giovedì 7 aprile 2011

Preti sposati in cattedra (con il consenso della CEI)

Il Foglio concede un paginone a (don) Gianni Gennari, già sacerdote dispensato e sposato, che ci fa una lezioncina su quanto è bello il prete sposato, quanto è giusto il prete sposato, quanto è cattolico il prete sposato… Roba riciclata. I Papi si sono già espressi più volte nel merito.
Gennari scrive quotidianamente su Avvenire. Traduco: i vescovi lasciano scrivere sul loro giornale uno che ha un’idea tutta sua del Magistero. Lasciano scrivere, per la verità, altri soggetti di siffatta caratura.
Gli risponde, grazie a Dio, Roberto de Mattei. Gli spiega per l’ennesima volta cos’ha detto Gesù Cristo a proposito e cosa ci ha comunicato la Tradizione. Gli ricorda, insomma, il Magistero.
Ma de Mattei è uno dei pochi. Gennari uno dei tanti. De Mattei vilipeso e disarmato, Gennari osannato e protetto. De Mattei deve stare attento a quello che scrive e che dice. Gennari deve stare attento a quello che scrivono e dicono gli altri, per poterli bacchettare.
Aspetto un vero Papa santo che faccia un repulisti.
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silvio

3 commenti:

Anonimo ha detto...

9. Se qualcuno dirà che i chierici costituiti negli ordini sacri o i religiosi che hanno emesso solennemente il voto di castità, possono contrarre matrimonio, e che questo, una volta contratto, sia valido, non ostante la legge ecclesiastica o il voto, e che sostenere l’opposto non sia altro che condannare il matrimonio; e che tutti quelli che sentono di non avere il dono della castità (anche sé ne hanno fatto il voto) possono contrarre matrimonio, sia anatema. Dio, infatti, non nega questo dono a chi lo prega (381) con retta intenzione e non permette che noi siamo tentati al di sopra di quello che possiamo (382).

Concilio di Trento

silvio ha detto...

Grazie per il contributo.
Segnalo inoltre l’enciclica “Sacra virginitas” di Pio XII, ad esempio.
Qualche passo: «Certamente, fin dai tempi apostolici questa virtù [la verginità, nfr] cresce e fiorisce nel giardino della chiesa». E ancora: «Proprio perché i sacri ministri possano godere di questa spirituale libertà di corpo e di anima e per evitare che si immischino in affari terreni, la chiesa latina esige da essi che si assumano volontariamente l'obbligo della castità perfetta».
«I ministri sacri, però, non rinunciano al matrimonio unicamente perché si dedicano all'apostolato, ma anche perché servono all'altare. Se i sacerdoti dell'Antico Testamento già dovevano astenersi dall'uso del matrimonio mentre servivano nel tempio per non contrarre un'impurità legale, come gli altri uomini (cf. Lv 15, 16-17; 22,4; 1 Sam 21, 5-7),(31) quanto maggiore non è la necessità della perpetua castità per i ministri di Gesù Cristo, i quali offrono ogni giorno il sacrificio eucaristico?».
Ma ci sono un’infinità di altri pronunciamenti da parte dei Padri, dei santi e dei martiri di ogni tempo.

Riccardo ha detto...

Non ultimo, lo studio del cardinale Stickler, che ho riportato in una serie di post, dimostra che la continenza un tempo era presente anche nella Chiesa d'oriente, che solo con un concilio del 7° secolo tolse tale obbligo ai sacerdoti. Lo si trova qui http://www.haerentanimo.net/?p=127