martedì 14 luglio 2009

De quaestio iudaica

Strabuzzo gli occhi, incredulo. Però mi arrendo e realizzo che su L’Osservatore Romano è pubblicato un articolo sull’«Adversus Iudeos» dello Pseudo Cipriano.

Non la stessa sorte aveva avuto Giovanni Crisostomo, il cui «Adversus Iudeos» era stato espunto persino da Benedetto XVI qui e qui. Un capolavoro di rispetto umano, non so quanto rispettoso però nei confronti dei giudei, verso i quali noi cristiani siamo in debito di verità.

L’odierno articolo a firma Giorgio Otranto - felpatissimo, rispettosissimo fino all’occultamento - ha il merito di riconoscere l’esistenza di una questione giudaica, mai seriamente esaminata, né dal punto di vista teologico, né da quello culturale.

Onore, quindi, agli affamati di verità.

***

silvio

4 commenti:

Anonimo ha detto...

A me verrebbe piuttosto da dire che la questione giudaica non sia più stata affrontata dalla nostra aetate in poi. Non però che non lo sia mai stata. E' oggi che è tabù parlarne, se non che in termini celebrativi, il che equivale appunto a non dir nulla.

Ciao

Giampaolo

silvio ha detto...

Sì, hai ragione. Ho scritto male. Se ne è sempre parlato e sempre meno in epoca contemporanea. Nel post-concilio è stata offerta una mano… ma temo si siano presi il braccio.
ciao

Paolo ha detto...

Magari mi sbaglio, ma mi sembra che in realtà la questione ebraica, dopo il CVII, sia stata trattata in maniera anche troppo eccessiva, quasi esorbitante - basta pensare alla mole cartacea prodotta dalle varie CTI, alle numerossime dichiarazioni papali e alle visite in sinagoghe e in Terra Santa, ad Auschwitz ecc.
Solo che è mutata la prospettiva, e non si parla più del problema ebraico nei termini in cui se ne è parlato per secoli. I toni celebrativi e "agiografici" a priori - che come giustamente nota Giampaolo sono vuoto puro - sono la spia dell'ormai affermata convinzione che l'ebraismo sia una via di salvezza indipendente e separata, sostanzialmente equiparabile alla fede in Gesù come Dio. Dato questo punto fermo, ovviamente oggi c'è più poco da discutere per i novatori e buona parte della Chiesa ufficiale. La questione è ormai risolta, non esiste più. Lodi e onori ai "fratelli maggiori", e basta.

silvio ha detto...

Il problema, appunto, è che non sia più una “quaestio”, qualcosa sulla quale ragionare. Somiglia più ad una dottrina acquisita da illustrare. Penso, ad esempio, al documento “Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana”. Le cose stanno così e così… Non è tanto per il contenuto, ma per il tono. La vicenda giudaica è uno dei più grandi e strani misteri della storia, ma è presentato in maniera rassicurante, con ostentata affabilità, senza una benchè minima patina misterica.
Questa almeno è la sensazione che ho avuto.
Perché poi fermarsi al passato remoto? Perché parlare di Sacre Scritture e ignorare il talmudismo, il messianismo, ovvero quasi duemila anni di storia ebraica!?! Ho insomma l’impressione che effettivamente la “quaestio” sia stata elusa.
ciao