sabato 3 ottobre 2009

Pensiero della Domenica - 89

A cura del sito “Vie dello Spirito


XXVII^ Domenica del Tempo ordinario


L'uomo non divida ciò che Dio ha unito


Nei suoi tre anni di vita pubblica, Gesù non si è limitato, tramite i miracoli, a dimostrare la Sua divinità e a venire incontro alle esigenze temporali della sua gente. Un giorno disse: “Sono venuto a perfezionare la legge". Compito arduo, inculcare un cambiamento di mentalità per gli ebrei ancorati da secoli alle 613 prescrizioni della legislazione mosaica. [leggi tutto]

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Don Lucio Luzzi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

compito arduo anche per noi finché, per Grazia, non comprendiamo che il cristianesimo non E' un'etica, ma HA un'etica, che scaturisce da cuori Redento dal Signore Gesù e dal rapporto intimo e profondo, personale e comunitario, con Lui nella Sua Chiesa.

Infatti la nostra non è la religione del Libro ma la sequela ad una Persona Vivente...

Buber ha scritto un libro "le due fedi" che, se non ricordo male, è tutta una correlazione e distinzione tra emunà ebraica e pistis cristiana, mettendo in risalto la maggiore pregnanza della Fedeltà, adesione, verità, veicolate dal termine e vissute per effetto della Fede secondo gli ebrei, rispetto alla "concettualità" del "credere" cristiano.
Ma -pur lasciando da parte l'adesione della ragione, che in ogni caso a un certo punto richiede sempre un "salto"- non conoscendo il cristianesimo dall'interno, Buber non sa che per noi "credere", non si limita a 'conoscenza intellettuale' come potrebbe sembrare da una tradizione letterale e superficiale del termine, ma implica adesione profonda, radicamento, attaccamento di tutto il proprio essere al Signore della Vita, che ha Nome Gesù, che ci ha detto "vieni e vedi", "vieni e seguimi" ... ed è quello che accade quando la Fede è autentica sequela e rende possibili scelte difficili, impegnative, che 'costano'; ma "il giogo del Signore è soave..."

Paolo ha detto...

"Infatti la nostra non è la religione del Libro..."

Vero. La fede non è fatta di sole parole, per quanto belle e nobili.