Un esponente di punta
del campo tradizionalista detta le condizioni per sanare lo scisma. Ne elenca
quattro, ma tre di esse appaiono irrealizzabili. Le critiche di don Divo
Barsotti al Concilio Vaticano II
di Sandro Magister
In un suo nuovo libro dato alle stampe in questi giorni il
professor Enrico Maria Radaelli – filosofo, teologo e discepolo prediletto di
colui che è stato uno dei più grandi pensatori cattolici tradizionalisti del
Novecento, lo svizzero Romano Amerio (1905-1997) – cita tre brani tratti dai
diari inediti di don Divo Barsotti (1914-2006).
In essi questo geniale e stimato mistico e maestro
spirituale – che nel 1971 fu chiamato a predicare gli esercizi di Quaresima al
papa e alla curia romana – esprimeva delle forti critiche al Concilio Vaticano
II.
Scriveva don Barsotti:
"Io sono perplesso nei confronti del Concilio: la
pletora dei documenti, la loro lunghezza, spesso il loro linguaggio, mi fanno
paura. Sono documenti che rendono testimonianza di una sicurezza tutta umana
più che di una fermezza semplice di fede. Ma soprattutto mi indigna il
comportamento dei teologi". [leggi tutto]
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