domenica 6 aprile 2008

Pensiero della Domenica - 39

A cura del sito “Vie dello Spirito

III^ dopo Pasqua - 06/04/2008

Gesù verso Emmaus

Negli ultimi quaranta giorni di permanenza su questa terra, Gesù, con un paziente lavoro, deve gradualmente rafforzare la fede dei suoi amici, convincendoli, che Lui è veramente risorto.
Non è facile per gli Apostoli credere in qualcosa che va razionalmente contro corrente. D’ altra parte sono uomini semplici, senza nessuna istruzione, e quindi con limitata capacità di analisi approfondite.
Hanno vissuto questi anni con il Maestro, in un alternarsi sconcertante di periodi di entusiasmo, intravedendo un futuro soprattutto di benessere materiale; sensazioni puntualmente represse da altri motivi di titubanza,scoraggiamento, delusioni.

Compito arduo perché si è parlato molto del triste epilogo della sua vita, con rimpianto e delusione; è il corpo glorioso che crea perplessità, perché viene paragonato ad un fantasma.

E’ lo stesso stato d’animo dei due discepoli in viaggio verso Emmaus ai quali si unisce il Risorto; parla con loro; raccontano i tristi fatti a questo straniero che sembra non sapere niente. E arrivano insieme ad Emmaus, un villaggio a qualche decina di chilometri a nord ovest di Gerusalemme. E’stato un francescano italiano, P. Bagatti, a scoprire i ruderi di questa località , oggi tanto ammirata dai pellegrini.

I due ascoltatori si erano appassionati dalle parole del misterioso viandante.
Per una volta il Salvatore finse di voler andare oltre, cioè di voler proseguire il cammino.
Chissà dove intendeva andare a quell’ora?
Non era per niente consigliabile avventurarsi di notte, per quelle campagne con sciacalli, banditi, pattuglie di legionari romani... E glielo sconsigliarono apertamente: “Resta con noi signore; già si fa sera e il giorno declina...”.

Lo chiamano "Signore" perché i due non sanno ancora che colui è il Maestro risorto.
Lo sconosciuto entrò con loro nel villaggio e accettò di prendere alloggio in una locanda; e presero porto a tavola per mangiare. ”… Ed avvenne che mentre era sdraiato con loro a mensa, prese il pane e lo benedisse e lo porse loro… si aprirono i loro occhi e lo riconobbero”.
Gesù non consacrò quel pane, come aveva fatto qualche giorno prima al cenacolo, ma si adattò semplicemente al modo di mettersi a tavola, in uso tra i giudei.

I due lo riconobbero solo attraverso un “dono pasquale”.
Quanto mi raffiguro con i due di Emmaus; anche io con i miei dubbi, la mia sfiducia, la mia incredulità; sempre alla ricerca di qualcosa di eclatante, straordinario, miracoloso...
Posso trovare il Cristo reale nella Eucaristia, e fare ogni volta la mia adorazione!
Signore rafforza la nostra fede! Quando ci nutriamo del tuo corpo, facci sentire realmente dentro di noi, la tua presenza che può trasformare la nostra esistenza.
Aiutami Signore a ripetere con vera fede: o pane vivo, memoriale della passione del Signore, fa che io gusti quanto è soave di te vivere, in te sperare. Nell’onda pura del tuo sangue immergimi o mio Redentore; fa che io contempli un giorno il tuo volto, nella patria beata del cielo…
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Don Lucio Luzzi

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