Gustavo Zagrebelsky |
di Francesco
Agnoli
Cos’è il bene e il male, chiedono i relativisti? In ogni
tempo, ci dicono, l’uomo ha ucciso rubato, ferito, schiavizzato, ucciso i suoi
figli con l’infanticidio, praticato la poligamia… Come si può allora dire che esiste
una morale naturale universale?
Per i pagani la schiavitù era
naturale, per i cristiani no; per tutto il mondo antico, come ben evidenzia Peter
Singer, l’infanticidio era lecito: perché, continua sempre Singer, dovrebbero
avere ragione coloro che condannano tale pratica e non coloro che la hanno
sempre praticata? Per i nazisti, scriveva a suo tempo un avversario del diritto
naturale come Gustavo Zagrebelsky (Repubblica, 4/4/2007), l’eliminazione dei
deboli, tramite l’eugenetica e l’eutanasia, è la massima fedeltà alla natura,
alla legge della “selezione naturale”, mentre per molti pensatori
dell’ottocento la carità verso i deboli e i poveri è una manomissione della
natura stessa. Per questo, concludeva Zagrebelsky, fondare la morale sul diritto
naturale come fa la Chiesa, è assolutamente impossibile, e stabilire cosa sia
per natura e cosa sia contro, risulta addirittura operazione da fanatici, da
estremisti. [leggi
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