mercoledì 4 novembre 2009

Zucche vuote

Integrazione all’articolo di Paolo.

Finalmente il cardinal Bertone tira in ballo le zucche: «Io dico che purtroppo questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche della festa recentemente ripetuta la vigilia del primo novembre e ci toglie i simboli più cari».

Di zucche vuote parla anche Camillo Langone su Il Foglio: «ci hanno scaraventato addosso la Notte delle Zucche Vuote quando invece avremmo bisogno del Giorno dei Confessionali Pieni».

Messori propone, per la reciprocità, di eliminare dagli uffici la foto di Napolitano. Volesse, il Cielo, ascoltarlo.

Magister si scatena qui e qui.

Io, più modestamente, ricordo che fu il Concilio Ecumenico Vaticano II (Dignitatis Humanae) a parlare di libertà religiosa. Omeopatia?

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silvio

2 commenti:

Paolo ha detto...

So che si rischia di essere stucchevoli e ripetitivi, oltre che alimentare la tendenza insana alla critica troppo distruttiva verso gli uomini di Chiesa. Ma ormai la pentola è stata scoperchiata e non posso fare a meno di aggiungere un'altra considerazione che mi viene in mente dopo aver letto della questione della cremazione, di cui si parla in questi giorni. Questo perché mi pare di vedere una contraddizione ulteriore tra i fulmini di Bertone sulle zucche e quanto la Chiesa ha detto di recente nell’ambito del rito delle esequie.
In effetti, nelle recenti disposizioni sui riti funebri si apre alla celebrazione in presenza delle ceneri del defunto cremato. Già dagli anni '80 - abbastanza infausti per altre questioni inerenti il codice di diritto canonico - la Chiesa aveva dichiarato lecita la cremazione, pur sotto numerose condizioni.
Con la solita visione cerchiobottista - Amerio direbbe anfibologica - la Chiesa ha dunque aperto un altro spiraglio per far demolire una pratica millenaria, l'inumazione, nata da una ben precisa visione simbolica e teologica. Come per il caso della comunione sulla mano, si introduce una prassi - la cremazione - che poi assurdamente ci si affretta a dichiarare comunque meno opportuna del rito tradizionale, esortando a seguire quando si può la pratica di sempre, ritenuta migliore. Ma allora, perché inserire forzatamente un qualcosa di sconveniente rispetto a quanto già esiste, considerato buono? Tipico della contraddizione modernista e della scissione interiore nella coscienza degli ecclesiastici di oggi.
E poi arrivo al punto chiave riguardante le zucche. Questa moda è giustamente ritenuta non cristiana, essendo stata ripresa da antichi culti paganeggianti indoeuropei (è vero solo in parte che sia un’americanata: ci sono radici ancestrali arcaicissime, anche italiche, ma comunque pagane). Ma allora non vale lo stesso per la cremazione? Tipica del mondo precristiano pagano, la cremazione è stata quasi del tutto assente dall'immaginario dell'Europa cristianizzata per circa 1700 anni, fino a quando non l’hanno riesumata i liberi pensatori del XVIII secolo. Perché allora scagliarsi contro la reintroduzione d'accatto nella società di paganesimi vari, e poi accoglierli in casa propria?

Anonimo ha detto...

Bella domanda, Paolo!

Quante contraddizioni, quante ambiguità, quanti silenzi, quante parole vane, nei nostri Pastori

mala tempora currunt bona tempora veniant