di Silvio Brachetta
Finalmente abbiamo un uomo-simbolo o uomo-sintesi della
nostra epoca. Potremo così dare un volto almeno ad uno di coloro che stanno
trasformando il mondo in un enorme campo di rieducazione collettiva. È il
socialista francese Vincent Peillon, Ministro dell’Educazione (appunto), che va
apprezzato per la schiettezza con cui comunica il piano suo e dei suoi
colleghi, rispetto al quale la Rivoluzione culturale di Mao fu un’allegra
scampagnata estiva per maturandi cinesi.
Il piano, in realtà, era già noto dal 2008, rivelatoci dal
Peillon in una delle sue numerose videointerviste. Emerge dirompente, almeno in
Italia, soltanto ora nell’analisi, tra le altre, che ne fa Tempi (articolo di
Leone Grotti): dice dunque Peillon - ufficializzando a parole la notissima
intenzione laicista - che, dopo la «rivoluzione politica», è giunto il tempo
per la «rivoluzione morale e spirituale». La Chiesa cattolica, ovviamente, va
sostituita e rimpiazzata dalla «religione
repubblicana», cioè dalla «nuova chiesa
con i suoi nuovi ministri, la sua nuova liturgia e le sue nuove tavole della
legge».
Da dove partire? Il nuovo monte Sinai è la scuola: «La rivoluzione - dice Peillon, citato da Grotti - implica l’oblio per tutto ciò che precede la
rivoluzione. E quindi la scuola gioca un ruolo fondamentale, perché la scuola
deve strappare il bambino da tutti i suoi legami pre-repubblicani per
insegnargli a diventare un cittadino». Sembra quasi d’intravvedere Robespierre
come il nuovo Mosè.
Dalle parole ai fatti, Peillon propone una legge sulla «Rifondazione della scuola della Repubblica»,
che naturalmente prevede un «insegnamento obbligatorio» di «morale laica», per
«strappare l’allievo a tutti i determinismi
familiari, etnici, sociali, intellettuali» in modo da «produrre un individuo libero». Progetto,
insomma, di vecchia data, per l’edificazione dello «stato etico» hegeliano con
prassi rivoluzionaria.
L’originalità del Ministro sta nel fatto che sia un politico
(ateo) a presentare apertamente il progetto come «religione». La richiesta di valutare,
nella scelta politica, le radici cristiane dell’Europa pare, sotto questa luce,
un’ingenua rivendicazione del passato. Marx-Aronne sta costruendo il vitello
d’oro nel deserto delle anime.
Ma qual è il primo passo per la rieducazione collettiva
imposto da Peillon? Dal mese di settembre di quest’anno saranno operative le
Scuole superiori di pedagogia e dell’educazione - Écoles
Supérieures du Professorat et de l’Education (Espe). Il sito ufficiale del Ministero
dell’Educazione assicura che «le iscrizioni agli Espe sono già
cominciate in alcune università» francesi. È previsto un «vasto pubblico»
interessato alla «ricostruzione della didattica». Si può intuire su che basi la
didattica sarà ricostruita.
Difatti - si legge - ogni Esp è «uno dei luoghi a partire
dai quali sarà diffusa l’innovazione pedagogica, chiave della rifondazione
della scuola». L’obiettivo - qua viene il bello - è di «affermare e costruire
una cultura comune», così da accelerare «l’appropriazione delle innovazioni
pedagogiche e dei principi di rifondazione per tutte le parti interessate della
comunità educativa».
Un lavaggio del cervello, par di capire.
1 commento:
In Francia c'è la dittatura dei Massoni. E' necessaria una lotta di liberazione per riportare al popolo la libertà.
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