di Inos Biffi
Troviamo nel canto IX del
Paradiso - dove ancora si intrecciano «amore, politica, poesia» (Chiavacci
Leonardi) - un tratto dei più straordinari e nuovi della teologia di Dante, che
potremmo chiamare la provvidenza del peccato, vinto in sovrabbondanza dalla grazia;
anzi, la gioia per la trascorsa esperienza di amore sensuale lietamente
trasformato, col pentimento, nel più acceso amore spirituale.
Il poeta comincia
rivolgendosi affettuosamente alla «bella Costanza», la giovane moglie di Carlo
Martello, morta anch’essa prematuramente, che, al suo passaggio per Firenze,
aveva lasciato in Dante una vivissima e incancellabile impressione. [leggi
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© L’Osservatore Romano
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