mercoledì 13 gennaio 2010

Ultime sulla Sindone

Integro l’articolo di Hayal’el di cui al suo blog Seraphim.

Tecnicamente, il tessuto della Sacra Sindone è un “sargia” «di grande valore […] da 1 a 3 in lino», così come afferma il fisico e sindonologo spagnolo César Barta Gil.

Etimologicamente, sargia indica una «stoffa di lana sottile e leggiera […] mista a seta, poi anche a lino». Un gran bel pezzo di stoffa, insomma, e costosa.

Riporto anche un mio commento, che avevo lasciato sul blog del collega Hayal’el:

Dalle fonti neotestamentarie risulta abbastanza chiaramente che il “funerale” di Gesù Cristo fu abbastanza dispendioso: a parte bende, sudario e sindone, il corpo necessitò di 30 Kg di una mistura di mirra ed aloe (Gv 19, 39). Parecchi soldi, direi.

Per non parlare del sepolcro: era nuovo, di proprietà di Giuseppe d’Arimatea (Mt 27, 60). Una tomba di famiglia, oggi, costa migliaia di euro.

Altro “sperpero” di denaro venne dalle pie donne, che vollero trattare il cadavere del Cristo con «aromi e oli profumati» (Lc 23, 56).

Addirittura Maria di Magdala ha unto in anticipo il corpo di Gesù per la sepoltura (Mc 14, 8), con olio di nardo del valore di 300 denari (lo stipendio di un anno di un operaio!).

Facciamo il calcolo a spanne in Euro (tenendomi basso):

- 30 kg mirra: 300 Euro al Kg = 9.000 Euro

- una tomba con loculo e ingresso = 15.000 Euro

- aromi e oli profumati = 1.000 Euro

- olio di nardo: stipendio di un anno di un operaio = 12.000 Euro

TOT = 37.000 Euro

Costosetto come funerale…

Non ho incluso volutamente bendaggi e panni vari. E dopo cotanto dispendio, Giuseppe avrebbe comprato un pannetto da quattro soldi?

***

silvio

7 commenti:

Paolo ha detto...

Come tu noti, Silvio, il telo che avvolse Gesù è un manufatto di natura molto particolare, raro e soprattutto non utilizzato abitualmente a scopo funerario in ambito ebraico. La speciale tecnica di torcitura a Z veniva adoperata nel mondo giudaico antico per lavorare tessuti destinati a un uso per così dire " sacro e regale" . Seppur molto diffusa in area siro-palestinese, questa tecnica poteva essere usata anche in area ebraica al tempo di Gesù per imitare quelle stoffe pregiate provenienti dalla Siria-Palestina, a loro volta ispirate alla tecnica cinese della lavorazione della seta. L'assenza delle fibre di lana nella Sindone rimanda alle prescrizioni rigorose dell'AT, ed è lecito supporre che il telaio fosse usato da un ambiente di persone che praticavano una stretta osservanza della religione ebraica. Anche linguisticamente, il termine greco "sindòn", oggi spontaneamente associato a un lenzuolo funerario per via della reliquia e della tradizione evangelica, in realtà è il calco di una parola egiziana, "shendo" che vuol dire "tessuto". In ebraico esiste la parola "sadin", anch'essa un calco dall'antica lingua egiziana. Indica, nelle Sacre Scritture (Is 3, 23) una veste pregiatissima e ricca. Ma in fonti ebraiche più recenti di Isaia, la parola compare nella forma "sadin shel buz", che indicava i particolarissimi tessuti usati solo dai sacerdoti ebrei per avvolgersi duranti i sacri riti e, cosa ancora più interessante, usati anche pe confezionare le Sacre Tende del Velario del Tempio, quello che si squarcìò alla morte di Gesù.
Alla luce di queste considerazioni, si è ipotizzato che Giuseppe d'Arimatea, uomo facoltoso capace di intessere legami stretti con il Tempio, abbia attinto direttamente ai magazzini di quest'ultimo , per motivi solo ipotizzabili, allo scopo di prendere un prezioso telo, riservato alla casta speciale dei sacerdoti coinsacrati a Dio, e avvolgerci Gesù.
Tutto questo, seppur rimane nel campo delle ipotesi, mi pare apra comunque interessanti prospettive in ambito teologico, con tutto il simbolismo che ne consegue.

silvio ha detto...

Grazie Paolo per queste preziose informazioni.

Hayal'el ha detto...

Grazie di aver parlato del mio post.

La discussione che ne è seguita mi ha fatto capire che oltre agli argomenti qui riportati, bisogna insistere sui punti forti di chi sostiene la falsità della sindone.

Tra questi il carbonio 14, cavallo di battaglia zoppo, visto che la calibrazione del test può essere inficiata in mille modi e che il tessuto è stato rammendato in epoca medioevale con conseguente alterazione del risultato del test.

silvio ha detto...

È questo che mi ha colpito: la difesa di un errore scientifico evidente.
Al buio della fede segue a ruota la cecità razionale.

Paolo ha detto...

Immagino ci possa essere anche molta malafede, oltre all'evidente eclissi della ragione.
I filmati dei prelievi mostrano i campioni ufficialmente asportati con le loro dimensioni, e queste ultime non coincidono con quelle dei campioni sotto analisi nei tre laboratori. Sostituzione? Già questo comunque basta a mettere in dubbio la regolarità di un metodo scientifico.

silvio ha detto...

Mi sembra ci sia tutto un mondo, attorno all’affaire Sindone, che non capisca il significato del termine “nulla osta”.
La chiesa, cioè, non porta prove inconfutabili di autenticità, ma si limita ad indicare numerosi indizi che “non ostano” il culto pubblico della reliquia.
I detrattori, viceversa, ogni tanto credono di aver fatto una sensazionale scoperta - che si rivela poi un tarocco o quasi - e i giornali riportano il solito patetico titolone “Finalmente la prova: la Sindone è falsa”. Si confonde indizio con prova.
Sì, Paolo, penso ci sia parecchia malafede.

Anonimo ha detto...

ho la prenotazione per il 13 mattina, già mi tremano le gambe... per me è la prima ostensione che potrò vedere dal vivo!