Oggi il mondo celebra (un po’ in sordina) il sessantennale della Dichiarazione Universale dei Diritti Dell'Uomo (The Universal Declaration of Human Rights, Paris, 10/12/1948).
In realtà non c’è molto da celebrare. Il mondo è ancora quello che è sempre stato.
Oceani di commenti si sono profusi negli anni per tentare di spiegarne il sostanziale fallimento: nessun riferimento ai doveri, nessun impianto sanzionatorio per gli inadempienti, autopresentazione della Dichiarazione come «ideale comune da raggiungersi» e non come carta normativa e vincolante, ecc…
Gli ideali sono belli e puri, addirittura nobili, ma nessuna costruzione umana o divina può reggersi senza fondamenta più che robuste, senza un duraturo matrimonio con i fatti e la realtà.
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silvio
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