di Lucia Capuzzi
Czestochowa, 9 agosto 1991.
La città e l’intero Paese sono in fermento: mancano appena cinque giorni alla
visita di papa Giovanni Paolo II. Il Pontefice ha già visitato la sua terra
natale in altre due occasioni. Stavolta, però, la ricorrenza è speciale: per la
prima volta, la Giornata mondiale della Gioventù oltrepassa la "cortina di
ferro".
Ondate di giovani da tutto il
mondo si riversano in Polonia per l’evento. Michal e Zbigniew non possono
esserci. La scelta che hanno compiuto undici anni prima li ha portati da
qualche tempo lontano, a oltre 11mila chilometri di distanza. In Perù, tra le
vette andine brulle e austere della Cordillera Negra, in quella manciata di
case e strade sospese a 1.300 metri che prende il nome di Pariacoto, i due
padri francescani portano avanti con coraggiosa pazienza la missione che la
Chiesa ha affidato loro: testimoniare il Vangelo.
Padre Michal Tomaszek - o
Miguel, dato che ha "ispanizzato" il nome per renderlo più familiare
ai locali - e padre Zbigniew Strzalkowski lo fanno, con la parola e soprattutto
con le opere. [leggi
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