sabato 26 gennaio 2008

Pensiero della Domenica - 31

A cura del sito “Vie dello Spirito

III^ T.O. - 27/01/2008

“Sarai pescatore di uomini...”

Anche questa domenica è chiamata del tempo ordinario. Siamo in attesa del 6 Febbraio, quando, con le ceneri, inizierà il tempo di Quaresima (preparazione alla Pasqua).
Quanto è diverso lo stile di Dio da quello umano!
Se una persona aspira ad ottenere un posto, una promozione, si comincia dalla presentazione di un curriculum con elenco dei vari titoli ed esami, poi da un colloquio preventivo, un periodo di prova, un' assunzione a tempo determinato e forse ci si ferma lì. Determinanti poi, il più delle volte, le raccomandazioni!
Tutte all’opposto le chiamate di Dio.

Isaia, nato nel 768 a.c., vive a Gerusalemme, appartiene a famiglia agiata, è molto colto, sposato con almeno due figli; Dio lo chiama: “Va, profetizza”. Non c’è un contratto, né una garanzia scritta da parte di Dio. Isaia non chiede spiegazioni, chiarimenti, assicurazioni. Compie la sua missione e finirà ucciso, segato nel mezzo con una sega di legno.

Arriva Cristo e stesso metodo: era sulle rive del lago di Gennezaret perché a causa della gran folla, la sinagoga non era più capiente. Ci sono dei pescatori che hanno altri problemi, avendo pescato inutilmente tutta la notte, e Gesù chiede il favore di salire sulla barca, scostarsi un po’ e di parlare alla folla.
I due pescatori, Simone e Andrea, pensavano al fallimento di una intera notte di lavoro, e Gesù diventa anche provocatorio quando dice a Simone: ”Prendi il largo e calate le reti per la pesca".
La risposta di Simone è molto logica: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla… ma sulla Tua Parola…". E presero una quantità enorme di grossi pesci… . Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Se vogliamo ottenere dei risultati nella nostra vita, dobbiamo accettare questo stile di Cristo!
Isaia non chiese spiegazioni e garanzie; Simone e Andrea fecero quello che aveva detto Gesù, anche se era tutto illogico.

Quanto diverso il nostro atteggiamento verso la Parola di Dio. Per noi è sempre determinante il nostro ragionamento, le nostre motivazioni, e soprattutto nei rapporti con Dio, siamo noi che poniamo delle condizioni e, addirittura, proponiamo a Lui quello che deve fare per il nostro bene (che è quasi sempre di carattere materiale!).
Dio invece, chiama ciascuno di noi a compiere la nostra missione, in famiglia, nel lavoro, nella società in cui viviamo. Non riusciremo mai a capire il silenzio di Dio.
Ma ricordati che, se hai il coraggio di seguire ciecamente il Suo volere, non ti troverai mai abbandonato e deluso.

Non computare mai i tempi di Dio, con le tue esigenze immediate. Fidati ciecamente di Lui.
C’è una espressione che Gesù disse a Simone e ripete continuamente a ciascuno di noi: “NON TEMERE”.
Sta tutto qui il segreto della vera fiducia in Dio creatore che ci guida e ci governa.
***
Don Lucio Luzzi

1 commento:

Anonimo ha detto...

“Non computare mai i tempi di Dio”. Quanto vicina questa considerazione a quest'altra: “non scrutare in profondità i giudizi di Dio”. Questo disse l'angelo a S. Antonio abate (l'eremita).
I santi giudizi di Dio. Santi, anche nel senso di distaccati (kadosh).
Mi viene poi in mente la Scrittura: “Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, nè le vostre vie sono le mie vie”, dice il Signore. “Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri.” (Is 55, 8-9)