giovedì 2 luglio 2009

Brevissimo appunto sulla spiritualità cristiana

I cristiani non celebrano più la Pasqua a Gerusalemme. E nemmeno pregano specialmente a Gerusalemme. Non hanno più, cioè, un solo tempio o una sola città sacra dove venire ascoltati in modo speciale. Questo perché, dice Gesù, «né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre», ma «Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità» (Gv 4, 21.24).

La Gerusalemme di Cristo è in Cielo, è spirituale.

C’è, però, un errore da evitare. Il fatto che la vera Gerusalemme ci aspetta in Cielo non significa che noi tutti ora abitiamo in Cielo. Siamo, cioè, ancora incarnati. Adoriamo l’Incarnazione.

Non c’è dunque ambito, oltre il religioso - politico, scientifico, economico, sociale - che non debba essere abitato dai cristiani. Uno degli errori spirituali, legato a queste considerazioni, è la sessantottina “scelta religiosa”, che sovverte il senso di spiritualità e laicità cristiane.

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silvio

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