venerdì 16 aprile 2010

I santi non si mescolano ai disobbedienti


«Ma dove sono i nostri Giovanni Maria Vianney?» si chiede la collega Gabriella (Gabriella’s Blog).
Aihmè, sempre di meno nei confessionali. Paolo Rodari si accorge, tra l’altro, che i confessionali sono spesso sprovvisti di grata traforata.
Già. Chi l’ha vista più la benedetta grata, inventata da San Carlo Borromeo, che spesso proteggeva il sacerdote dalle tentazioni carnali?
Eppure, dice mons. Gianfranco Girotti (numero due della Penitenzieria apostolica), «occorre ricordare che nessuno ha mai abolito la grata». E rincara: la norma «dice una parola chiara: si esige. Si esige la grata».
Il Papa, i santi, i sacerdoti obbedienti, sono sempre lì a dare il buon esempio. Confessione auricolare privata con grata. Cura delle anime.
Ma chi ne segue il santo esempio, se non qualche solitario curato, irriso e accusato come nostalgico?
Questa generazione perversa di disobbedienti dovrebbe essere condannata a leggere, fino al giorno del giudizio, il canone 964 del Codice di Diritto Canonico, che prevede confessionali «provvisti di una grata fissa tra il penitente e il confessore».
O il canone 986 che ordina siano, per i penitenti, «stabiliti, per loro comodità, giorni e ore».
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silvio

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