mercoledì 22 febbraio 2012

Sant Antoni Maria Claret i Clarà (1807-1870)

Dopo Gaudì, altra grande figura di catalano santo.
Dall’Autobiografia:

8 - […] E pensavo: quelli che per disgrazia andranno all'inferno non finiranno mai di penare, sempre dovranno soffrire? Sì, sempre, sempre dovranno soffrire...
9 - […] Questa idea delle pene eterne, restò in me profondamente impressa, che, o perché incominciò in così tenera età o perché ci pensavo assai spesso, é certo che non mi lasciò più. E' questa idea che mi ha fatto, e tanto fa adoperarmi, e così sarà fino alla fine della mia vita, per la conversione dei peccatori, predicando, confessando, per mezzo di libri, fogli volanti, stampe, conversazioni familiari, ecc. ecc.
11 - Io mi ripeto spesso: E' di fede che per i buoni c'é il paradiso e per i cattivi l'inferno; é di fede che le pene dell'inferno sono eterne; é di fede che basta un solo peccato mortale perché un'anima si condanni, data la malizia infinita che é nel peccato mortale, perché offende un Dio infinito. Dati questi certissimi principi, vedendo la facilità con cui si pecca (come bere un bicchiere d'acqua, per scherzo, per divertimento); vedendo come sono numerosi gli uomini che vivono in peccato mortale, e che sono sulla strada che conduce all'inferno, alla morte eterna, io non posso stare, sento il bisogno di correre e di gridare.
12 - E dico a me stesso: Se io vedessi qualcuno che cade in un pozzo, nel fuoco, sono certo che correrei e griderei per avvisarlo e fare in modo che non cada. Perché non farò altrettanto per preservare dal cadere nel pozzo e nel fuoco dell'inferno?
13 - Né so comprendere come altri sacerdoti, che credono queste stesse verità che credo io, non predicano, né esortano, perché gli uomini si guardino dal cadere nell'inferno.
14 - E stupisco anche come mai i secolari, uomini e donne, che hanno fede, non gridino. E mi dico: se una casa prendesse fuoco nel cuore della notte, e gli abitanti di quella casa, come gli altri del paese, per essere immersi nel sonno, non vedono il pericolo, il primo che se ne accorgesse, non si metterebbe a gridare, non correrebbe per le strade, gridando: al fuoco, al fuoco! Ebbene, perché non si grida al fuoco dell'inferno, per destare tanti che sono sprofondati nel letargo del peccato, che quando si desteranno, si troveranno nelle fiamme dell'inferno?
16 - A questo stimolo, con il tempo, se ne aggiunge un altro, che poi spiegherò, ed é il pensare che il peccato, non solo porta a perdizione il mio prossimo; ma, quel che é peggio, é un'ingiuria a Dio, che é mio padre. Ah, questo pensiero mi spezza il cuore e mi fa correre come..! E mi dico: se un peccato é di una malizia infinita, impedire un peccato é impedire una ingiuria infinita al mio Dio, al mio buon Padre.

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silvio

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