mercoledì 10 giugno 2009

Val più una pagina di Cortès che cento omelie

Della serie: val più una pagina di Cortès che cento omelie.

Premessa:
Io sono venuto nel nome del Padre mio e non mi ricevete, se un altro venisse nel proprio nome lo ricevereste. Gv 5-45.
Queste parole annunciano il naturale trionfo dell'errore sulla verità, del male sul bene...la progressiva scomparsa della verità dal mondo, I patimenti della Chiesa...la vittoria dei sofisti...tutti gli scandali,tutte le eresie e le rivoluzioni della storia.

Quanto è grande Dio nelle sue opere,quanto meraviglioso nei suoi progetti e sublime nei suoi pensieri! L'uomo e la verità erano separati; l'orgoglio indomabile dell'uomo non tollerava l'evidenza insolente e brutale della verità. Dio mitigò l'evidenza della verità,coprendola di diafane nuvole, e inviando all'uomo la fede stipulò con lui questo patto: Io dividerò con te l'imperio; io ti diro quali sono le cose in cui devi credere e ti darò la forza per credere in queste cose, ma non opprimerò con l'evidenza la tua libera volontà; ti aiuto a salvarti ma ti lascio libero di perderti; tu puoi operare insieme a me la tua salvezza, ovvero perderti da solo; non ti toglierò ciò che ti ho dato ed il giorno in cui ti creai dal nulla ricevesti da me il libero arbitrio.
E questo punto, per grazia di Dio, fu liberamente accettato dall'uomo.
In questo modo l'oscurità dogmatica del cattolicesimo salvò da un sicuro naufragio la sua evidenza storica. La fede, più adeguata dell'evidenza all'intelletto umano, salvò la ragione umana dal naufragio.
La verità doveva essere proposta dalla fede per essere accettata dall'uomo, ribelle per natura alla tirannia dell'evidenza.
J.D.Cortès
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roberto

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