giovedì 13 agosto 2009

Ennesimo congedo dalla verità

Se ce ne fosse bisogno - e non ce n’è bisogno - Gianni Vattimo riassume ancora l’essenza della nostra epoca a cominciare dal titolo del suo ultimo libro: Addio alla verità (ed. Meltemi).

Leggo la recensione che ne fa Natalino Irti sul Corriere della Sera (a.134, n.190, p.33) e su di essa commento.

Quello che è raccapricciante, in tutta la questione, è che Vattimo prende congedo dalla verità oggettiva del reale perché la negazione della verità è l’unica condizione per l’esistenza della - vi prego di trattenere le risate convulsive - democrazia. Siamo alla trasfigurazione finale del vattimismo: «L'addio alla verità è dunque l’inizio, e la base stessa, della democrazia». A questo punto direi che usciamo dalla filosofia ed entriamo nella bestemmia. [leggi tutto]

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silvio

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A proposito della verità ti incollo una parte di un commento che ho lasciato sul blog del pubblicano:

c'è chi uscirebbe la storia del bicchiere che è sia mezzo pieno che mezzo vuoto e cambiano i punti di vista. Privandosi dei punti di vista, ovvero guardando oggettivamente la realtà, l'unica affermazione vera è che il bicchiere è per metà riempito di liquido e per metà riempito d'aria. Fine. I punti di vista, se non conducono in errore, conducono all'imprecisione.

silvio ha detto...

Molto interessanti la “prova” del Pubblicano (sono andato a vedere) e la tua osservazione.
Il tuo esempio del bicchiere mi fa tornare alla mente le parole di Norberto Bobbio: “Fra il bianco e il nero ci può essere il grigio; fra il giorno e la notte c’è il crepuscolo. Ma il grigio non toglie nulla alla differenza tra il bianco e il nero, né il crepuscolo alla differenza fra la notte e il giorno.”
Così pure, nel bicchiere, l’acqua ha una sua verità ben precisa. E l’aria pure.