mercoledì 24 settembre 2008

Appunti metafisici

Johann Georg Hamann dice che «la poesia è lingua madre del genere umano», come «la cultura dei giardini è più antica della coltivazione dei campi.» (Aesthaetica in nuce, Bompiani, p. 129.)
Poi fa un parallelo tra il poeta Abaddon, dal quale Adamo trasse la conoscenza, e l'Apollion greco, che almeno è consonante. In realtà, Abaddon è l'angelo sterminatore di Ap 9, 11.
Comunque Hamann prosegue affermando che i versi sconnessi dell'uomo naturale possono essere raccolti solo dal dotto e interpretati dal filosofo. Ma per ridare loro il senso originale, distrutto dalla colpa adamitica, il poeta è insostituibile. Egli ha l'arte del «parlare», che altro non è che «tradurre da un linguaggio di angeli in un linguaggio degli uomini». (cfr. ivi, p. 137.) [leggi tutto]
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silvio

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