martedì 6 ottobre 2009

Dostoevskij (anzi, no: Lenin) aveva ragione

Lo storico Roberto de Mattei constata per l’ennesima volta l’autentica motivazione che si cela dietro l’assalto islamico all’Europa: «Con le vostre armi vi conquisteremo, con le nostre vi sottometteremo».

Traduzione della dichiarazione, pronunciata da un cosiddetto mussulmano “moderato”: cari europei, sappiamo benissimo che tra voi comandano gli “utili idioti”, che predicano tolleranza e democrazia. Forti di questa vostra debolezza, entreremo senza problemi nelle vostre terre e conquisteremo le vostre istituzioni. Alla fine ci imporremo anche sulle vostre menti e sulle vostre coscienze.

C’è bisogno di dimostrare l’evidenza?

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silvio

4 commenti:

Anonimo ha detto...

se non ritroviamo la nostra identità cristiana e culturale, continuerà la politica dei calabraghe, che non regola la convivenza civile tra 'diversi', senza connotazioni negative per questo termine ma conoscendo e rispettando le differenze, ed esigendo nella conoscenza e nel rispetto, la RECIPROCITA'.
Tradotto in pratica, lo Stato DEVE regolare mediante leggi le presenze sul nostro suolo e enclaves diverse (il riferimento più rimarchevole è riguardo all'islam: perché devono sapere che ogni parte del territorio in cui vive una comunità islamica non è più Italia, ma Islam) e pretendere che sul nostro suolo, debbano seguire le nostre leggi e non applicare le loro regole tribali (multigamia, uccisione figlie ritenute indegne, infibulazione, ecc.)

silvio ha detto...

Dell’antica fermezza occidentale è rimasto, appunto, solo il calabraghismo. Non la vedo per niente bene. Credo, comunque, che se anche un’altra civiltà subentrerà alla nostra - che ha già abbondantemente apostatato, a mio parere - spero sia destinata a ricevere il deposito della fede, come già lo ricevemmo noi, che forse in fondo siamo anche i discendenti di quegli antichi barbari pagani che distrussero Roma.

Paolo ha detto...

Purtroppo, nessun colpo di bacchetta magica potrà far rifiorire le antiche radici della Cristianità, a meno che non ci metta la mano il buon Dio. Dalle attuali istituzioni non è lecito attendersi più nulla. Credo sia proprio questo il punto, Silvio e sono d'accordo con il tuo umano pessimismo. Qualunque speranza nelle istituzioni statali attuali è pura illusione. Sono sempre più esplicitamente anticristiane e, quando va bene, colpevolmente indifferenti. Ragionare oggi in termini di leggi, cultura e convivenza mi pare solo illusorio. La tradizione culturale cattolica, così come è nata e cresciuta, per quanto millenaria, a un certo punto può può essere rifiutata e morire nell'indifferenza di molti. Non è una garanzia in sé. Rivendicare una radice oggi non basta più. Io sono un po' scettico sulle grandi lotte per far inserire qualche riga su documenti. Non dico sia sbagliato, ma non risolve.
Se anche lo Stato - quale poi, oggi? Chi lo rappresenta degnamente e con coscienza limpida?- cercasse la strada della convivenza, lo farebbe al massimo seguendo i principi dell'indifferentismo, per cui va bene mettere la grande moschea di Roma accanto a San Pietro. Allora, i tralci staccati dalla vite, come è oggi l'Occidente da Cristo - sono destinati fatalmente a seccarsi.

Resterebbe la Chiesa, ma anche essa oggi si adegua in moltissimi suoi uomini ( per lo più vescovi e preti)ai cascami dell'illuminismo utopico europeista(vedi il caso dell'Irlanda).

Chi è che oggi può tramettere la fede ai nuovi barbari? C'è una Chiesa forte, dei preti tosti in grado di evangelizzare i vari Mohammed che arrivano da noi, che non sempre portano una fede radicale come spesso si pensa? Un'occasione grandissima, in parte persa. Nel crepuscolo dell'Impero Romano, la Chiesa era giovane, oggi è vecchia, stanca e piena di virus.

O il Signore fa scaturire nuovi figli d'Abramo dalle pietre - come può benissimo accadere - o l'unica via è quella escatologica: la venuta finale del Messia che restaurerà tutte le cose, eliminando l'Anticristo che già sembra emergere in quei fatti di cui stiamo parlando. Troppo ridicolo tirare in ballo questi argomenti? Eppure fa parte dell'insegnamento della Chiesa di sempre.

Comunque, la Grazia lavora in maniera nascosta nei cuori e spesso confonde i nostri ragionamenti.

Preghiamo la Vergine del Rosario nell’anniversario della battaglia di Lepanto il cui valore simbolico rimane forte, anche se storicamente e militarmente la sua importanza può anche essere un po’ridimensionata.

silvio ha detto...

Certamente nessuno oggi può trasmettere la fede ai nuovi barbari, caro Paolo.
Mi consola il fatto che i vecchi barbari (quelli che si imposero sull’Impero Romano), all’inizio, travisarono completamente il messaggio di Cristo, convertendosi all’arianesimo. È come se oggi, per fare un esempio, tutti i migranti si convertissero alla religione dei Testimoni di Geova. Tutto allora sembrò perduto: fede, impero, civiltà. E invece venne Clodoveo e cominciò, poco dopo, il Medioevo, la civiltà cristiana. Insomma, sono contento che almeno c’è un Dio a mettere una toppa, c’è una Provvidenza.
Francamente penso che la nostra civiltà faccia la fine dell’Impero Romano, ma spero che la prossima civiltà - se anche con gli occhi a mandorla o la pelle scura - faccia germogliare di nuovo la fede, pur dopo un periodo di sbandamento.
Hai ragione, preghiamo la Vergine del Rosario.