martedì 19 gennaio 2010

Monologhi interreligiosi

È tutto il giorno che ogni tanto cerco l’ispirazione per evidenziare una qualche novità o spunto originale, a proposito dell’incontro tra il Papa e i rabbini e dei rapporti tra ebrei e cattolici.

Ci sarebbe molto da dire su duemila anni di storici conflitti. Mi riproponevo qualcosa di sostanzioso, ma francamente questo genere d’eventi sono divenuti per me un suicidio dell’entusiasmo. Già da tempo mi sono cascate le braccia, insomma.

Solo qualche suggestione, dunque, che in realtà è una ripetizione. Non che ami ripetere, ma gli eventi sono ripetitivi.

Dialogo: dialogo? Gli interventi di Benedetto XVI e di Riccardo Di Segni sono due monologhi. Non c’è un solo punto significativo di contatto, se non la solita serenata sul Concilio Vaticano II e qualche altra cosetta. Volevano chiacchierare giulivi su «ciò che ci unisce». Hanno, invece, attentato alla filosofia maieutica di Socrate, cancellando ogni possibilità di ricerca dialettica della verità.

Di Segni abbozza il consueto rimbrottino terra terra: a) ma che bello il liberalismo che bello; b) ma che brutta la Chiesa preconciliare; c) ma che bella la Chiesa postconciliare; d) ma che brutto il silenzio dei papi; e) ma che santo lo stato d’Israele; f) ma che bello essere rimasti ebrei; g) ma che bella l’ecologia che ci unisce (capirai!).

Che c’è da commentare?

Il Papa aveva detto che il dialogo interreligioso non poteva fondarsi sulla teologia. Non eccelle qua in coerenza, quando tira fuori senza complimenti e senza parsimonia: a) Abramo e l’antica alleanza; b) il Sifre Qodesh; c) San Paolo e Gesù Cristo; d) il Decalogo, Mosè e la Torah.

Che c’è da ricommentare? Vedo tante idee, eccellentemente confuse.

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silvio

4 commenti:

Riccardo ha detto...

Il dialogo tanto voluto dai progressisti alla fine è diventato un semplice "volemose bbene, scordammoce 'o passato", e certe frange il passato se lo dimenticano del tutto: non c'è più la tradizione cattolica, non c'è più il Vangelo, ma la "solidarietà" e "l'accoglienza". Con l'islam poi è ancora peggio.

silvio ha detto...

A questo proposito leggo su “Il Timone” (http://www.iltimone.org/index.php?option=com_content&view=article&id=3494:la-conversione-degli-ebrei-e-ancora-attuale&catid=1:ultime) che mons. Luigi Negri è convinto che la Chiesa non abbia abbandonato il programma di conversione di ebrei e musulmani.
Bella notizia, ma il povero fedele abbandonato percepisce tutto il contrario.
Kasper ha fatto intendere quello che dichiara Melloni: la visita alla sinagoga “è la chiara rinuncia alla conversione degli ebrei da parte della Chiesa”.

Riccardo ha detto...

Se la Chiesa rinuncia a convertire, a questo punto vuol dire che non crede più in Cristo. E a mio avviso, chi la pensa in questo modo non è più un cristiano.

silvio ha detto...

Già, credo che non ci sia più la fede tra laici o chierici - e da molto tempo.