mercoledì 1 dicembre 2010

“La speranza è una truffa” dice Monicelli


Il suicida oggi, spesso inviato ignaro da Baal Zebub o Asma Daeva (non so bene), sta cercando di far passare una fregnaccia, travestendola da beau geste.
Mario Monicelli ci lascia in eredità la rivoluzione. Chissà se, tra la massa mediocre, ci sarà qualcuno al corrente che il rivoluzionario non ha un futuro se non il suicidio. Si suicida, perché resta senza speranza di poter sovvertire alcunché.
Questa l’ultima sentenza del “maestro”: «La speranza è una truffa, è una trappola, è una parola che non va mai pronunciata. La speranza è dei potenti per tenere a bada i subalterni. È una parola che usano i religiosi che vi dicono: ‘state buoni, pentitevi, chiedete perdono che nell’altra vita tutto andrà bene e sarete ricompensati’. […] Non bisogna avere speranze, bisogna avere desideri, mete e traguardi da raggiungere». No, dice Monicelli, non abbiate speranze, accontentatevi del traguardo della tomba.
Si suicida anche un prete molestatore che, smascherato, aveva commesso un crimine immensamente maggiore della molestia: aveva cercato di stravolgere la verità, aveva minimizzato, non era corso ai piedi di Gesù implorando il perdono. Lo avrebbe certamente ottenuto. No, ha scelto la via di Giuda.
Quanto a me… mi tengo la speranza. Non mi accontento. I venerati “maestri” vadano ad insegnare altrove.
***
silvio

3 commenti:

Riccardo ha detto...

Almeno un tempo dicevano che l'ateismo avrebbe portato la felicità sulla terra e ridotto la morte ad un semplice "passaggio fisico", adesso invece dicono "c'è solo la morte, il resto non conta", e danno a noi cattolici la qualifica di "spacciatori di disperazione" perché parliamo dell'aldilà e non del mondo terreno. Mah!

Riccardo ha detto...

Vorrei riportare un commento che ho trovato da Berlicche, a questo indirizzo http://berlicche.splinder.com/post/23679722/il-vento-dal-nulla/comment/63415663#cid-63415663

La speranza è una trappola inventata dai padroni?
A me risulta essere un anelito che da’ la forza per vivere. Voglio vedere chi non ha più speranza come riesce a campare. I “padroni” la fanno franca quando te la tolgono, la speranza.
L’esperienza stessa della delusione mette in evidenza di che cosa è fatto il nostro cuore. Se non avessi una speranza, non avrei nemmeno l’esperienza della delusione.
Io ce l’ho una speranza. E tu?

“State buoni, state zitti, pregate”. In questo non ci trovo nulla dell’essere cattolico. Nulla. E per avere la ricompensa nell’aldilà, altro che stare buoni, zitti e pregare. C’è ben altro lavoro da fare.

Chiara

silvio ha detto...

Ho visto che il povero Berlicche è sotto l’attacco di Asmodeo :-)))))
Tra l’altro Asmodeo è l’italianizzazione di Asma Daeva, di cui al presente post.
È inutile parlare con i discepoli di Monicelli, piccoli demonietti.