mercoledì 31 marzo 2010

Satanismo


Gesù si Chiesa no
Dio si Gesù no
Dio è morto anzi non è mai stato.
 
Dalla efficace sintesi che Pio XII nel 1952, fece delle tappe della scristianizzazione si può comprendere il fenomeno del satanismo. All’involuzione del cristianesimo per contro si ha un aumento dell’interesse per la magia (una volontà di potere per dominare sull’uomo e sulla natura). Dalla magia al satanismo il passo è breve; ogni fase successiva della rivoluzione moderna è una negazione, seguita da una distruzione delle infrastrutture edificate dall’intelligenza e dalla volontà. Ma la nostalgia di queste negazioni ne crea di nuove. Così la prima tappa è “Chiesa no” per potersi sostituire ad essa in quanto puro potere nascono le Logge; allora i poteri sacerdotali sono parodiati attraverso l’iniziazione massonica. [leggi tutto]
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roberto

Ermeneutica dell’errore pastorale


Niente male questo Roberto de Mattei, che stila sempre ottime cose, sia quando parla di scienza, sia quando analizza il fenomeno religioso ed il cattolicesimo, in particolare.
Nella sua ultima riflessione, prende a pretesto la lettera del Papa alla Chiesa d’Irlanda, per chiarire ulteriormente lo sbandamento teologico post-conciliare.
Questa volta è accennato il tremendo sbandamento dottrinale delle Edizioni Paoline, gruppo fondato da don Giacomo Alberione. Da quel santo di don Giacomo Alberione, che non è responsabile del naufragio
De Mattei cita le gravi deviazioni nel campo della teologia morale, introdotte da tre sacerdoti: don Enrico Chiavacci, don Leandro Rossi e don Ambrogio Valsecchi. Immediatamente pubblicati dai Paolini (1973), stanno tutt’ora seminando errori nella Chiesa, proprio a causa delle sunnominate Edizioni. E nessuno provvede…
Mi sembra che De Mattei, assieme a padre Brunero Gherardini, autore di Concilio Vaticano II. Un discorso da fare (Casa Mariana Editrice), siano per l’ermeneutica dell’errore pastorale. Ovvero, il Concilio Vaticano II, scevro da errori magisteriali, non lo sarebbe da errori o equivoci pastorali. Non tutto il disastro, cioè, sarebbe ascrivibile alla spinta secolarizzatrice amplificatasi negli anni ’60.
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silvio

martedì 30 marzo 2010

Affondamento


Bresso e Bonino a picco.
Certo, la finiana Polverini non solca le acque della vita…
In ogni caso Deo gratias, per Lazio e Piemonte.
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silvio

domenica 28 marzo 2010

Pensiero della Domenica - 105


A cura del sito “Vie dello Spirito

Domenica delle Palme

La folla gridava: "Osanna al Figlio di David"

E siamo arrivati alla settimana clou per i cristiani che, praticanti o meno, la chiamano Settimana Santa. Gesù era partito da Gerico il venerdì, arrivando la sera stessa a Betania, (l'attuale El Avarie, cioè villaggio di Lazzaro), luogo di pace e di riposo, distante meno di tre chilometri da Gerusalemme. Il sabato lo passa in casa di Simone il lebbroso, dove la sera, durante la cena, venne una donna e versò il profumo sul capo di Gesù (Mc. 14,3). La domenica mattina si muove da Betania verso Betfage (l'attuale Et Tùr) e disse a due dei suoi discepoli: "Andate nel villaggio, che vi sta di fronte e subito, entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e conducetemelo...". [leggi tutto]
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Don Lucio Luzzi

venerdì 26 marzo 2010

Tra le carte


Tre articoli degni di nota:

