lunedì 23 maggio 2011

FAMIGLIE AL CINEMA



THOR
di Kenneth Branagh

 USA, 2011
Produzione: MARVEL ENTERPRISES
Interpreti: Chris Hemsworth, Natalie Portman, Anthony Hopkins


Nuovo genere cinematografico con caratteristiche peculiari oltre che fenomeno sociologico rilevante della cultura di massa degli ultimi trent'anni, i film tratti dai supereroi dei fumetti americani non possono essere liquidati solo come sottoprodotti di sceneggiatori hollywoodiani a corto d'idee. In questo caso l'attore e regista inglese Kenneth Branagh s'ispira alle atmosfere de Il Signore degli anelli per narrare i miti dell'origine dei tempi contenuti nel testo fondamentale dell'epica nordica, l'Edda in prosa redatta dall'islandese Snorri Sturluson (XIII sec.), oltre che al fumetto pubblicato dai leggendari Stan Lee e Jack Kirby nel 1962. La guerra condotta dal padre degli dei, Odino, contro i Jotunheim, i giganti del ghiaccio, si presta poi a una rilettura in chiave tragica delle vicende familiari dei due eredi al trono, Loki e Thor (il primo invidioso del fratello, il secondo temerario e arrogante) dando così la possibilità all'autore di attingere alle cupe e affascinanti trame del suo amato Shakespeare. La storia mescola inoltre abbastanza abilmente il gusto per l'avventura e l'ostentazione della forza con temi più introspettivi e morali. Odino infatti spedisce in esilio Thor sul pianeta Terra affinché impari le qualità essenziali per ben governare: il desiderio di difendere la pace e l'umiltà. A questo punto il racconto si contamina di motivi cristiani: il martello Mjolnir, catapultato anch'esso sul globo terrestre, s'incaglia nella sabbia del deserto del New Mexico, facendo accorrere da ogni parte curiosi che provano a estrarlo senza riuscirvi. Saprà riconquistarlo solo il dio decaduto, grazie all'offerta della propria vita per difendere la città minacciata. Umiltà e sacrificio non sono virtù così comuni nella mitologia pagana e mentre all'inizio della storia il mondo divino sembra del tutto indifferente a quello umano, verso la conclusione, grazie all'innamoramento tra il dio del tuono e la scienziata che ne studia i poteri (una Natalie Portman elegante e misurata), tutto lascia intendere che tra le due realtà un incontro è, non solo possibile, ma sperabile. Senza voler pretendere più che un sano divertimento, ricco di effetti speciali e di atmosfere misticheggianti come nel famoso Excalibur di John Boorman (1981), quest'opera è comunque carente nella descrizione delle vicende umane dell'eroe, goffo e impacciato senza poteri, ma anche senza una sceneggiatura che ne sostenga adeguatamente i possibili risvolti ironici. Eppure, ancora una volta, viene da chiederci: perché i supereroi, nei fumetti e al cinema, continuano ad affascinare da quasi un secolo? La giornalista Lois Lane, protagonista del film Superman Returns, al  termine della sua avventura, scrive un articolo in cui spiega che il mondo “ha bisogno di Superman” poiché ha bisogno di un salvatore. Super-commercializzati e secolarizzati, questi personaggi, a volte semi-divini, più spesso semplici mortali che sfruttano i propri poteri e carismi per il bene della comunità, piacciono forse proprio perché incarnano il desiderio di essere più che umani, attingendo a temi e simboli religiosi, spesso cristiani (i tre Spider-Man, Batman Begins e Il cavaliere oscuro, la saga X-Men). In ogni caso ci troviamo in presenza di narrazioni in cui l'eroe affronta un dramma, vince un senso di colpa o un vizio affermandone la virtù contraria. Una sorta di 'bestiario' postmoderno di supereroi che ci ricordano, allegoricamente, valori universali e suscitano la nostalgia di un mondo giusto e ordinato.
***


Luca 



2 commenti:

Riccardo ha detto...

Farete un post anche sul film Mr. Beaver con Mel Gibson?

Sivan ha detto...

giriamo l'invito a luca