venerdì 29 ottobre 2010

L’illuministico correttivo della tolleranza!

Si discute, e purtroppo si litiga, sulla costruzione di una moschea a Milano. Di moschee si parla a Roma, a Torino e in molte altre città. Aumenta il numero di islamici nel nostro paese ed è normale che desiderino avere un luogo di culto. Proprio come ebrei, cattolici e protestanti erigono nuove chiese quando la loro comunità è abbastanza numerosa da farne sentire l’esigenza. Il problema non dovrebbe essere la moschea ma il fondamentalismo religioso in generale, non solo islamico. Per loro natura le religioni, specie se monoteiste, si pongono come verità assolute, e quindi negano legittimità alle altre per imporre a tutti la propria verità. Se si supera questa posizione con l’illuministico correttivo della tolleranza (che peraltro per molte religioni è un valore) non esistono problemi.qui l'articolo completo
Piero Bianucc
(direttore Tuttoscienze-La Stampa)
«La questione centrale in gioco, dunque, è la seguente: dove può essere trovato il fondamento etico per le scelte politiche? La tradizione cattolica sostiene che le norme obiettive che governano il retto agire sono accessibili alla ragione, prescindendo dal contenuto della rivelazione. Secondo questa comprensione, il ruolo della religione nel dibattito politico non è tanto quello di fornire tali norme, come se esse non potessero esser conosciute dai non credenti – ancora meno è quello di proporre soluzioni politiche concrete, cosa che è del tutto al di fuori della competenza della religione – bensì piuttosto di aiutare nel purificare e gettare luce sull’applicazione della ragione nella scoperta dei principi morali oggettivi. Questo ruolo "correttivo" della religione nei confronti della ragione, tuttavia, non è sempre bene accolto, in parte poiché delle forme distorte di religione, come il settarismo e il fondamentalismo, possono mostrarsi esse stesse causa di seri problemi sociali. E, a loro volta, queste distorsioni della religione emergono quando viene data una non sufficiente attenzione al ruolo purificatore e strutturante della ragione all’interno della religione. qui l'articolo intero
Benedetto XVI
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roberto

4 commenti:

Riccardo ha detto...

Più vado avanti e più mi accorgo che la "tolleranza illuministica" è, nel migliore dei casi un atteggiamento del tipo "mi è indifferente la religione", mentre nel peggiore è un "le religioni facciano quello che vogliono, basta che la società non parli di Dio".

Riccardo ha detto...

Ci tengo a dire che senza "il cristiano correttivo della ragione" non avremmo avuto l'illuminismo.

roberto ha detto...

Ilconcetto di tolleranza significa poi non indagare più di tanto non andare oltre al dato di fatto,il che per una mentalità illuministica è una contaddizione,il cristianesimo si dimostra invece più profondo.
ciao Riccardo

Luca ha detto...

Quello che Bianucci non capisce è che la tolleranza è nata grazie ai
cattolici, ben prima degli illuministi che erano tolleranti solo con gli
amici intimi e intolleranti con tutti gli altri.
Inoltre il cattolicesimo non è un monoteismo come gli altri, è un
monoteismo trinitario che si differenzia da quello assoluto di islam ed
ebrei. E la Trinità è il massimo della tolleranza possibile perché esprime
il dialogo tra Padre, Figlio e Spirito Santo.
Luca