lunedì 28 aprile 2008

Un Santo da “toccare”. Come si conviene ai semplici

Ricevo da Sebastiano Mallia - blog Labre e sito Et-Et - la consueta segnalazione di un articolo di Vittorio Messori.
Lo pubblico qui di seguito:

«Comprendo bene lo sconcerto, se non la repulsione, di molti laici e increduli davanti a un santo come padre Pio e alle forme e ai modi del suo culto.
Dirò di più: mi sentirei solidale con loro, quelle sensazioni di stupore infastidito sarebbero anche le mie, se le vicende della vita non mi avessero portato ad una prospettiva cristiana. Anzi, cattolica: in effetti, una simile devozione può essere compresa dalle Chiese greco-slave, seppur con sfumature diverse, ma è aborrita dalle confessioni cristiane che si richiamano alla Riforma
.» [leggi tutto]
***
silvio

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Padre Pio è stato veramente un santo "medioevale", con tutto l'onore e il rispetto che si deve a questa accezione. Non disturba quindi, anzi, rende felici la fede di questo popolo semplice che si stringe attorno al frate del Gargano,ben descritto da Messori.
Rida pure chi vuole, ma avvertimenti quali l'invasione delle cavallette il giorno dell'inaugurazione della chiesa di Renzo Piano, la caduta della campana finora non ricollocata, il terremoto il giorno della riesumazione e l'allagamento della suddetta chiesa rientrano perfettamente nello "stile" di padre Pio e nello spirito di quei racconti morali medievali sicuramente cari al santo. Non so se la chiesa di Piano sia un vero e proprio tempio massonico, così progettato volutamente; diversi elementi me lo fanno pensare e, comunque, sembra proprio che il nostro Padre Pio dentro quella chiesa modernista non ci voglia stare.

Anonimo ha detto...

Gran bel problema, questo dell’arte sacra contemporanea.
Posso capire gli artisti, che non fanno mistero della loro posizione religiosa. Ma non comprendo proprio la committenza. Perché qua è il punto dolente: la committenza.
Ciao