lunedì 31 agosto 2009

La tunica di Cristo

Una delle molte e immense stupidaggini che si odono ovunque è l’adagio «l’abito non fa il monaco», a giustificazione ipocrita dell’odio nei confronti della divisa.

Il principio è talmente assimilato e digerito nella Chiesa che, di fatto, la maggioranza del basso clero ha gettato alle ortiche la veneranda divisa talare. Molti dell’alto clero (vescovi e cardinali) l’hanno invece mantenuta, continuando tuttavia a ritenere incompatibile l’abito assieme al monaco. La loro scelta è conforme soltanto all’opportunità mondana di conservare un segno visibile di potere.

Ma come fare, ormai, a discernere se l’abito faccia o non faccia il monaco, se non c’è più l’abito? Fariseo cieco, era invece da conservare l’abito, che avrebbe rivelato quanto e se il monaco fosse veramente tale.

Sarebbe stato evidente, allora, che il monaco saggio non lo fosse per l’abito e che lo stolto fosse monaco solo per il fatto di possedere un abito.

Senz’abito, adesso, i saggi si confondono con gli stolti, a tutto danno dei monaci - i quali, nemmeno più visibili, spesso rigettano abito e vocazione - e dei fedeli che si perdono tra i pastori senza tunica e senza vincastro.

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silvio

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