di Silvio Brachetta
Ade non dà tregua. Ci accalda. Ci assedia dappertutto. Ci
disidrata. Ade «raggiungerà la massima potenza tra giovedì e venerdì», ci
assicura l’anonimo cronista del Corriere. Questo significa che abbiamo poche
ore di refrigerio, perché con Ade non si scherza.
Ma chi è Ade? Il dio degli inferi? Ma no, è l’ultimo
anticiclone africano, preso di mira dal meteoconformismo e ribattezzato con un
nome mitologico, per trasformare in notizia un’informazione climatica.
È la nuova moda imposta, non
richiesta dai cittadini, per deconcentrare le masse: cicloni e anticicloni
devono essere catalogati come le figurine e dunque antropomorfizzati. L’anno
scorso abbiamo avuto le insolazioni di Caligola, Minosse, Caronte e Nerone. E
le celebri inondazioni di Lucy e Madeleine.
In realtà dietro questo genere d’iniziative, direttamente o
indirettamente, c’è sempre lei: l’Unione europea (non l’Europa storica, che è
cosa più seria). Il diktat arriva nel 1999, da parte dell’Istituto Tedesco di
Meteorologia all’Università di Berlino: siccome le tempeste d’oltreoceano sono
state umanizzate, è giusto fare così e lo dobbiamo fare anche noi, ci
mancherebbe. Sbagliare un nome, poi, o non seguire l’elenco alfabetico equivale
a una bestemmia. Ovviamente “lo richiede la scienza”, come spiegò il
metereologo Luigi Latini a Tgcom 24: «La meteorologia è una scienza seria e
come tale ha delle regole rigide da rispettare».
Lo richiederà pure la scienza, ma l’antropomorfismo è
un’esigenza primariamente religiosa, che fece intravvedere la mano di Zeus
dietro la folgore e il carro infuocato di Helios dietro al sole. Sembra
piuttosto che l’Unione stia spacciando la creduloneria per scienza,
nell’ennesimo maldestro tentativo di piazzare a tutti i costi una sorta di
nuova religiosità pagana.
E in questo somiglia molto al maestro nei travestimenti
Stanislao Moulinsky, nella fantomatica esclamazione «Ebbene sì, maledetto
Carter, hai vinto anche stavolta»!, quando veniva smascherato dal detective
Nick Carter dopo ogni sua goffa trasformazione.
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