mercoledì 3 giugno 2009

Gli angeli rovesciano i demoni

Alla fine ho ceduto e, grazie all’insistenza di un caro amico, sono stato a vedere Angeli e demoni di Ron Howard.

E così l’angelo, per l’ennesima volta, ripone la spada dello sterminio. Intendo dire che spesse volte Dio permette all’errore di espandersi, ma ad una condizione: nell’errore dev’essere contenuta anche la chiave che permette di separare la verità dalla menzogna. È la tesi, ad esempio, di Ricoldo da Montecroce, che nel suo libro “Contra legem sarracenorum” ipotizza che nell’errore islamico è contenuto anche il mezzo razionale per la confutazione del medesimo.

Ma che c’entra Dan Brown & soci? Angeli e demoni ripara, a modo suo, le eventuali crepe nella fede che Il Codice Da Vinci aveva intenzione di produrre.

Nonostante le solite incongruenze storiche browniane, in Angeli e demoni troviamo le seguenti prelibatezze: il prof. Robert Langdon si confessa umilmente non credente (implicitamente ritratta le stupidaggini de Il Codice Da Vinci); gli Illuminati, a confronto della Chiesa, fanno la figura di un nano (cattivo) vicino ad un gigante (buono e saggio); la Chiesa viene arricchita di solennità, fascino e spessore tali che lo spettatore alla ricerca del mistero non va più a cercarlo in mezzo ai Lumi ma in Vaticano; le summenzionate incongruenze storiche browniane fanno la fine degli Illuminati, ovvero perdono credibilità per naturale e interna consunzione; alla fine Langdon viene omaggiato di un raro codice appartenente all’Archivio Segreto Vaticano, che il suddetto Langdon presumeva impenetrabile (sciocchino, bastava chiedere di entrare).

Deo gratias.

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silvio

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