martedì 30 giugno 2009

Padre Livio picchia duro

È un uomo felice don Livio Fanzaga

«D. Prega anche per Scalfari? - R. Tutti i giorni. Non riuscirà ad andare all’inferno. Prego troppo. Quando si saprà salvato, mi ringrazierà».

Giancarlo Perna intervista padre Livio Fanzaga, Il Giornale, 29/06/09


Segnalo questa bella intervista a padre Livio, che ne ha pure per don Sciortino: «D. Le filippiche di don Sciortino su Famiglia cristiana? - R. Non le condivido. Sono il primo ad auspicare maggiore sobrietà negli uomini pubblici. Ma non accetto che si usi il pretesto della vita privata per attacchi politici».

Poteva mancare, poi, una riflessione sul Concilio Vaticano II?: «Grande creatività e grandi sconquassi. I seminari, introdotta una malintesa libertà, in pochi anni si sono svuotati. Il Concilio ha valorizzato il mondo, ma senza indicarne i pericoli. Solo Wojtyla e Ratzinger, il suo braccio dogmatico, hanno risalito la china».

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silvio

2 commenti:

Paolo ha detto...

Credo che il pontificato di Giovanni Paolo II, più che far risalire la china, abbia conseguito un obiettivo minimo: quello di frenare la discesa verso l'abisso. Da un punto di vista puramente disciplinare e di esercizio dell'autorità non mi pare ci sia stata una politica molto salda verso le spinte centrifughe, di "destra" e soprattutto di "sinistra". Diverso il discorso relativo all'aspetto mistico del papa slavo,legato all'accettazione del dolore e all'offerta di sé a Dio per il mondo. Qui GPII ha manifestato la sua santità personale in maniera esemplare.
Quanto a Benedetto XVI, il suo tentativo di correggere le deviazioni post-conciliari sta purtroppo mettendo alla luce tutto quel marcio e quella condizione di scisma di fatto in cui versa il cattolicesimo odierno. Le reazioni degli episcopati in varie situazioni, come le recenti vicende della chiesa austriaca, mi sembra lo dimostrino bene.

silvio ha detto...

Già con Ruini s’era sentito l’effetto tamponatura e la ferita, seppur non cicatrizzata, forse ha smesso di sanguinare.
Il papato in effetti è stata una consolazione non da poco.
Certo, rimane sempre quel “sussiste” conciliare riferito alla Chiesa, che è un po’ il blasone di tutto l’affaire. I teologi, rimboccate le maniche, dovranno spiegare la differenza tra “esistere” e “sussistere” in modo assai più chiaro di quanto sia stato fatto sinora.
Per il momento la cappa d’ambiguità potrebbe anche essere utile perché la ferita non s’infetti ulteriormente.
Ciao