1) Inedito di Pavel A. Florenskij, il celebre teologo russo morto in un Gulag comunista. Trattasi dell’introduzione ad un corso di filosofia, da lui tenuto nel 1910. Qua si trova un’appetitosa distinzione tra “meccanismo” e “organismo”…
2) Massimo Introvigne, a proposito dello scandalo pedofilia, analizza il fenomeno della secolarizzazione negli anni ’60, accennata dal Papa. Il problema posto da Benedetto XVI e sottolineato da Introvigne è che «Nella Chiesa Cattolica della portata di questa rivoluzione [del ’68 - ndr] non ci fu subito sufficiente consapevolezza».
3) Francesco Agnoli, sullo stesso argomento, si chiede come mai un attacco così serrato alla Chiesa venga mosso dall’«Europa pedofoba» e dal «mondo infanticida». È nota infatti l’ecatombe di bambini prodotta in Europa e nel mondo in epoca contemporanea.
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silvio

mercoledì 24 marzo 2010

Utopia rivoluzionaria e realismo conservatore


Piero Melograni, intellettuale di Forza Italia, partecipò alla fondazione culturale del partito convinto dell’esistenza delle «masse liberali» in Italia.
Melograni proviene dalla sinistra e avrebbe dovuto avere almeno una sorta di scetticismo, dopo aver constatato la reale consistenza delle «masse rivoluzionarie».
Invitato, due mesi or sono, da Lilli Gruber (trasmissione Otto e mezzo), Melograni confessa la delusione nell’aver constatato che, in effetti, delle «masse liberali» non c’era traccia alcuna. Partorite dalla stessa madre - l’utopia - che partorì le «masse rivoluzionarie».
Ma, se le masse non sono né rivoluzionarie, né liberali, cosa mai potranno essere?
La risposta è semplice: le masse sono le entità più conservatrici dell’universo mondo. La persona ama conservare i genitori, la famiglia. Ama conservare i soldi per parecchi anni; e si aspetta una bella pensione ad attenderlo. La persona ama la stabilità di una casa e degli affetti. Ama il posto di lavoro stabile.
Il re ama conservare il regno ed il potere, così come il politico, fosse anche il progressista.
Il malato ama conservare la salute e il depresso la felicità.
Tutti poi bramiamo conservare la vita per sempre. O no?
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silvio

martedì 23 marzo 2010

Priorità assolute


A proposito della lettera di cui al post precedente, segnalo altri nodi che vengono puntualmente al pettine.
Nel documento sono assenti le parole «ecumenismo», «dialogo», «libertà religiosa», «monoteismi», «concelebrazione», «accoglienza», «integrazione».
Tutto questo è molto strano, perché i suddetti concetti erano stati ripetuti fino allo sfinimento e considerati come “priorità assolute” per la Chiesa. Abbiamo subìto, di lustro in lustro, un bombardamento a tappeto sul dialogo con i protestanti, gli ebrei, i mussulmani, gli ortodossi, sulle sfide, le accoglienze...
Nulla di tutto questo. Benedetto XVI comprende che le uniche e vere priorità per una Chiesa allo sbando è un recupero di tutto l’essenziale che si è perduto. Che, anzi, è stato rigettato, come un vecchio rifiuto.
Finalmente si consiglia la confessione, la penitenza, l’adorazione eucaristica: queste le cose essenziali, queste le “priorità assolute”.
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silvio

lunedì 22 marzo 2010

La fede è spenta non solo in Irlanda


La lettera del Papa ai cattolici irlandesi è un elenco implicito e paradigmatico di quali siano e di quali non siano le priorità della Chiesa.
L’ecumenismo non è una priorità. Il dialogo con le religioni non è una priorità. Le opere sociali nemmeno. Tutte queste attività - nate dal superattivismo postconciliare - distraggono pastori e fedeli, nonché tolgono energie per la realizzazione delle autentiche priorità.
È prioritario il ritorno alla vita pia e devota. È prioritario riaprire i confessionali. È prioritaria una riforma liturgica che restituisca al rito l’originale solennità. È prioritario che il sacerdote ritorni ad essere un curatore d’anime e non un organizzatore tuttofare di attività e feste patronali. [leggi tutto]
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silvio

sabato 20 marzo 2010

Pensiero della Domenica - 104


A cura del sito “Vie dello Spirito

V^ Domenica di Quaresima

Gesù disse all'adultera: "Neanche io ti condanno"

