lunedì 8 giugno 2009

La debolezza della ragione… e della politica liberal

Integro il precedente articolo di Roberto.

Più che un discorso “storico” quello di Obama è un archetipo, un manifesto. Dopo il “pensiero debole” (Vattimo) e la “teologia debole” (Mancuso) non poteva non chiudere il cerchio Obama con la politica debole.

Debolissima, diafana, esangue.

Dopo Introvigne, Giorgio Israel dipinge un ritratto estremamente convincente di questo curioso «relativista multiculturale radicale».

A parte le «castronerie storiche» (secondo Obama l’islam ha dato la stampa al mondo), sembra notare Israel, colpisce lo sbracamento sfacciato dinnanzi a questa religione terra-terra per beduini.

Non solo Obama non «chiede nulla in cambio» ai mussulmani, ma «anzi presenta ridicolmente come campione di dialogo interreligioso il re di un paese, l’Arabia saudita, in cui il possesso del Vangelo porta in galera»

E mentre Obama diventa sempre più buono, la scimitarra saudita diventa sempre più affilata.

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silvio

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