. Tra questi, i protestanti nemici della Chiesa, sbaciucchiati e spazzolati per quarant’anni da prelatini ecumenisti. Prendete nota.

- Alleanza Evangelica Italiana

- Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia

- Unione Cristiana delle Chiese Avventiste del Settimo Giorno

- Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia

- Tavola Valdese

- Federazione delle Chiese Pentecostali

- Chiesa Evangelica Luterana in Italia

- Comitato Insegnanti Evangelici Italiani

In realtà, dietro questi acronimi ritenuti innocui, c’è un’unica Setta capitanata da Belzebù in persona.

Ad perpetuam rei memoriam

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silvio

domenica 16 agosto 2009

Democratismo silloniano e vattimiano

«Le masse saranno sempre al di sotto della media.

La maggiore età si abbasserà, la barriera del sesso cadrà, e la democrazia arriverà all'assurdo rimettendo la decisione intorno alle cose più grandi ai più incapaci.

Sarà la punizione del suo principio astratto dell'Uguaglianza, che dispensa l'ignorante di istruirsi, l'imbecille di giudicarsi, il bambino di essere uomo e il delinquente di correggersi. Il diritto pubblico fondato sull'uguaglianza andrà in pezzi a causa delle sue conseguenze. Perché non riconosce la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: culminerà nel trionfo della feccia e dell'appiattimento

Henri-Frédéric Amiel


Dicevo di Vattimo e del suo ultimo e riassuntivo lavoro.

L’arché, il significato ultimo della realtà, non è dunque l’essere, né l’estasi, il rimpianto o la poesia o il Thanatos, né la Fenice o Minerva, né tantomeno Dio o la verità. Non è l’amore.

Per Vattimo e per tanti che la pensano allo stesso modo, il principio e la fine del tutto è la democrazia. [leggi tutto]

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silvio