lunedì 12 novembre 2007

Pensiero della Domenica - 22

A cura del sitoVie dello Spirito

XXXII^ T.O.
11/11/2007

La risurrezione dei morti è opera di Dio

La più grande fatica del Cristo, durante la sua evangelizzazione, è stata quella di sopportare i Sadducei che cercano ogni pretesto per mettere in difficoltà il Messia e trovare possibili capi di accusa. Si presentano infatti alcuni Sadducei, che notoriamente non credono che esista la risurrezione. Presumibilmente furono sobillati dagli stessi che avevano precedentemente inviato Farisei ed Erodiani a porre la questione del tributo a Cesare. Hanno sempre un atteggiamento cortese e danno la sensazione al popolo che segue Gesù, di chiedere spiegazioni , aiuto a comprendere la verità. Un giorno anche per il Cristo prevalse l’impulso umano e li apostrofò “Sepolcri imbiancati, razza di vipere...”.
Questa delegazione di Sadducei si appella alla legge scritta da Mosè (Deut.25,5-6) del “Levirato” (dal latino “levir” – cognato) che serviva ad impedire l’estinguersi della famiglia e si riferisce propriamente ai fratelli che abitano insieme. Simile uso vigeva anche presso altri popoli antichi. "C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie?”.
Gesù prescinde dall’animo insidioso con cui veniva posto il caso ed approfitta ben volentieri dell’ occasione per dare, su un argomento così importante, un insegnamento spirituale. Sottolinea il fine primario del matrimonio, che è la conservazione e l’incremento della specie umana e fa una osservazione pratica molto elementare, facilmente accessibile anche a quelle menti grossolane; non vi è nel mondo dei risorti la necessità che vi è sulla terra, di nuove nascite perché l’umanità non si estingua.
La risurrezione da morte non si riferisce soltanto alla sopravvivenza dell’anima, per la quale non si poneva neppure il quesito, ma alla piena risurrezione che per la natura umana, fatta di anima e corpo, avverrà, alla fine dei tempi, con la risurrezione dei corpi. Soltanto per Gesù e la Madonna, tale risurrezione è avvenuta subito. Ecco la risposta di Gesù ai Sadducei: ”I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio”.
Quante volte abbiamo inteso anche noi parlare di anima immortale e di risurrezione alla fine dei tempi, del nostro corpo. E’ un fatto così straordinario che ci sembra impossibile possa realizzarsi! Noi materializziamo tutto con il nostro ragionamento e non riusciamo a capire e quantificare il tutto. Addirittura il paradiso in concreto non è che ci entusiasma troppo, perché non riusciamo ad ipotizzare in concreto questo godimento eterno, ed istintivamente ci sembra quasi di poterci annoiare, perché il nostro metro di paragone sono i fuggevoli momenti di godimento qui sulla terra. Ugualmente rimaniamo perplessi di fronte alla realtà di un corpo glorioso, perché la conformazione nostra fisica è sinonimo di materia, passioni, tendenze, esigenze, aspirazioni.
Togli questi interrogativi dalla tua mente di cosa faremo lassù. E’ la nostra materia che ci pone questi interrogativi. Pensa alle parole rassicuranti del Cristo “... Beati quelli che ora piangono…che soffrono…che sono miti…perché di essi è il Regno dei Cieli...” . E ricordati che lassù c’è un posto preparato per te!
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don Lucio Luzzi

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