martedì 6 gennaio 2009

Candore sprovveduto

Non capisco perché mai il Vaticano si dica «turbato» per la trasformazione in moschea della piazza antistante il Duomo di Milano.

Dall’ultimo Concilio in poi gli unici dogmi intoccabili del Magistero sono stati «dialogo», «apertura», «aggiornamento», «libertà religiosa», «tolleranza».

Ed ora è bastata un’innocua preghierina mussulmana per far entrare nel panico i sorridenti ottimisti post conciliari. Che tenero candore.

Grazie a loro la conquista islamica dell’Eurabia procede spedita; grazie anche all’Associazione delle Banche (parodia dell’Europa). Non sapevano, gli sprovveduti, che celebrare il culto mussulmano in un determinato luogo significa consacrarlo perennemente all’Islam?

Penso che la dittatura dell’ingenuità ci sollazzerà con altre uscite ipocrite e ridicole.

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silvio

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Da Milano a Bologna fino a Roma è tutto un coro unanime di monsignori, vescovi e cardinali sdegnati, ma accecati dal perbenismo politicamente corretto.

Pare che per certi ecclesiatici di sacro ci siano rimasti solo la costituzione, la chimera dell'integrazione e la magra consolazione della fede cattolica come eredità storica del "popolo italiano". Insomma, leggono tutto in chiave politica.
Come si dice, si consolano con quattro aglietti: ormai buona parte del "popolo" ha perso i valori fondanti della fede, anche per colpa di un certo corso intrapreso dalla chiesa degli e uomini. E'diventato relativista, e quindi ci vorrebbe poco oggi a cancellare le vestigia storiche e culturali e la tradizione cattolica, sradicandola e mutando volto alla civiltà per assumere qualche altro valore "a la page". Magari anche una fede straniera...

Leggi questo, Silvio, e poi dimmi che ne pensi, se ti va.


INTERVISTA A MONSIGNOR VECCHI, curia di Bologna

Monsignore, la Costituzione garantisce la libertà di culto.

«Certo, l’articolo 8 riconosce quel diritto a tutte le religioni che accettano l’ordinamento giuridico italiano. Ma dev’essere letto assieme all’articolo 7».

«Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani», dice fra l’altro.

«Quella cattolica è la religione storica del popolo italiano. Ci sono certi professori che vogliono farmi lezione ma anch’io farei volentieri un esame a loro».

Per spiegare cosa?

«Che c’è una distinzione tra Stato e nazione. La nazione ha un’identità. La sua identità di fondo, le coordinate fondamentali, il popolo italiano le ha ricevute dal cattolicesimo».

Quindi lei dice: la preghiera sul Crescentone come una sfida alla nostra cultura.

«Nelle manifestazioni di sabato c’è stata una regìa, è chiaro. La piazza come strumento di pressione, questo ormai lo hanno imparato bene. La religione è stata usata, strumentalizzata. Sono pienamente d’accordo con don Righi. La questione palestinese è politica, non religiosa. Confondere i due piani non è corretto. E poi penso alla svastica, alla bandiera d’Israele bruciata. Mi meraviglia molto la preghiera contro qualcuno. Si prega per i fratelli, non per il male degli altri».

Bologna è reduce da una lunghissima polemica sul progetto di un minareto.

«Ma sabato i musulmani non hanno manifestato per quello, quello non c’entra».

Non ha pensato, come il vicesindaco di Milano: la piazza come una moschea.

«No, ho pensato che questo metodo di non distinguere i problemi religiosi da quelli politici porta altro caos, e il nostro Paese ne ha già abbastanza. C’è bisogno, invece, di recuperare la nostra identità per arrivare a un’integrazione vera, che non dev’essere un affastellamento di culture».

La giunta ha congelato la nuova moschea, la comunità musulmana aspetta il prossimo sindaco.

«Quel progetto secondo me dev’essere abbandonato per sempre, è prematuro. Per integrare davvero i musulmani, servono luoghi di preghiera nelle diverse comunità dove queste persone vivono. Certo che c’è il diritto di culto. Ma non è vero che costruire una moschea è come costruire una chiesa».

© Copyright Il Resto del Carlino, 5 gennaio 2009

Anonimo ha detto...

Non ne posso pensare bene, caro Paolo.
Personalmente, durante il periodo festivo, ho trovato per miracolo (nel senso proprio del termine) un sacerdote per la confessione. L'ho trovato durante la Messa di Natale.
Avevo girato varie chiese... confessionali deserti.
Vedo un gravissimo pericolo per le anime, nel senso che viene mortificata ogni pratica devota in favore dell'attivismo.
Sento parlare di integrazioni, di piani pastorali... di scemenze insomma. Ma di cura delle anime, di confessione, di direzione spirituale: nulla, o quasi.
La fede è data per scontata. L'unico problema sembra l'inculturazione di non si sa bene cosa.
Dire che sono amareggiato è poco.
Come anche tu dici, la costituzione repubblicana sembra ormai avere soppiantato il salterio. L'unica preoccupazione sembra il problema dell'integrazione o dell'ecumenismo. Fossero almeno simpatici!
Il gregge è ormai perduto dentro i supermercati e i cosiddetti fedeli invece di fare la fila davanti ai confessionali la fanno per i saldi di fine stagione.
E i pastori che fanno? Si stupiscono dell'arroganza islamica da loro stessi benedetta nella Nostra Aetate.
Dicevo di essere amareggiato? No, sono esasperato. Scusa lo sfogo, ma la mia personale situazione spirituale non è delle più rigogliose... e di pastori in cerca della pecorella smarrita in verità non ne vedo molti.
Ciao