domenica 30 marzo 2008

Pensiero della Domenica - 38

A cura del sito “Vie dello Spirito

II^ dopo Pasqua - 30/03/2008

"Tommaso, non essere incredulo..."

Dopo la Risurrezione, Gesù apparve dieci volte: alle donne al sepolcro, a Pietro, ai due di Emmaus, a parecchi Apostoli in Gerusalemme, assente Tommaso - poi lui presente al lago di Tiberiade - al Monte della Galilea e a mensa per l’ultima volta all’Ascensione. Ma non tutto, come dice Giovanni, è stato scritto.
Abbiamo celebrato, con la liturgia, i trionfi della Risurrezione ed ora per 40 giorni. Fino all’Ascensione, Gesù deve convincere i suoi che Lui con il suo corpo glorioso, non è un fantasma, ma è veramente in carne ed ossa, come loro per tre anni lo avevano sempre visto, standogli accanto.

In verità, gli apostoli, della Sua risurrezione tante volte preannunciata, non avevano capito niente.
I discorsi che il Maestro faceva loro, di passione, morte, risurrezione, erano inconcepibili.
Hanno dovuto costatare di persona, i tragici fatti del tradimento di uno di loro e della fine cruente del loro Signore. Tanta è la delusione e lo scoraggiamento, che non riescono nemmeno ad ipotizzare che la promessa del Cristo di vincere la morte, si possa essere realizzata.

E mentre i più anziani non esprimono giudizi, il più giovane, Tommaso, confermerà la sua incredulità. Più facile e più radicata a quell’ età, con drastiche decisioni: “Io se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e se non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò…”.
E Gesù lo prende in parola: “… Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente...”.

L’hai notato l’atteggiamento del Cristo?
Non c’è una parola di rimprovero, per il comportamento vile dei suoi amici, dall’arresto nell’ orto degli ulivi in poi.
A Lui interessa confermarli nella fede, manifestando il Suo amore e le Sue premure di sempre per i suoi amici, ai quali dovrà dare, quando li lascerà definitivamente per tornare al Padre, l’arduo compito “… Andate in tutto il mondo, predicate e convertite, testimoniando con la vostra fede”.

Quando Tommaso si getta a terra e fa, finalmente, la sua professione di fede:
"Mio Signore e mio Dio!”, Gesù si rivolge immediatamente a me, a te, a tutti noi: ”… Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”.
Qui sta il segreto della nostra fede.

Quante volte, anche noi, vorremmo avere prove concrete, tangibili, su tanti aspetti della nostra religione che ci sembrano assurdi, inconcepibili, perché al di fuori completamente dell’uso dei nostri sensi.
E scatta la nostra incredulità, che ci può portare, senza che ce ne accorgiamo, a negare, in pratica, anche i principali motivi di gioia, che ci propone la nostra fede.
Quante volte avrai inteso dire, e tu stesso ti sei posto l’interrogativo; si leggo il Vangelo e rimango attratto da questi eventi... però, questa vita eterna, paradiso, di cui tanto si parla, esisterà davvero?… Nemmeno le mie persone care, dopo la loro vita terrena, sono venute mai a dirmi niente, a darmi certezze...

Lo sai perché, a volte, ti assillano questi pensieri?
Perché con le esperienze amare della nostra vita quotidiana, sembra impossibile che possa esistere un luogo, un tempo di completa felicità eterna, senza fine!
Perché la Chiesa continua a farci cantare ALLELUIA? Proprio perché Cristo con la sua morte e risurrezione, ha garantito ad ognuno di noi, un posto in questa felicità senza fine.
Allontana dalla tua mente l’incredulità.
Fidati di Cristo, via verità e vita, ed anche io e te, gettiamoci insieme in ginocchio e ripetiamo dal profondo del cuore anche noi: ”CREDO SIGNORE, AUMENTA LA MIA FEDE”.
***
Don Lucio Luzzi

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