venerdì 12 marzo 2010

Conservare la verità

Approfitto delle riflessioni di Roberto per aggiungere un’altra sua “definizione” di cui al titolo - che qua vedo assai appropriata - e qualche altra cosetta mia.

Diciamo che don Milani - o l’epoca di don Milani - sono l’apoteosi del soggettivismo moderno, introdotto parecchio tempo prima (come tu Roberto acutamente osservi), durante e dopo il Rinascimento, passando per le Riforme e le Rivoluzioni, catalizzato dal liberalismo.

Soggettivismo etico, ma primariamente soggettivismo filosofico, alimentato dal pensiero antimetafisico.

E la soluzione a tutto questo marcio non può essere che l’affidare a Dio soprattutto la sfera razionale umana, oggi più che mai compromessa. Concordo sulla sensibilità controrivoluzionaria. Ma è meglio dire forse che deve rifiorire l’ottica conservatrice, non come fissità, ma secondo una definizione che tu avevi dato tempo fa: “conservare la verità”.

La verità ascendente su Dio, innanzitutto, che non è fissità, ma freschezza, pulsione vitale, estasi ed estesia. Avevamo introdotto l’esempio dell’albero: radici, fusto, foglie, fiore, frutto. Tutt’altro che fissità.

E le discendenti verità sul cosmo e sull’uomo.

Questa civiltà ormai agonizzante potrà risorgere il giorno nel quale si chiarirà che il dogma brulica di vita, che il perpetuarsi delle liturgie è come l’eternità delle stagioni. È la medesima natura che, uguale a sé stessa nei secoli, ma sempre giovane e rinascente, tradisce per tutto questo la somma causa “vera”.

Non si userà più, inoltre, il trucco di oggi - che, con il pretesto di atteggiamenti conservatori, fa dire che il dogma è vivo, che il Magistero è vivo, che la liturgia è viva, che la Tradizione è viva. È un trucco rivoluzionario per modificare la verità del Magistero, di Dio. Lo sosteneva Amerio, credo. Sapendo che dalla vita procede una metamorfosi, si vorrebbe cambiare forma alla verità la quale, pur non generando fissità, è però immutabile.

No, Dio è vivo perché è vero. Non è vero perché è vivo. E' la vita che procede dalla verità, non la verità dalla vita.

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silvio

4 commenti:

roberto ha detto...

Caro Silvio mi hai letto nel pensiero, avrei voluto scrivere che tutto questo è anche frutto di centinaia di anni di filosofia moderna fissata nell'immanentismo e non aperta al trascendentale,hai perfettamente ragione a ricordarlo una ragione chiusa se stessa finisce nel nulla.Una filosofia che per negre la verità ha dovuto certamente prima conocerla, si può certamente fare un salto nel nulla ma non si può saltare dal nulla

roberto ha detto...

I bisogni e i sentimenti dei cittadini e dei gruppi sociali sono polverizzati in interessi in perpetuo conflitto.Una classe dirigente improvvisata si ritrova in quella stessa atmosfera di egoismo e pragmatismo che permea l’intera società.Non riesce per tanto a soddisfare tali bisogni . la coriandolizzazione blocca la poliica e favorisce l'antipolitica quella dei furbi per intenderci.Per questo è importante impegnare i politici su valori forti, aggreganti ovvero tradizionali come il patto per la vita e la famiglia sottoscritto da Cota in Piemonte

Riccardo ha detto...

Stavo per scrivere "non avete idea di come sia ridotta la psichiatria moderna", ma credo che voi lo sappiate meglio di me (anche perché mi pare che nella vostra redazione vi sia uno psichiatra). E se si perde la sanità dell'essere umano, il confine con la follia sparisce.

silvio ha detto...

@ Roberto: sì, il tutto si ripercuote sul reale della società, portando il caos. Vedo quindi con favore i candidati che hanno la capacità politica di riaffermare - o almeno tentare di proporre - una prassi che tenga conto della Tradizione. Non si tratta dell’iniziativa di uno sparuto gruppo conservatore. L’obiettivo, di ampio respiro, è il contrasto sempre più serrato contro i “tumori in metastasi” del nostro tempo: agnosticismo, relativismo etico, odio di classe (che qualche baffino vuol far tornare in auge), libertarismi e rivoluzioni varie… Roba da museo. L’importante è non aspettarsi risultati immediati, ma coltivare la virtù della perseveranza.

@ Riccardo: no, sono io che ho avuto a che fare con la psichiatria… da malato. Soffro di attacchi di panico in modo ondivago. Però hai ragione: a mio parere è colpita specialmente la capacità razionale umana. Ovvero l’uomo sembra aver perso la fede in seguito alla perdita della ragione.