Ricordate la tentazione di inizio quaresima? Rinviare la nostra conversione "Tanto a Pasqua c'è tempo...". E questo periodo di revisione e riconciliazione si va esaurendo. La liturgia di questa V domenica di Quaresima ci sollecita ad un recupero salutare e indispensabile per la nostra anima, presentandoci la misericordia infinita di Dio. I soliti, insopportabili Scribi e Farisei, che seguono Gesù con fini perversi, lo chiamano con una espressione bugiarda di rispetto: "Maestro, questa donna è stata colta in fragrante adulterio; ora Mosè nella legge ci ha comandato di lapidare tali donne (per esattezza questa norma riguardava una fidanzata infedele), che ne dici? E questo dicevano per avere di che accusarlo... [leggi tutto]
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Don Lucio Luzzi

venerdì 19 marzo 2010

Panico morale

Consiglio a tutti gli amici questo  articolo di Massimo Introvigne qui
Credo sia molto utile per fare chiarezza sui recenti attacchi al Papa e sulla dolorosa questione della pedofilia.
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roberto

Senza ambizioni

«L’Italia porta con sé da duemila anni un’idea grandiosa, reale, organica: l’idea di un’unione generale dei popoli del mondo, che fu di Roma e poi dei Papi. Il popolo italiano si sente depositario di un’idea universale e chi non lo sa lo intuisce. La scienza e l’arte italiana sono piene di quella idea grande. Ebbene, che cosa ha fatto il conte di Cavour? Un piccolo regno di secondo ordine, che non ha importanza mondiale, senza ambizioni, imborghesito.»

Fëdor Michajlovič Dostoevskij, 1877, citato da Paolo Gulisano in Quel cristiano di Guareschi


L’Italia che esce dalla rivoluzione risorgimentale è uno spettro di quello che era.

Prendendola ancora più alla larga, l’Italia esce anche dalla modernità senza più fondamenta, senza riferimenti da tramandare alle genti.

Segnalo altri due articoli sul Risorgimento.

Nel primo, Andrea Galli intervista il giurista Francesco Mario Agnoli, che sottolinea l’azione violenta dei sabaudi che «si sentivano impegnati in una guerra di tipo coloniale». Cita anche Gramsci: «Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole,squartando, fucilando, seppellendo vivi contadini poveri, che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti».

Nel secondo, la professoressa Angela Pellicciari non ha nessuna intenzione che le porcherie e le menzogne sul Risorgimento restino occulte. Il sentimento anticristiano risorgimentale, rileva la studiosa, non è da confondere con l’anticlericalismo. Fu, invece, un anticattolicesimo, un voler colpire Cristo e la Chiesa.

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silvio

giovedì 18 marzo 2010

Rivelazione progressiva (non progressista in senso gioachimita)

Segnalo le ultime tre udienze del mercoledì del Papa, nelle quali vengono tratteggiati elementi importanti della teologia di San Bonaventura.

Volevo segnalare un eventuale equivoco nel quale si può cadere durante la lettura. Sulla questione attorno a Gioacchino da Fiore - ma non solo, perché il Dottore Serafico ne allude anche nell’Itinerarium, ad esempio - Bonaventura intende la storia come «progresso». Nel senso che, ricorda Benedetto XVI, il santo Dottore dice che «“Opera Christi non deficiunt, sed proficiunt”, le opere di Cristo non vanno indietro, non vengono meno, ma progrediscono».

In nessun modo, però, questo «progresso» può essere inteso in senso moderno. Né, tantomeno, il pensiero bonaventuriano ha qualcosa di “progressista”. Tutt’altro.

Si vuole invece sottolineare che la Rivelazione ha un carattere progressivo, perché l’uomo non potrebbe comprendere alcuno svelamento della verità, se non lento e paziente da parte di Dio.

Bonaventura, anzi, dimostra l’inconsistenza del progressismo gioachimita, che collegando le epoche con l’azione delle distinte Persone divine, associa ai tempi una sorta di evoluzione della verità.

Il santo di Bagnoregio mette bene in chiaro che Cristo è al centro della storia e che la Provvidenza dispone i tempi ed i modi di uno svelamento progressivo di - importante - una medesima ed unica verità.

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silvio

mercoledì 17 marzo 2010

Opportunismo non violento

«Vogliamo una volta per sempre smascherare Marco Pannella e i quattro suoi sodali che ci prendono in giro con la sceneggiata degli scioperi della fame? A Cuba, dove governano gli amici dei loro amici con i quali si alleano, i dissidenti che fanno lo sciopero della fame o muoiono (Zapata) o sono ridotti a pelle e ossa (Farinas), mentre i nostri, dopo ogni digiuno, sono più sani e forti che pria (vedi l’ultimo della Bonino).»

Renato Nicodemo, © Il Giornale

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silvio