giovedì 20 marzo 2008

Giovedì santo - In Coena Domini

«Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro; io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà per voi flagello di sterminio». (Es 12, 13)

Gesù spezzò il pane («fractio panis») «nella notte in cui fu tradito» - «in qua nocte tradebatur» (1 Cor 11,23).
«Tradebatur» è, correttamente, associato al «tradimento» di Giuda. Tradito, sì, ma anche «tradotto», «consegnato».
Consegnato ai flagellatori e ai carnefici, ma anche a tutte le generazioni della storia perché, nelle piaghe dei suoi meriti, ci potessimo salvare.

La carne ed il sangue di Cristo sono per noi l’unico cibo e bevanda, perché gli unici che possono togliere la vera fame e la vera sete, che trattengono e affaticano l’esistenza.
La notte della Cena del Signore, Egli confessò: «dove vado io, voi non potete venire». (Gv 13, 33)
Però disse anche: «del luogo dove io vado, voi conoscete la via». (Gv 14, 4)
E di sé stesso, Gesù dice: «Io sono la Via, la Verità, la Vita» - «Ego sum Via, Veritas, Vita». (Gv 14, 6)
Per questo motivo - per il motivo che la Via è una Persona - non basta seguire la dottrina di Gesù per salvarsi, ma è necessaria l’unione sostanziale, carnale, spirituale, divina, con Lui.
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silvio

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