domenica 25 aprile 2010

Per i modernisti di Trieste l’obbedienza non è mai stata una virtù


Dopo che il settimanale diocesano modernista Vita Nuova è stato pesantemente criticato dall’arcivescovo locale Giampaolo Crepaldi, la Direttrice e la Redazione hanno pensato bene di fregarsene delle parole del presule, ripristinando la rubrica delle Lettere al Direttore.
Lo stucchevole editoriale di questa settimana è così riassumibile: “Caro arcivescovo, le tue critiche ci fanno un baffo. Noi siamo fedeli a Cristo, altro che eterodossi. Quindi, continuiamo per la nostra strada”.
Certo il tono è più mellifluo, tipico degli scribi e dei farisei ipocriti.
La Direttrice ha trovato persino l’impudenza di dire: «abbiamo ritenuto di aver imparato la lezione».
Ma a Vita Nuova non hanno imparato, né capito nulla, come del resto è prassi dell’ottusità modernista, proterva e disobbediente.
Il giornaletto, così, di giorno in giorno, continua la sua opera di distruzione del dogma. In caso di lettura, si raccomanda di scaldare, salare e pepare bene la carta prima dell’uso.
***
silvio

8 commenti:

Riccardo ha detto...

Mi chiedo che razza di fedeltà possa esserci a Cristo se non si è fedeli al magistero della Chiesa. E' il classico "Cristo sì, Chiesa no", cioè "mi invento io un Cristo da seguire".

roberto ha detto...

Certo Riccardo,in poche parole sono soltanto protestanti

Tiziana Melloni ha detto...

Gentile Silvio,

sono Tiziana Melloni, redattore di Vita Nuova, dove scrivo dal 1999. Sono anche webmaster del sito http://www.vitanuovatrieste.it

Trieste non è una città semplice da capire; io stessa non sono triestina ma romana ed in questo decennio ho imparato ad essere assai prudente nella valutazione di quanto accade in città.

Stratificazioni storiche successive e contrastanti hanno creato un tessuto sociale e culturale di rara varietà, di grande interesse in questo tempo, in cui si torna a studiare l'Impero quale esempio di pluralismo (vedi anche quanto emerso in vari convegni, ad esempio sul beato Carlo I).

Vita Nuova è dentro a questa città ed alla sua storia. Spesso è stata tirata con successo per la giacca da varie parti, anche opposte, da cattolici politicamente impegnati su vari fronti. Qui, credo, sta la sua vulnerabilità.

D'altra parte questo si deve anche al ruolo politico e culturale che è stato storicamente connesso alla funzione della stampa in Italia in particolare e nei Paesi mediterranei in generale: un giornalismo molto diverso dal concetto anglosassone di servizio alla cittadinanza.

Nel 2010, a 90 anni dalla sua uscita, il settimanale continua a tentare di offrire un ritratto di ciò che accade in città, visto da una particolare prospettiva, quella cristiana. Vita Nuova si propone come un semplice strumento di lettura della realtà, attraverso i fatti.

Naturalmente non sempre ci riusciamo, tentiamo di essere professionisti ma siamo pure figli dell'epoca; e l'epoca, come scriveva la poetessa polacca Wislawa Szymborska, è politica...

(http://www.vitanuovatrieste.it/content/view/542/49/).

Continuate a seguirci! Un saluto cordiale.

Anonimo ha detto...

A proposito di Vita nuova e della lettera dei nove sacerdoti: mi è sufficiente scorrere l'elenco nominativo e collegarlo agli altri censori insorti come un sol uomo.Fra i primi basterebbe soltanto il nome di don(?)Andrea Bellavite e fra i secondi quelli dell'aspirante al nobel della letterattura, quello di Tarcisio Barbo, di Corrado Belci (e qui mi fermo per ragioni di spazio)per avvertire un vivo senso di repulsione con odore fariseico.Penso che purtroppo don
Crepaldi resterà ancora per poco a Trieste!

federico28 ha detto...

A proposito di Vita nuova e della lettera dei nove sacerdoti: mi è sufficiente scorrere l'elenco nominativo e collegarlo agli altri censori insorti come un sol uomo.Fra i primi basterebbe soltanto il nome di don(?)Andrea Bellavite e fra i secondi quelli dell'aspirante al nobel della letterattura, quello di Tarcisio Barbo, di Corrado Belci (e qui mi fermo per ragioni di spazio)per avvertire un vivo senso di repulsione con odore fariseico.Penso che purtroppo don
Crepaldi resterà ancora per poco a Trieste!

Anonimo ha detto...

Alla faccia dell'indipendenza:bastano pochi nomi, quali Bellavite,Magris,Barbo,Belci(mi fermo per ragioni di spazio)per suscitarmi profonda repulsione.Credo comunque che Crepaldi non resterà a lungo a Trieste.

federico28 ha detto...

A proposito di Vita nuova e della lettera dei nove sacerdoti: mi è sufficiente scorrere l'elenco nominativo e collegarlo agli altri censori insorti come un sol uomo.Fra i primi basterebbe soltanto il nome di don(?)Andrea Bellavite e fra i secondi quelli dell'aspirante al nobel della letterattura, quello di Tarcisio Barbo, di Corrado Belci (e qui mi fermo per ragioni di spazio)per avvertire un vivo senso di repulsione con odore fariseico.Penso che purtroppo don
Crepaldi resterà ancora per poco a Trieste!

silvio ha detto...

@ Federico: già, mons. Crepaldi è un dono del cielo. Ma se anche restasse a Trieste non è più un giovanotto… Voglio dire che, a mio avviso, a prescindere anche dai vescovi, a Trieste serve un gruppo in pianta stabile che venga in soccorso - specialmente dal punto di vista culturale - alla chiesa oramai agonizzante.
Per le questioni spirituali ci sono i chierici. Penso che noi laici dobbiamo muoverci di più nel campo secolare e culturale.
Propongo la formazione di un gruppo triestino che provveda alla bisogna. Se sei interessato comunicami la tua e-mail.