lunedì 12 ottobre 2009

Anti revisionismo risorgimentale

“Cavour, maestro di doppiezza e incoerenza”

Angela Pellicciari ci ricorda, a proposito di Camillo Benso conte di Cavour, alcune dimenticanze o rimozioni che dir si voglia:

a) «L’esercito sardo ha invaso i territori pontifici senza dichiarazione di guerra»;

b) i popoli dell’Italia centrale e meridionale non sono insorti, nonostante il fiume di soldi investiti alla bisogna;

c) il Nostro ha maldestramente negato il coinvolgimento del suo Governo con l’impresa di Garibaldi;

d) «la guerra è stata combattuta da un’esiguissima minoranza di italiani che, disprezzando tutti gli altri (il 98% della popolazione che non aveva diritto di voto) e definendo sé stessa “liberale”, ha sconvolto la vita civile, culturale, economica e religiosa dei vari popoli d’Italia in nome di una morale superiore che credeva di incarnare».

Questa è la realtà storica dei fatti. Carta canta. Il resto sono fanfalucche liberal-progressiste.

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silvio

3 commenti:

Sivan ha detto...

Tra le tante considerazioni che si possono fare sulla figura del conte di Cavour, non mi sembra irrilevante quella riguardante la mancata visita dello stesso nei territori occupati dall'esercito piemontese. Ci mandò i funzionari e i soldati, nel meridione, ma lui personalmente non volle spingersi più a sud di Firenze, città in cui per altro sostò solo poche ore.

Chiunque ambisca a governare un popolo dovrebbe almeno cercare di toccare con mano le sue reali condizioni, respirando direttamente un po' della cultura dei propri sudditi. Per quest'uomo (de)formato dall'illuminismo liberal-massonico di marca britannica, non valse la pena tentar di capire la realtà del Sud (che ovviamente ebbe anche le sue brave colpe ataviche), il quale venne sottomesso con la camicia di forza di principi astratti, artificiali e poco "mediterranei" come quelli che animavano lo Stato piemontese a guida monarchico- massonica. E' lo sprezzo tipico delle minoranze "illuminate" che hanno "fatto l'Italia" per la plebe da educare, però senza sporcarsi troppo le mani.

Persino Mussolini cercò di capire andando in Sicilia, anche se poi tornò a Roma rapidamente, un po' sconcertato dalla cultura e dai modi del luogo. Ma per lo meno apprese qualcosa e in qualche mod agì.

Di recente è uscito un libro di Arrigo Petacco, divulgativo ma interessante sui rapporti tra Cavour, Garibaldi e la questione del Regno d'Italia. Il titolo è "Il regno del Nord", edito da Mondadori.

Paolo

Anonimo ha detto...

sembra che da allora poco o nulla sia cambiato. O sbaglio?

silvio ha detto...

@ Paolo: questo anche è un contributo di non poco conto. Su Cavour e su altre mitiche figure c’è tutta una serie di altarini da rivedere.

@ Mic: infatti oggi siamo sotto la dittatura di una minoranza radical-liberal-progressista che è rappresentativa solo di sé stessa.